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18 settembre 2014 - Attualità - Ucraina - Il Giornale
Quei nemici in Ucraina alleati contro la Jihad
Si sparano addosso in una guerra senza quartiere nel cuore dell'Europa, ma via social network rispettano il «nemico» e già ipotizzano di trovarsi tutti uniti su un fronte comune contro i tagliagole jihadisti. I volontari europei, di estrema destra, sul fronte ucraino schierati dalla parte di Kiev, con i filo russi del Donbass “dialogano” attraverso Facebook. «Quanto durerà ancora questa guerra? Se sopravviveremo andremo poi insieme a caccia di jihadisti” ha scritto uno dei 4 francesi che stanno combattendo con i ribelli separatisti. Guillame, il normanno, Michel, Victor Lenta soprannominato «Poirot» e Nicolas, l'avanguardia di quella che vorrebbe diventare una sorta di brigata internazionale. «Troppi imboscati da ambo le parti aizzano all'odio in modo vigliacco», risponde Francesco Saverio, l'italiano del battaglione Azov, formazione ultra nazionalista degli «uomini neri» al fianco di Kiev, che schiera oltre una dozzina di volontari europei. Negli anni '70 aveva aderito ad Avanguardia nazionale e poi al Fronte della gioventù. I suoi interlocutori, più giovani, dall'altra parte della barricata, fanno parte della formazione di estrema destra francese «Unità continentale». Il simbolo sulla mimetica è una specie di celtica sulla bandiera, simile a quella sudista, dell'esercito della Novarossya. L'ideologia è simile, ma gli amici-nemici si combattono su fronti opposti. I francesi scrivono: «Non siamo nello stesso campo, ma fra volontari ci si rispetta. Questo è l'ideale cavalleresco ed europeo».
Lo scambio di messaggi d'altri tempi è stato pubblicato da Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza posizione, movimento della destra radicale, su Noreporter, blog di contro informazione. Guillame scrive a Francesco: «Io non odio gli ucraini e neppure gli italiani, mio nonno era friulano. Non vedo l'ora di combattere l'Isis».
Il volontario del battaglione Azov, tornato da pochi giorni in Italia, spiega a il Giornale: «La frattura è l'Ucraina, ma una volta finita la guerra nel Donbass i volontari europei degli opposti fronti farebbero la fila per combattere contro il Califfato in Siria». I francesi filo russi sperano «che il battaglione Azov marci presto su Kiev». Un'idea non troppo lontana dalla realtà a tal punto che l'italiano risponde: «Come sai siamo accampati nella vecchia residenza di Yanukovich, ma si freme per occupare quella di Poroshenko». La dimora di Yanukovich trasformata in base dagli «uomini neri» è quella di Urzun, nel Donbass. Petro Poroshenko è l'attuale presidente ucraino considerato troppo liberale e disposto ad accordarsi con Mosca. Due giorni fa il parlamento di Kiev ha approvato uno «status speciale» per le regioni ribelli ucraine di Donetsk e Lugansk. Il ministero degli Esteri russo lo ha definito «un passo nella giusta direzione». Il premier ucraino, Arseny Yatseniuk, ha annunciato un programma di epurazione tra i dipendenti pubblici che non sono cambiati dalla caduta del presidente filo-russo Viktor Yanukovich. «Un milione di impiegati pubblici finiranno sotto esame» ha spiegato Yatseniuk, con l'obiettivo di sradicare le pratiche di corruzione sopravvissute dalla precedente amministrazione.
In prima linea il cessate il fuoco, per ora, tiene nonostante i combattimenti a singhiozzo attorno all'aeroporto di Donetsk, roccaforte secessionista. In rete i «camerati» schierati sui fronti opposti vorrebbero ritrovarsi uniti per combattere il Califfato e si augurano reciprocamente «che gli dei vi proteggano».
www.gliocchidellaguerra.it

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine


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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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