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Reportage
14 novembre 2015 - Sito - Iraq - Il Giornale.it |
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Iraq, le armi italiane ai Peshmerga per piegare i tagliagole dell'Isis |
Fausto Biloslavo “Il controcarro Folgore lo impieghiamo sulle trincee per liberare Sinjar. E per questo ringraziamo l’Italia, ma ci servono anche blindati, visori notturni ed i vostri corpi speciali al nostro fianco, come già fanno altri paesi”. Non ha peli sulla lingua il generale Izzedin Sa’din Saleh, baffetto curdo, che comanda la 12ima brigata nell’attacco alla città martire degli yazidi, la minoranza religiosa bollata come adoratrice del diavolo dallo Stato islamico. Nei giorni scorsi il contingente di 200 paracadutisti nel nord dell’Iraq ha concluso il settimo corso di addestramento per le reclute curde. Da gennaio gli italiani hanno già formato 2000 combattenti Peshmerga su un totale di 5mila addestrati dalla missione sotto nostro comando composta da sei paesi oltre al nostro (Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Finlandia, Olanda e Ungheria). Le armi italiane fornite ai curdi per combattere al Califfo non si limitano ad 80 controcarro Folgore, una specie di cannone senza rinculo che serve a sbriciolare i bunker delle bandiere nere, con 1000 proiettili. Il nostro paese ha fornito anche 100 mitragliatrici Browning, 825mila cartucce di vario calibro e 4000 munizioni anticarro. Un granello nel deserto su un fronte lungo mille chilometri da Mosul, la “capitale” irachena del Califfo fino a Sinjar vicina al confine siriano. Ma proprio il fianco destro del fronte, otto chilometri dalla Siria, è tenuto da due battaglioni yazidi addestrati dagli italiani. I soldati sono appostati dietro i sacchetti di sabbia in campi trincerati dispersi nel deserto. Il loro compito nell’offensiva è evitare contrattacchi jihadisti alle spalle della linea d’attacco. I militari yazidi mostrano orgogliosi il brevetto di addestramento e urlano in coro: “Italia bene”. La missione tricolore si chiama Prima Parthica dal nome della legione romana di Settimio Severo. Nel 197 dopo Cristo si spinse fino in Mesopotomia e piantò l’accampamento più avanzato proprio a Sinjar. Il contingente, come annunciato a fine ottobre dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, aumenterà fino a 750 uomini per un costo di 65 milioni di euro. I rinforzi riguardano 100 unità di carabinieri a Baghdad, dove l’Arma addestra la polizia irachena. Per ora i quattro Tornado ed i droni dispiegati in Kuwait continueranno a scattare foto degli obiettivi anziché bombardare. Ad aprire la strada ai Peshmerga nella liberazione di Sinjar ci pensano i caccia americani, inglesi e francesi, che da settimane martellano le postazioni delle bandiere nere. www.gliocchidellaguerra.it
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[continua] |
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06 marzo 2010 | Rai News 24 | reportage
I morti di Nassiriya
Sei anni dopo la strage non si fermano le polemiche sulla mancata sicurezza della base e sulle responsabilità dei comandanti.
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12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.
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22 novembre 2014 | | reportage
Premio Cutuli
Da Erbil collegamento per ricordare Maria Grazia uccisa dai talebani il 19 novembre 2011 a Surobi sulla strada per Kabul
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06 ottobre 2015 | Zapping Rai Radio 1 | intervento |
Iraq
Raid italiani in Iraq?
Raid italiani le ipotesi:Paolo Magri dir.Ispi,Fausto Biloslavo corrispondente Il Giornale.
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