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23 giugno 2015 - Il Fatto - Europa - Il Giornale
Libia, spari sul gommone dopo il via libera al piano Ue
L'Unione europea ha lanciato ieri la missione navale, che dovrebbe fermare i trafficanti di uomini e ridurre il flusso di migranti. L'annuncio non è nato sotto i migliori auspici. Nelle stesse ore dei miliziani che chiedevano il pizzo ad un barcone diretto verso l'Italia hanno sparato sembra ammazzando una delle persone a bordo e ferendone un'altra. Un assaggio di quello che potrebbe capitare durante le operazioni navali europee. Non a caso il rapporto riservato Ue dell'11 maggio prevedeva fra i «rischi operativi» dell'operazione la minaccia di «forze ostili, estremisti o terroristi come il Dae'sh (Stato islamico nda)».
Il problema è che in realtà la montagna europea ha partorito un topolino. La prima fase della missione «Eunavfor Med» riguarderà solo il dispiegamento di navi e velivoli di 14 paesi, dal Regno Unito alla Slovenia, in acque internazionali di fronte alla Libia e la raccolta di informazioni di intelligence sulle reti degli scafisti. Il tutto per una spesa, nei primi due mesi, di 11,82 milioni di euro. La beffa è che l'Italia con Mare Nostrum nel giro di un anno, oltre a salvare i migrati in mare, ha spiato la rete del traffico che è servita alla cattura di 539 scafisti. Le fonti della Marina ripetevano al Giornale di aver radiografato le bande dei barconi per mesi. Adesso si ricomincia assieme agli alleati europei. Ieri i ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo hanno lanciato l'operazione nel Mediterraneo ribadendo che l'obiettivo è «identificare, catturare e neutralizzare le imbarcazioni» usate dagli scafisti. Peccato che al momento ci si fermerà all' «identificazione» via intelligence, ma si continuerà a salvare i migranti per portarli in Italia.
Il comandante delle operazioni è il Contrammiraglio italiano Enrico Credendino di base a Roma. In mare il suo braccio operativo sarà il parigrado Andrea Gueglio a bordo della portaerei Cavour. Per ora la flotta europea sarà composta da 5 navi da guerra, 2 sottomarini, 3 aerei, 2 droni e 3 elicotteri. La missione dovrebbe essere operativa dai primi di luglio, ma bisognerà attendere il 20 del mese con il Consiglio dei ministri degli Esteri per capire quando si passerà alla fase 2 più muscolare. Secondo il documento riservato di maggio del Comitato militare Ue, svelato da Wikileaks, si prospettano «arresti e processi dei trafficanti, il sequestro, sabotaggio o neutralizzazione delle loro imbarcazioni e dei sistemi di appoggio (logistica, carburante, apparecchiature di comunicazione)». Sarà indispensabile l'autorizzazione del Consiglio di sicurezza Onu, che non è chiaro quando e se arriverà. Ieri è trapelata la notizia che l'Ue ha «contatti tecnici» con il governo islamista di Tripoli, non riconosciuto dalla comunità internazionale. Gran parte dei porti di partenza dei barconi sono in Tripolitania, nella zona ovest controllata dai miliziani della capitale e di Misurata. La doccia fredda è arrivata da Mohamed Abu Breida, numero due di Tripoli, nella lotta all'immigrazione clandestina. Secondo lui colpire i barconi in acque libiche sarebbe una «flagrante violazione della nostra sovranità». La missione durerà un anno e la fase 3 prevede operazioni in acque territoriali libiche e a terra, nonostante le smentite italiane, per catturare i trafficanti e far saltare la rete che sfrutta i flussi migratori. Una vera e propria «guerra» con una serie di rischi «durante gli abbordaggi o le operazioni a terra o in prossimità di coste non sicure» spiega il documento riservato.
Un assaggio di quello che ci aspetta è l'abbordaggio di un gommone zeppo di profughi e clandestini diretto a Lampedusa. Un natante libico, forse una motovedetta, con a bordo miliziani armati ha fermato i disgraziati per chiedere il pizzo. Di fronte al rifiuto i tagliagole hanno sparato. Le raffiche avrebbero ucciso un migrante, ma il corpo sarebbe sparito. Non si capisce se è caduto in acqua o lo ha recuperato la Marina per portarlo in Italia. Un altro migrante 32enne del Gambia è stato colpito da un proiettile al polpaccio e portato in salvo a Lampedusa da un elicottero italiano. I superstiti sono stati imbarcati da una nave militare italiana. Sempre nella giornata di ieri sono stati soccorsi al largo della Libia altri 2.518 migranti a bordo di quindici barconi. Le operazioni sono state coordinate dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma. E giovedì si riuniranno i capi di stato e di governo della Ue. In agenda la ridistribuzione di 40mila migranti da Italia e Grecia nel resto d'Europa, nuovi aiuti finanziari a chi è in prima linea negli sbarchi e la creazione di centri di identificazione nei paesi di partenza dell'invasione.

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21 novembre 2015 | Tele 4 | reportage
Ring - Speciale terrorismo
Intervista a tutto campo sugli attacchi di Parigi ed il pericolo delle bandiere nere

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05 ottobre 2010 | Radio 24 | intervento
Europa
Allarme terrorismo
Anche Italia e Spagna, oltre a Gran Bretagna, Francia e Germania, erano possibili obiettivi dell'attacco multiplo dei terroristi in Europa, sti­le Mumbai. Lo rivela al quotidiano in­glese Daily Telegraph una fonte dell' intelligence Usa. Il piano dei terrori­sti studiato nelle aree tribali pachista­ne, a ridosso del confine afghano, prevedeva attacchi nei centri della capitali europee o delle principali cit­tà. Commando suicidi, come a Mum­bai, avrebbero cominciato a sparare per strada, in mezzo ai passanti, o si sarebbero fatti saltare in aria per compiere un massacro. GIULIETTO CHIESA PENSA CHE SIA "DISTRAZIONE DI MASSA". UN GRANDE COMPLOTTO INVENTATO O POCO VIA, COME L'11 SETTEMBRE.

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23 settembre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Europa
L'estrema destra in Europa avanza
Tutti euroscettici fanno leva sulle paure dell’immigrazione galoppante, delle minoranze scomode come i Rom e della moltiplicazione dei minareti. L’ingresso nel parlamento svedese dei “Democratici” di Jimmie Akesson, che a 31 anni viene bollato esageratamente come il nuovo Hitler, è solo l’ultimo dei successi della destra dura e pura nel vecchio continente. In realtà si tratta di movimenti con diversi gradi di estremismo e populismo, che stanno crescendo soprattuto nell’est Europa e nel freddo nord.

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