image
Reportage
29 giugno 2014 - Esteri - Ucraina - Il Caffè
Lo “zio” dalla Svizzera sulle trincee ucraine

L’omaccione appesantito dal giubbotto antiproiettile, passamontagna nero e occhiali scuri, si piega su un ginocchio per puntare meglio il kalashnikov e tira il grilletto. Poi si rialza e cambia caricatore per continuare a sparare. Francesco F., 53 anni, toscano, ha vissuto a lungo in Svizzera prima di cominciare questa nuova avventura. Oggi è nel battaglione Azov, e tutti lo chiamano “don” o “zio”. Ginevra e Losanna, dove ha soggiornato a lungo dopo essere scappato anni fa dall’Italia, sono lontane dalla prima linea sul fronte dell’Est, qui contro i separatisti filo russi sono in 250, in gran parte ucraini assieme a volontari stranieri. Li chiamano “uomini neri” per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra europea e di Kiev. 

“Sulle barricate di piazza Maidan mi sono ritrovato per caso affascinato da una rivoluzione di popolo - racconta Francesco - e dall’etica delle giovani centurie di Pravi sektor (formazione di estrema destra nazionalista, ndr) con gli scudi medievali assieme alle babucke che portavano il tè a 17 gradi sotto zero o le ragazze indaffarate a riempire di benzina le bottiglie vuote per trasformarle in molotov”. Francesco, laureato in legge, da giovanissimo militava nella formazione italiana di estrema destra Avanguardia nazionale e poi ha aderito al Fronte della gioventù. “Mai ricercato e neppure indagato, ma dopo la strage di Bologna (1980) sono riparato in Svizzera, a Losanna, perché in Italia i giudici facevano la caccia alle streghe”, rivela il volontario della brigata internazionale ucraina. A Ginevra aveva trovato appoggio fra le fila del “Nouvel ordre social” di Pascal Junod, avvocato ed esponente della nuova destra, dopo essere stato allontanato dall’Udc. “In Svizzera mi aiutò anche Gaston-Armand Amaudruz, ma stiamo parlando di una vita fa”, ricorda l’italiano combattente sul fronte dell’Est. Amaudruz è un politico e filosofo neofascista, che mette in dubbio l’Olocausto. 

Dopo l’annessione russa della Crimea e la ribellione separatista nell’Ucraina orientale, Francesco ha deciso di “arruolarsi e combattere nella Legione internazionale che sta nascendo. Nel momento del pericolo non potevo abbandonare i camerati ucraini”. La sua nuova vita è al fianco dei volontari europei del battaglione Azov provenienti da Francia, Svezia, Finlandia, Paesi Baltici. “Per ora sono stati arruolati 12 stranieri, altri 24 stanno arrivando. Accettiamo solo volontari senza paga e lo specifichiamo nell’appello su internet. Non vogliamo mercenari, fanatici, gente dal grilletto facile, drogati oppure ubriaconi”, sottolinea a Kiev Gaston Besson, un veterano francese di guerre e rivoluzioni dalla Birmania alla Croazia, dove è stato ferito tre volte. Besson esamina le reclute per il battaglione che opera sotto le insegne del ministero dell’Interno ucraino.   

Francesco sta tornando sul fronte dell’Est dopo una licenza in Italia: “Ora combattiamo contro i separatisti per tornare a Kiev più forti, dove non ci piace il governo liberale e corrotto al potere - spiega -. Vogliamo un’Ucraina unita, ma indipendente: né con la Russia, né con la Nato o con i disvalori dell’Ue”.  



video
14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

play
03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine


play
07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

play
[altri video]
radio

16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


play

27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


play

26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

play

[altri collegamenti radio]