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Scenari Mondo
20 maggio 2015 - Esteri - Siria - Panorama
Siria, il regime di Assad vicino alla resa?

CHE COSA E’ SUCCESSO 

Dopo 4 anni di guerra, 220 mila morti e 15 milioni di profughi e sfollati, le forze governative siriane, che sembravano vittoriose a inizio anno, stanno subendo cocenti sconfitte. Il 28 marzo Idlib, capoluogo della provincia nordorientale, è caduta nelle mani del fronte jihadista Jaysh al-Fatah: una nuova allenza estremista fra Al Nusra, costola di al Qaida, Arar ash Sham, potente gruppo salafita, e con il tacito accordo con l’Isis, fino a ieri acerrimo rivale. Il 22 aprile i ribelli estremisti hanno conquistato Jisr al-Shughur, cittadina strategica che apre le porte verso Latakya, roccaforte del regime. L’esercito governativo è ridotto alla metà dalle diserzioni. I comandanti si stanno scannando fra loro. Lo scorso marzo il generale Rostum Ghazaleh è stato pestato a morte dalle guardie del corpo di un altro ufficiale, Rafik Shehadeh, filo iraniano. E il generale sunnita Ali Mamlouk, uno dei capi dell’intelligence, è sospettato di ordire un colpo di Stato.  

CHE COSA HANNO SCRITTO   

«Il presidente Bashar al Assad ha perso terreno nel nord e nel sud della Siria» scrive Jane’s Defence weekly «e dovrà ridefinire le priorità sul territorio per garantire la sopravvivenza del regime». Il settimanale britannico conferma che Damasco «si affida sempre più all’Iran garantendo a Teheran una maggiore influenza nel dettare il corso del conflitto». Il New York Times sostiene che «anche le famiglie pro governative si rifiutano di mandare i loro figli al fronte» e si chiede «quanto possa resistere Assad». Secondo Charles Lister, analista a Doha in Qatar, «l’Iran con l’aiuto dei miliziani Hezbollah sta costituendo uno stato nello stato in Siria, per garantire i propri interessi politici in vista della scomparsa di Assad».     



video
09 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo. Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco. In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese. Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”. Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss. I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno. Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.

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[altri video]
radio

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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