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11 giugno 2014 - Interni - India - Il Giornale
Denunciato Di Paola: “Tradì i marò”
Un ex ammiraglio, che era al Quirinale con l’indimenticabi­le «picconatore», Francesco Cossiga, ha denunciato il mini­stro della Difesa, Giampaolo Di Paola,dell’allora governo Mon­ti, per il vergognoso caso marò. L’esposto è stato presentato al­la Procura generale militare di Roma lo scorso novembre, che ha aperto un fascicolo non si sa con quale esito. «Ho chiesto uffi­cialmente di incriminare l’am­miraglio Di Paola - rivela a «Il Giornale»l’alto ufficiale in pen­sione Alfredo Saitto - per inetti­tudine grave al comando e aver abbandonato due militari in ser­vizio, da lui dipendenti, in terri­torio straniero chiaramente ostile». Il riferimento è alla ver­gognosa decisione del governo Monti di rinviare in India i marò nel 2013, dopo averli assicurati che sarebbero rimasti in patria dove si trovavano per un «per­messo ». Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, si dimise per prote­sta davanti al voltafaccia di Monti, ma Di Paola, ammira­glio di lungo corso, restò al suo posto.
«Questa è stata solo la punta dell’iceberg - sostiene l’ex alto ufficiale della Marina autore dell’esposto - . Il comando del­l’intera vicenda è stato disastro­so. A me risulta che quando gli indiani chiesero alla nave Enri­ca Lexie con i marò a bordo di rientrare in porto da Santa Rosa a Roma (quartier generale delle operazioni della Marina, nda), all’inizio dissero no.Poi l’arma­tore,
 la Farnesina e alla fine lo stesso ministro Di Paola decise­ro diversamente».
Saitto è convinto che avrem­mo dovuto far rientrare le no­stre truppe dalle missioni al­l’estero ed i rappresentanti di al­to grado, sia diplomatici che mi­litari alla Nato, lasciando una presenza solo formale. Stesso discorso per l’Onu. «Solo così gli americani e gli altri si dareb­bero veramente da fare - spiega
 l’ex ammiraglio - . Cossiga avrebbe fatto ritirare subito i sol­dati itali­ani senza neppure con­sultarsi con gli alleati ». Origina­rio di Udine, figlio di un genera­le dei carabinieri, Saitto a 74 an­ni va ancora a vela e non si na­sconde dietro un dito. «Il primo Natale della sconcertante vicen­da dei marò, Di Paola partecipò ai tradizionali auguri agli ammi­ragli in servizio o in pensione- ri­corda - . Ad un certo punto gli chiesi: “Giampaolo, ma sui no­stri marinai in India non dici niente?“Mi sembra che la Lexie sia partita lasciando a terra il mezzo degli spenditori (che fan­no la spola al mattino quando le navi sono alla fonda, nda). Se ne andò rabbuiato».
Proprio con la parola d’ordi­ne «tutti insieme, nessuno in­dietro », sabato a Roma si terrà una manifestazione di solida­rietà ai marò. «Hanno aderito
 tutte le associazioni d’Arma da­gli alpini ai marinai. Gli ex della Folgore porteranno il paracadu­te dedicato ai fucilieri di Marina ingiustamente trattenuti in In­dia » annuncia Paola Moschet­ti, compagna di Massimiliano Latorre.
Ieri, in occasione della gior­nata della Marina, è stato pro­prio Latorre, in collegamen­to video da Delhi, a ricordare che «ogni giorno diventa più lungo: soffriamo con di­gnità per l'Italia e la nostra bandiera». Il 15 giugno sa­ranno passati 28 mesi dall’ini­zio dell’odissea con l’accusa di aver ucciso due pescatori india­ni scambiati per pirati. Il mini­stro della Difesa, Roberta Pinot­ti, presente al collegamento, ha consegnato idealmente due maglie delle Nazionale italiana con i nomi dei marò. Il Capo di stato maggiore della Difesa, am­miraglio Luigi Binelli Mantelli, ha parlato di «vicenda sconcer­tante ai limiti della lesione dei diritti umani».
Il ministro della Difesa rivol­gendosi ai marò ha ribadito: «C’è ancora la possibilità di un' intesa con il nuovo governo in­diano, ma se ci trovassimo di fronte a ulteriori dilazioni o di­nieghi, andremo avanti con l’ar­bitrato internazionale. Non ac­cettiamo che voi siate giudicati in India e ci auguriamo di poter­vi riavere qui prima possibile».
 
[continua]

video
18 marzo 2013 | TG5 | reportage
Caso marò: documento esclusivo pubblicato dal Giornale
Il 15 marzo con la nota verbale 100/685, l’ambasciata italiana ricordava al “ministero degli Esteri indiano gli obblighi alla protezione dei diplomatici derivanti dalla Convenzione di Vienna”. Nella nota si chiede al governo di Delhi di “riassicurare che nessuna autorità indiana possa applicare misure restrittive alla libertà di Sua Eccellenza l’ambasciatore”. Alla fine si invita pure a garantire la “personale sicurezza” di Mancini e tutti i nostri diplomatici in India.

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08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


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10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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[altri video]
radio

21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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