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04 febbraio 2015 - Attualità - Ex Jugoslavia - Il Giornale
“Guerra, non genocidio” La Corte Onu riscrive l’odio tra serbi e croati
La lenta e cavillosa giustizia internazionale ha sancito che la Serbia non si è macchiata di genocidio nel sanguinoso crollo della Jugoslavia. Peccato che la sentenza sia arrivata 24 anni dopo i fatti, come l'assedio di Vukovar, la Stalingrado croata. E che i serbi siano stati demonizzati, fin dall'inizio, come un popolo colpevole di genocidio. Un'onta che li ha messi nell'angolo oltre a provocare l'attacco della Nato del 1999 per il Kosovo. Per anni i serbi sono stati considerarli dei paria a livello internazionale con tutte le porte sbarrate a cominciare dall'accesso all'Unione Europea. A differenza dei «cugini» croati, che sono gli ultimi arrivati nella Ue.
La sentenza a scoppio ritardato non significa che le truppe serbe fossero composte da angioletti. I soldati e le milizie di Belgrado hanno massacrato, ma lo stesso è stato fatto dai croati, come ha stabilito la sentenza di ieri. Sia Croazia, che Serbia, però, non sono responsabili di genocidio.
Per un crimine così grave «è necessario il proposito deliberato di eliminare un determinato gruppo etnico, sul piano fisico» ha stabilito la Corte internazionale di Giustizia dell'Onu. I giudici usando un terribile bilancino hanno ravvisato che non ci sono prove per dimostrare che i serbi avevano lo specifico obiettivo non solo di «trasferire altrove con la forza» la popolazione di etnia croata nelle zone occupate, ma di «distruggerla in tutto o in parte».
Zagabria aveva denunciato la Serbia per genocidio nel 1999 prendendo come esempio Vukovar. All'inizio del tragico collasso dell'ex Jugoslavia la città venne ridotta ad un cumulo di macerie dall'assedio serbo. Una volta conquistata 260 soldati croati prigionieri e feriti furono passati per le armi. Un crimine di guerra, ma non si trattò di genocidio.
Belgrado ha reagito all'accusa denunciando, a sua volta, Zagabria di genocidio. I giudici del tribunale con sede all'Aja hanno respinto questa tesi, ma sottolineato che pure i croati, appoggiati dagli Usa, si sono macchiati di crimini contro la popolazione serba della Krajina, l'entroterra dalmata. Nel 1995 scatenando l'operazione Tempesta passarono per le armi non pochi civili e costrinsero alla fuga 200mila serbi.
Non a caso il presidente serbo, Tomislav Nikolic, canta vittoria da Belgrado: «Da parte delle più alte istituzioni giudiziarie dell'Onu è stato confermato che sono stati commessi crimini di massa contro i serbi di Croazia». Da Zagabria il primo ministro croato, Zoran Milanovic, si è detto «scontento della decisione della corte, ma la dobbiamo accettare». Per la cronaca 15 giudici contro due hanno «assolto» la Serbia dal macigno dell'accusa di genocidio. Non essendo previsto l'appello gli indennizzi miliardari, che si profilavano all'orizzonte, sono finiti in fumo.
Per i serbi è una rivincita storica e morale dopo essere stati considerati per oltre 20 anni gli unici «cattivi» dei Balcani. I leader sconfitti della «Grande Serbia» sono ancora in galera all'Aja come Radovan Karadzic, accusato di crimini di guerra in Bosnia. Slobodan Milosevic, lo zar rosso di Belgrado, è morto di infarto dietro le sbarre. Vojislav Seselj, il «duce» degli ultranazionalisti cetnici, è in libertà provvisoria da novembre per motivi di salute, dopo 12 anni di detenzione all'Aja. Il 27 gennaio il vescovo estremista Filaret lo ha insignito di una delle più alte onorificenze della chiesa ortodossa «per avere sconfitto il tribunale internazionale sull'ex Jugoslavia» sollevando polemiche anche a Belgrado.

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29 giugno 2015 | Il Caffè di Rai uno | reportage
Bandiere nere alle porte di casa
"Isis segreto", il libro de il Giornale e la minaccia jiahdista nei Balcani, alle porte di casa.

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radio

05 giugno 2008 | Radio 24 - Gr24 extralarge | reportage
Ex Jugoslavia
Allarme nucleare a Krsko
Tutto sotto controllo alla centrale nucleare slovena di Krsko, dopo la perdita di liquido radioattivo che ha fatto scattare l'allarme ed il panico in Europa. Una valvola difettosa ha provocato la fuoriuscita di circa 15 metri cubi di acqua di raffreddamento del reattore nucleare. Nessun irradiamento all'esterno.

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06 giugno 2008 | Radio 24 - Gr24 extralarge | reportage
Ex Jugoslavia
Reportage dentro il "mostro" di Krsko
Sul pannello con decine di allarmi si accende una luce gialla ad intermittenza e scatta uno stridulo segnale, simile ad una fastidiosa sveglia. I livelli dell’acqua di raffreddamento del reattore nucleare di Krsko cominciano a sobbalzare. Il liquido infestato da particelle radioattive fuoriesce, 2,4 metri cubi all’ora, per colpa di una valvola difettosa. Con due anni di addestramento alle spalle e nervi d’acciaio gli operatori dell’impianto sloveno affrontano l’emergenza e cominciano a spegnere la centrale nucleare. E’ andata proprio così mercoledì pomeriggio verso le 16 a Krsko, 130 chilometri in linea d’aria da Trieste. I responsabili della centrale ci hanno fatto entrare e simulato quello che era veramente accaduto.

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26 marzo 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Ex Jugoslavia
Voglia di Jugoslavia
In marcia assieme verso l’Unione europea, lotta comune al crimine organizzato, scambi economici sempre più intensi, il treno da Sarajevo a Belgrado e addirittura l’idea di un campionato di calcio che fa rinascere la Jugo nostalgia. Nessuno vuole rispolverare la vetusta Federativa socialista del maresciallo Tito. L’obiettivo è guardare avanti rendendo sempre più blandi i confini tracciati con il sangue. Fino a dieci anni si massacravano nel crogiuolo etnico dei Balcani, ma oggi le sei repubbliche secessioniste dell’ex Jugoslavia hanno voltato pagina.

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19 marzo 2001 | Radio 24 Gr | reportage
Ex Jugoslavia
Venti di guerra civile in Macedonia
A Tetovo, roccaforte albanese in Macedonia, la polizia combatte contro i guerriglieri che sognano la secessione.

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30 luglio 2008 | Nuova spazio radio | intervento
Ex Jugoslavia
Karadzic il super ricercato
Smoking nero con fiocchetto impeccabile e ciuffo ribelle è il ricordo indelebile di Radovan Karadzic, poco prima che Sarajevo precipitasse all’inferno. Era il 1991 ed il duce dei serbi di Bosnia partecipava ad un ricevimento all’Holiday Inn della capitale bosniaca.

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