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02 giugno 2014 - Esteri - Siria - Il Giornale
I volontari “occidentali” della guerra per Allah
Il primo kamikaze americano, quasi 800 volontari della guerra santa francesi, un giovane genovese convertito all’islam morto in battaglia, minorenni e mamme Jihad, tutti attratti dal tremendo conflitto in Siria. All’inizio si parlava di soli 600 vo­lontari arrivati dall’Europa e dal Nord America. Adesso si stima che in tre anni di sanguinoso conflitto siano stati almeno tremila i combattenti giunti dall’Occiden­te a farsi le ossa in Siria o morire in nome di Allah.
L’ultimo è Moner Mohammad Abu-Salha, passaporto americano, nato in Flo­rida. Poco più che ventenne si è arruolato nel fronte Al Nusra, uno dei gruppi ribelli siriani ispirati da Al Qaida. Il 25 maggio si è fatto saltare in aria con un camion zeppo di esplosivo nella provincia siriana di Idlib.
Nel 2013 la stessa strada della guerra santa era stata percorsa da Giuliano Ibrahim Delnevo, un ragazzo genovese di 24 anni convertito all’Islam. Morto in combattimento in Siria, non era l’unico «italiano» volontario contro Assad. Circa una dozzina di jihadisti, in gran parte di
 origini maghrebine, sono partiti dal no­stro Paese per combattere in Siria. Quan­do rientrano in Europa da veterani della guerra santa rischiano di trasformarsi in bombe ad orologeria. Possono attivarsi in qualsiasi momento come è capitato con Mehdi Nemmouche, probabile autore della strage al museo ebraico di Bruxelles.
L’11 aprile 2013 sulla sua pagina Face­book,
 Raphael Gendron, un francese ar­ruolato nei ranghi dei ribelli siriani, saluta­va tutti in vista della battaglia. Tre giorni dopo è stato ucciso da un tank governati­vo a 38 anni. Gendron, convertito france­se con il nome di battaglia Abdu Raouf Abu Marwa, è stato in prigione in Italia 4 anni per istigazione alla guerra santa. Una volta rilasciato è partito per la Siria, dove i 780 volontari «francesi» della legio­ne straniera di Allah sono i più numerosi.
Seguiti da circa 400 britannici e 200 belgi. Alcuni sono partiti anche da Albania, Bo­snia e Serbia, oltre che Australia e Cana­da. La pattuglia di americani è composta da una settantina di fanatici secondo l’in­telligente Usa. Il gruppo che attira più re­clute occidentali è lo Stato islamico della Siria e dell’Iraq, che punta ad abbattere Assad per creare un Califfato.
Il richiamo della guerra santa attira dal­l’Europa anche minorenni, fermati all’ul­timo momento in Turchia e addirittura una ragazzina irretita su internet. Un pa­dre belga è andato a cercare il figlio di 18 anni,convertito all’Islam,che si è arruola­to nelle milizie anti Assad. Lo scorso anno è stata uccisa in Siria Nicole Mansfield, americana di 33 anni, soprannominata «mamma Jihad». Soprattutto negli Usa ed in Inghilterra sono scattate le prime con­danne per i volontari della guerra santa siria­na rientrati in patria. A Genova è aperta un’in­chiesta sul reclutamen­to,
 ma in gran parte dei paesi del vecchio conti­nente i combattenti che rientrano dal Jihad sono mine vaganti indi­viduate e monitorate con difficoltà.
Gilles de Kerchove, il capo dell’antiter­rorismo europeo, è esplicito: «Non tutti so­no estremisti, ma molti si radicalizzano in Siria. E una volta tornati a casa possono di­ventare una seria minaccia». 
www.gliocchidellaguerra.it
[continua]

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