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11 settembre 2014 - Attualità - Ucraina - Il Giornale
Merkel scatenata contro Putin pretende subito altre sanzioni
La tregua nel Sudest dell'Ucraina, dopo più di 3mila morti, regge ed i russi fanno la loro parte. L'Europa, anziché accendere un cero alla Madonna, dovrebbe sparare la seconda cannonata di sanzioni contro Mosca, secondo Angela Merkel. La Ue, dopo averle approvate la scorsa settimana ha deciso di congelarle, su proposta della Finlandia, per dare una possibilità all'accordo sul cessate il fuoco firmato a Misnk fra governo ucraino e ribelli filo russi.
Ieri, davanti al parlamento tedesco la Kaiser cancelliera ha ribadito: «Siamo favorevoli ad applicare ora le nuove sanzioni». E ha aggiunto: «Alla luce dell'attuale situazione che ha portato effettivamente a un miglioramento sul piano delle attività militari, ma non a un cessate il fuoco totale e anche tenendo conto della mancanza di chiarezza su altri punti» bisogna punire la Russia. 
Ieri lo stesso presidente ucraino, Petro Poroschenko, e quello russo Vladimir Putin, dopo l'ennesimo colloquio telefonico, si sono dichiarati «soddisfatti» della tregua. Le nuove sanzioni colpiranno il settore bancario ed energetico compresi i colossi statali come Gazpromneft, che fornisce il gas all'Europa occidentale, compresa l'Italia, Transneft e Rosneft.
L'annuncio tedesco assomiglia ad un diktat a poche ore dalla riunione degli ambasciatori europei sul nodo della sanzioni. La responsabile della Farnesina, Federica Mogherini, che in novembre assumerà la carica di Alto rappresentante della politica estera europea, ci prova ad alzare il ditino. «Sappiamo - ha detto - che ci sono diversi interessi e diverse sensibilità. I leader hanno deciso il 30 agosto di proporre un pacchetto di sanzioni, il venerdì successivo sono state finalizzate e poi adottate, come era giusto. Ora continua il dibattito su come applicarle perché vadano bene a tutti». 
Dallo stesso fronte diplomatico occidentale impegnato sulla crisi ucraina si fa presente che «vari analisti, anche americani, concordano: l'atteggiamento tedesco ed in particolare quello della Merkel viene considerato psicopatico». Una fonte de Il Giornale usa la metafora: «È come se un cane difficile da controllare ti portasse finalmente il pezzo di legno che hai lanciato e anziché accarezzarlo lo bastoni per convincerlo a fare più in fretta».
L'accordo per il cessate il fuoco prevede ben 12 punti per arrivare ad uno spiraglio di pace. Non solo scambi di prigionieri, ma pure concessioni politiche. Ieri Poroshenko ha annunciato la presentazione di una legge per una maggiore autonomia dei territori ribelli. I filo russi non ne vogliono sapere perché puntano all'indipendenza, ma forse non è impossibile trovare un accordo a metà strada sul federalismo o sul modello Trentino-Alto Adige. 
Per non parlare delle conseguenza di nuove sanzioni, che scateneranno annunciate rappresaglie russe, sulla nostra economia. Fino ad oggi «la perdita di valore per l'export italiano per quanto riguarda il primo pacchetto sanzionatorio è stimabile al massimo in circa 100 milioni». Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, rispondendo alla Camera a un'interrogazione della Lega.
Questo è solo l'inizio. Per il settore calzaturiero italiano la chiusura del mercato russo comporterebbe una perdita pari al 10% in valore dell'export, che arriverebbe a oltre il 20% in alcuni distretti nelle Marche e in Emilia Romagna. Il rischio è la chiusura di oltre 400 imprese del settore con la perdita di 10mila posti di lavoro.
Stuzzicare con nuove sanzioni l'orso russo, mentre la tregua regge, è un azzardo tenendo conto che Putin sta mostrando i muscoli. Ieri il presidente si è detto convinto che il conflitto nel Donbas viene «utilizzato per resuscitare il blocco militare» della Nato. Mosca punterà all'«autarchia» per le forniture di componenti belliche che arrivano dall'Occidente investendo 536 miliardi di dollari per ammodernare le forze armate.
Putin ha ribadito che per le nuove «minacce troveremo una risposta adeguata compreso il mantenimento della deterrenza nucleare». Ieri il presidente ha assunto il controllo diretto della commissione che supervisione l'industria della difesa russa. Poche ore prima dal sottomarino Bulava veniva lanciato con successo un missile intercontinentale, che può caricare testate nucleari.
[continua]

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