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29 agosto 2014 - Prima - Ucraina - Il Giornale
Tank e soldati russi sfondano il confine Kiev invoca l’aiuto Ue
La Nato ed il governo di Kiev denunciano l'«invasione russa» dell'Ucraina. Mosca smentisce seccamente, ma si sta profilando una seconda Crimea, sanguinosa e con aspri combattimenti. L'obiettivo immediato è Mariupol, la città costiera sul mare di Azov, che apre la strada verso la penisola annessa da Mosca. E nel grande centro urbano vivono nella paura una decina di italiani. «Io sto scappando e me ne torno in patria - racconta l'ex alpino Bruno Palmieri - Si teme un attacco imminente. Altri due italiani se ne stanno andando, ma qualcuno è deciso a restare». Testimoni oculari riferiscono di colonne meccanizzate di truppe senza insegne arrivate dalla Russia, come gli «omini verdi» che si erano materializzati nella penisola persa dall'Ucraina. Soldati russi senza mostrine e bandiere, che questa volta starebbero operando sul nuovo fronte dell'Ucraina orientale. Secondo la Nato sono «oltre 1000» al fianco dei ribelli filo russi. 
Lo stesso premier dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Aleksandr Zakharenko, ha ammesso in un'intervista alla tv di Mosca che ci sono 3-4 mila russi al loro fianco come volontari o militari in congedo. «Nelle nostre fila combattono anche soldati in servizio venuti ad imbracciare le armi per garantirci la libertà invece di andare in vacanza» sostiene il leader separatista. Difficile credere che personale militare di Mosca possa andare a combattere durante le ferie senza l'avallo dei comandi. Il generale Igor Konashenkov del ministero della Difesa russo ha bollato la notizia del coinvolgimento delle proprie truppe come «irreale». Foto satellitari della Nato mostrano colonne russe che oltrepassano il confine con l'Ucraina il 21 agosto. Due esponenti del Consiglio presidenziale dei dritti umani di Mosca hanno sostenuto che in una sola battaglia sarebbero morti 100 soldati russi. 
Una giornalista della Reuters ha intercettato sul territorio russo un convoglio a tre chilometri dal confine ucraino con soldati feriti, mezzi danneggiati e cerchi bianchi distintivi, ma nessuna bandiera o mostrina. Però un elicottero militare russo è venuto a recuperare dei feriti. 
Le forze ribelli hanno conquistato Novoazovsk, a 40 chilometri da Mariupol e si stanno preparando ad avanzare. Nella città costiera gli uffici pubblici stanno chiudendo o evacuando. «Il sindaco ha indicato i palazzi dove ci sono i rifugi antiaerei. Uno è il mio, per fortuna. Alla stazione ferroviaria c'è il caos: tutti vogliono partire, ma treni sicuri non ce ne sono» racconta via Skype al Giornale, Uber Pomini. L'italiano che ha una compagna ucraina per ora resiste, come qualche altro connazionale compreso l'ex capo dei vigili urbani di Napoli. Di fronte alla città, al largo, sarebbero state avvistate navi da guerra russe, ma molte notizie sono frutto della psicosi della popolazione. E la morte di 11 civili a Donetsk maciullati dall'artiglieria ucraina passa in secondo piano.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu è stato riunito ieri d'urgenza. L'ambasciatore ucraino presso l'Ue, Kostiantyn Yelisieiev, ha chiesto «assistenza militare su larga scala» all'Europa. E gli Usa hanno già pronte nuove sanzioni.
Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha cancellato una visita in Turchia per la gravità della situazione denunciando l'invasione: «Truppe russe sono penetrate sul nostro territorio per dare man forte ai separatisti». I ribelli filo russi stavano perdendo la guerra, ma in poche settimane si sono riorganizzati grazie a comandanti come Igor Strelkov, ex ufficiale dell'intelligence di Mosca. Oramai è nato «l'esercito della Nuova Russia», un'antica regione zarista che andava dall'Est dell'Ucraina fino ad Odessa. Unità con carri armati, blindati, artiglieria e personale russo, molto esperto, che sfruttano mobilità e tattiche di guerra da esercito professionale. E assestano colpi durissimi alle forze armate ucraine. Anche a Donestk, roccaforte dei separatisti, che sembrava sull'orlo di cadere, i filo russi hanno ripreso una collina strategica, che domina il campo di battaglia. Non è un caso che l'autoproclamato premier ribelle, annunci: «Abbiamo raggiunto il mare d'Azov. La liberazione delle nostre terre temporaneamente occupate dalle autorità ucraine continuerà ancora e ancora».
Dmitri Trenin, uno dei più noti politologi russi, ha lanciato l'allarme via twitter: «Ora è probabile l'escalation della guerra in Ucraina in un conflitto aperto».
www.gliocchidellaguerra.it

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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03 marzo 2014 | TG5 | reportage
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01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
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I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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