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Intervista
13 settembre 2014 - Prima - India - Il Giornale
“Follia restituirlo agli indiani I due marò sono ancora ostaggi”
«Latorre sarà “ostaggio” in patria a causa della garanzia di farlo tornare in India» sostiene l'ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi, che ha gestito il caso all'inizio. «Bastava accettare l'offerta di intervento della Croce Rossa internazionale, - spiega nell'intervista al Giornale - che non ha ottenuto risposta dal governo italiano» per evitare di riconsegnare fra 4 mesi Massimiliano Latorre all'India. La strada per risolvere il caso è «avviare la procedura di arbitrato internazionale», ma secondo Terzi «felicitarsi con la giustizia ed il governo indiani significa che faremo tutto quello che ci chiedono».
Latorre torna in Italia per curarsi. Si apre uno spiraglio sul caso marò?
«Si apre uno spiraglio vero soltanto se il governo tiene fede alla strategia dichiarata da mesi a questa parte di avviare la procedura di arbitrato internazionalizzando il caso. Solo così si potrà risolvere il problema con l'India. E sorprende che il presidente del Consiglio non abbia colto l'occasione del recente vertice Nato in Galles per sollevare la questione dell'immunità funzionale, che riguarda tutti i militari dell'Alleanza impegnati all'estero».
Fra 4 mesi lo rimanderemo in India come ha fatto il governo Monti?
«Sarebbe la quarta volta: la prima sono stati fatti scendere a terra dalla nave italiana con l'avallo delle autorità militari, la seconda volta perché non c'è stata alcuna attivazione della magistratura, la terza a causa del soprassalto del governo italiano, che ha ribaltato una decisione presa collegialmente con tutti i fondamenti giuridici riconosciuti dalla comunità internazionale. E la quarta volta sarà quando Latorre si riprenderà, ma ora faccio io una domanda. È immaginabile tenere un soldato italiano e i suoi familiari in condizioni psicologiche così negative, in attesa che finiscano i 4 mesi per rimandarlo in India? È chiaro che questa vicenda deve essere risolta in modo completamente diverso. Altrimenti continuiamo a reagire in maniera sgangherata e arlecchinesca mettendoci solo delle pezze momentanee».
Non c'era un altro modo per farlo tornare senza rimanere impiccati alla garanzia del rientro?
«Il modo c'era, ma è stato colpevolmente trascurato. Bastava accettare l'offerta di intervento della Croce Rossa internazionale. Il presidente, Peter Maurer, ha scritto all'inizio di luglio una lettera al governo italiano dando la sua disponibilità in relazione al caso dei marò, prima che Latorre si ammalasse. Maurer aveva offerto i buoni uffici della Croce Rossa. La lettera, notificata attraverso i nostri diplomatici a Ginevra, è rimasta senza risposta. Alla luce di quello che è accaduto a Latorre, se la Croce Rossa fosse intervenuta non avrebbe esposto il governo italiano a garanzie di rientro, che ancora una volta possono pregiudicare la sovranità nazionale ed il giusto riconoscimento della giurisdizione italiana».
Cosa pensa del tweet del premier Renzi, che loda Delhi («Collaborazione con la Giustizia indiana e stima per il premier Modi e il suo Governo»)?
«È stata una mossa atroce. Noi siamo orgogliosi della collaborazione con la giustizia indiana, che specificamente è responsabile di aver trattenuto per quasi tre anni due nostri militari senza nessuna conclusione di indagine e addebito di prove».
E l'altro marò, Salvatore Girone, resta in “ostaggio” in India?
«Assolutamente sì, ma pure Latorre sarà “ostaggio” in patria a causa della garanzia di farlo tornare in India. Il tweet del presidente del Consiglio che si felicita con la giustizia e il governo indiani significa che faremo tutto quello che ci chiedono. Questo vuol dire che rinunciamo alla sovranità nazionale. Siamo l'unica nazione al mondo che di fronte a una controversia internazionale si rimette in modo del tutto supino alla decisione di organi giudicanti del Paese che trattiene i nostri militari».
www.gliocchidellaguerra.it
[continua]

video
10 luglio 2014 | TG5 | reportage
Le parcelle d'oro degli avvocati dei marò
Cinque milioni di dollari, dalle tasche del contribuente italiano, sono stati sborsati per la difesa dei marò. In stragrande maggioranza serviti a pagare le costose parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i marò ed in minima parte come anticipo del baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell’arbitrato internazionale. Soldi ben spesi se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non fossero ancora trattenuti in India da due anni e mezzo senza processo. Un esborso assurdo tenendo conto dei risultati raggiunti fino ad ora, poco superiori allo zero.

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03 luglio 2013 | Uno Mattina | reportage
E se i marò fossero innocenti?
E se i marò non avessero mai sparato sul peschereccio St. Anthony, dove la morte di due pescatori indiani ha fatto esplodere una crisi senza precedenti fra Italia e India? Se fossero totalmente innocenti? Lo sostiene Toni Capuozzo in una nuova ricostruzione degli eventi sul fatidico 15 febbraio 2012.

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08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


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radio

18 febbraio 2014 | Radio Radio | intervento
India
Unità e Giornale d'accordo sui marò


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15 gennaio 2014 | Zapping | intervento
India
I marò e la solita Italietta
I marò forse eviteranno la spada di Damocle della legge che prevede la pena di morte, ma in questo caso po­trebbero rischiare di tornare fra le grinfie del Kerala per venir giudicati. Lo scrive l’agenzia indiana Press Trust, mentre l’Italia ha chiesto alla Corte suprema di rimandare a casa i marò «in attesa del processo». Nel frattempo a Milano si festegge­rà con un galà la 65 ª Giornata naziona­le della Repubblica dell'India. Ed il 26 gennaio, il consolato di Delhi e l’or­chestra sinfonica Giuseppe Verdi hanno organizzato un concerto «de­dicato all’India in occasione della Fe­sta nazionale »all’auditorio della Fon­dazione Cariplo. Pecunia non olet, ma in pratica suoneremo per gli india­ni c­he da due anni trattengono Massi­miliano Latorre e Salvatore Girone.

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21 gennaio 2014 | Radio24 Melog cronache meridiane | intervento
India
I marò rischiano la pena di morte?


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