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07 ottobre 2015 - Il fatto - Siria - Il Giornale
Alta tensione nei cieli: scoppia l’ira dei turchi sui raid del Cremlino
S cintille di guerra e propaganda fra caccia turchi e russi a cavallo del confine siriano infiammano il braccio di ferro sui raid del Cremlino. E volontari di Mosca sarebbero pronti a raggiungere la Siria per combattere contro le bandiere nere.
Lunedì otto caccia F-16 di Ankara, che stavano pattugliando l'esplosiva frontiera, sono finiti per quasi cinque minuti nel mirino dei sistemi radar della batterie missilistiche di Damasco e di ignoti Mig-29. Sia Mosca, che l'aviazione siriana, hanno in dotazione questi caccia. L'allarme arriva dalle forze armate turche, che negli ultimi giorni hanno denunciato, fra sabato e domenica, due violazioni dello spazio aereo da parte dei caccia russi impegnati nei bombardamenti in Siria. Mosca ha ammesso uno sconfinamento per errore, a causa del maltempo, di un velivolo in avvicinamento alla base aerea di Latakia ad una quarantina di chilometri dal confine.
Le violazioni, vere o presunte, hanno fatto scattare la reazione del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Non sembrano essere incidenti» ma azioni «inaccettabili» ha sostenuto il rappresentante dell'Alleanza atlantica. Secondo Stoltenberg «l'azione militare della Russia in Siria preoccupa la Nato». Alexander Grushko, rappresentante di Mosca presso l'Alleanza, è convinto che «l'incidente sia stato usato per coinvolgere la Nato nella campagna di informazione scatenata in Occidente, che travisa e stravolge gli scopi dell'operazione delle forze aereo spaziali russe in Siria». La Turchia grida al lupo perché l'intervento di Mosca blocca il suo piano di creare una zona cuscinetto di non sorvolo in Siria dove far rientrare i profughi ed insediare un governo di ribelli anti Damasco. E agita lo spettro di nuovo ondate di migranti. Il vicepremier di Ankara, Numan Kurtulmus, ha dichiarato che i raid russi in Siria «rischiano di spingere verso di noi 1 milione di profughi».
Fra lunedì e martedì i caccia russi hanno lanciato almeno una ventina di sortite sul territorio siriano colpendo 10 obiettivi dello Stato islamico secondo il comando di Mosca. Una trentina di mezzi militari compresi carri armati e sistemi lanciamissili sarebbero stati distrutti. Il portavoce del ministero della Difesa, generale Igor Konashenkov, ha smentito attacchi su Palmira: «La nostra aviazione in Siria non bombarda i centri abitati e soprattutto i monumenti architettonici». La rete satellitare Al Jazeera del Qatar, che appoggia i ribelli, al contrario, parla di morti fra i civili. Difficile, se non impossibile verificare, ma fin dall'inizio dei raid russi, il 30 settembre, è esplosa la guerra della disinformazione. Foto di bambini uccisi, cinque giorni prima, sono state spacciate come prove delle vittime civili sotto le bombe di Mosca. L'eliminazione di Iyad al-Deek, un capo ribelle «moderato», è stata imputata ai raid, ma in realtà lo hanno rapito i tagliagole del Califfato lo scorso anno. Poi è stato dato per morto.
Lunedì è trapelato che volontari russi sarebbero pronti a partire per combattere al fianco dell'esercito del discusso presidente siriano Bashar al Assad. Lo ha reso noto l'ex comandante della flotta del Mar Nero, ammiraglio Vladimir Komoyedov, che presiede il comitato di Difesa del parlamento russo. L'operazione sembra sia simile a quella realizzata in Crimea o nel Donbass, l'Est dell'Ucraina dove ex militari, cosacchi e giovani volontari col tacito accordo di Mosca sono corsi a dar man forte ai filo russi. Ieri il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha dichiarato che la Russia non sta preparando alcun intervento di terra e non sosterrà i volontari. Secondo l'uomo del presidente Putin, la soluzione politica della crisi siriana «è l'obiettivo finale delle azioni della Russia e certamente l'unico obiettivo possibile per tutta la comunità internazionale». Mosca e Washington stanno lavorando a un documento comune sulla «collaborazione tecnica» nei raid dei due paesi in Siria contro gli estremisti islamici. E 41 gruppi di ribelli siriani, comprese le fazioni di Ansar al Sham, l'Esercito dell'Islam ed il Fronte al Nusra, costola di Al Qaida, hanno giurato di combattere uniti la nuova guerra santa contro i russi.

video
12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Diario di guerra ia Damasco
Tadamon la prima linea a 500 metri dai vicoli dove i bambini giocano a pallone.

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14 febbraio 2019 | Porta a Porta | reportage
Parla il miliziano italiano che ha combattuto nell'Isis


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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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[altri video]
radio

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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