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03 ottobre 2015 - Attualità - Siria - Il Giornale
Raid russi al cuore del Califfato L’Isis: sarà un altro Afghanistan
I raid russi in Siria continuano e la campagna aerea durerà 3-4 mesi. In risposta la costola siriana di Al Qaida non solo ha messo una taglia su ogni soldato di Mosca che verrà catturato. Il predicatore in armi, sceicco Abdallah al Muhaysini, del fronte Al Nusra, ha minacciato che per Mosca sarà un nuovo Afghanistan. E come se non bastasse ieri sera sono arrivate anche le dichiarazioni choc di Obama: «Putin è andato in Siria perché il suo amico Assad è debole. Non gli bastava più dare soldi. Ha dovuto mandare uomini. Solo Iran e Russia sono con Assad. Tutto il resto del mondo è con noi». E poi: «Con Putin abbiamo parlato della necessità di una
transizione politica in Siria. Ma sono stato chiaro: non si può riabilitare Assad. La visione del presidente russo è un disastro». 
La chiesa ortodossa russa, al contrario, ha benedetto l'intervento. «La lotta al terrorismo. Secondo Vsevolod Chaplin, portavoce del patriarcato di Mosca - è una lotta morale, se volete, una lotta sacra». Nelle ultime 24 ore i caccia russi hanno lanciato almeno 18 sortite contro 12 obiettivi delle formazioni estremiste anti Assad. Secondo il portavoce della Difesa di Mosca, generale Igor Konashenkov, sono stati distrutti bunker, depositi di armi e carburanti, un campo di addestramento dello Stato islamico, un posto di comando e un nodo di comunicazione. I caccia bombardieri Sukhoi decollano dall'aeroporto militare di Hamimin per colpire bersagli individuati dai satelliti e dai droni nelle zone di Idlib, Aleppo e Hama, dove si trovano le roccaforti di Al Nusra. Secondo al Jazera sarebbe stata attaccata anche l'area di Qaryatain, la città siriana conquistata dalle bandiere nere, dove sono in ostaggio decine di cristiani compreso padre Jaques Murad. A Raqqa, «capitale» del Califfato del Califfo in Siria i raid avrebbero ucciso 12 jihadisti secondo l'Osservatorio per i diritti umani. L'Isis ha cancellato la preghiera del venerdì a Raqqa, nel timore di raid dei jet russi. L'organizzazione dei diritti umani ha denunciato anche la morte di 7 civili sotto le bombe russe. Mosca respinge la accuse. «Vorrei sottolineare che le provocazioni informative sono state prefabbricate e rimpasticciate sbrigativamente prima ancora dell'inizio delle operazioni» ha dichiarato il generale Konashenkov. Nella guerra dell'informazione arriva la smentita del Pentagono sui raid russi contro i ribelli siriani addestrati dalla Cia. Militari di Mosca e americani si sono parlati in videoconferenza. Washington ha ribadito che gli obiettivi da colpire devono essere quelli dello Stato islamico e non le formazioni filo occidentali che combattono contro Damasco. La Turchia e gli alleati della coalizione contro le bandiere nere hanno espresso «profonda preoccupazione per gli attacchi aerei di Mosca, ulteriore escalation del conflitto».
Il ministro degli Esteri, Sergeij Lavrov, ha ribadito che i raid «in Siria hanno come obiettivo non soltanto lo Stato Islamico, ma anche le forze qaediste come il Fronte al Nusra e altri gruppi terroristici». Abu Hussein al Kuwaiti, uno dei capi della costola siriana di Al Qaida, ha messo una taglia di 1 milione di lire locali sulla testa di qualsiasi soldato russo catturato. Una cifra importante da quelle parti, ma che ammonta a soli 4700 euro. In un video diffuso in rete il predicatore saudita Abdallah al Muhaysini, che combatte nei ranghi di Al Nusra, ha evocato lo spettro afghano. «La Siria sarà la tomba degli invasori - ha annunciato - Parlo al popolo russo: Vi siete dimenticati della palude afghana?». Negli anni ottanta l'Armata rossa ha perso almeno 40mila uomini nell'invasione dell'Afghanistan per poi ritirarsi dopo un decennio di guerra contro i mujaheddin. Al contrario il capo della Chiesa ortodossa di Mosca, Kirill, sostiene che «la Federazione russa ha preso una decisione responsabile sull'uso delle forze armate per proteggere il popolo siriano dagli abusi dei terroristi». A Parigi il vertice fra Germania, Russia, Francia e Ucraina sulla crisi del Donbass è stato surclassato dalla Siria. Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato prima il capo di stato Francese Francois Hollande e poi la cancelliera tedesca Angela Merkel. Parigi e Mosca hanno cercato un riavvicinamento sulla Siria. Da Berlino il vice cancelliere e ministro dell'Economia tedesco, Sigmar Gabriel, si è detto convinto che «l'Europa avrà bisogno della Russia e non solo in Siria».
[continua]

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14 febbraio 2019 | Porta a Porta | reportage
Parla il miliziano italiano che ha combattuto nell'Isis


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23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

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18 febbraio 2016 | Terra! | reportage
La guerra dei russi in Siria
Chi l’avrebbe mai pensato di ritrovarmi faccia a faccia con i russi in Siria. Negli anni ottanta, durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan, il faccia a faccia con l’Armata rossa mi costò sette mesi di galera a Kabul. Gli inviati Fausto Biloslavo, Sandra Magliani, Lorena Bari e Anna Migotto documentano la guerra in Siria, l’immigrazione, i profughi, i morti ed i bombardamenti L’immigrazione, la guerra in Siria, i morti, i profughi che premono alle frontiere della Turchia cercando un varco per l’Europa, i bombardamenti.

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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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