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Reportage
11 febbraio 2016 - Controstorie - Siria - Il Giornale
Navi, missili e supremazia Mosca esibisce i suoi gioielli
da Hmeymim (Siria) - L'8 dicembre il sottomarino russo Rostov-na-Donu, classe Varshavyanka, da poco entrato in servizio, è emerso nel mar Mediterraneo, di fronte alle coste siriane. E ha lanciato i suoi missili da crociera Kalibrcontro le bandiere nere, che vorrebbero conquistare Damasco.Mosca ha schierato in campo il meglio delle sue forze militari per martellare i ribelli estremisti in Siria. Secondo fonti occidentali sono circa 4.100 i militari russi impegnati nell'offensiva, esclusi gli equipaggi delle navi e degli aerei da trasporto. Solo nella base aerea di Hmeymim, nell'entroterra siriano di Latakia, vengono impegnati 1.350 uomini. I piloti sarebbero 150-180. Le forze aeree comprendono una cinquantina di caccia, compresi i temibili Sukoi 35, appena arrivati, e due dozzine di elicotteri, in gran parte Hind Mi-24 d'attacco. Dopo l'abbattimento da parte dei turchi di un caccia russo, che per pochi secondi aveva violato lo spazio aereo di Ankara, il Cremlino ha dislocato per la difesa della base in Siria le batterie antiaeree S-400, fra le più moderne al mondo.Il generale Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore delle forze armate della Federazione russa, ha rivelato che le orbite di dieci satelliti da ricognizione sono state reimpostare per coprire costantemente il territorio siriano. Nei primi quattro mesi di operazioni, da fine settembre, i russi hanno dichiarato di aver compiuto 5.700 raid e colpito oltre diecimila obiettivi.La guerra di Mosca in Siria parte anche dal territorio russo. I bombardieri strategici Tupolev 160 Blackjack, in codice Nato, decollano dalla base di Olengorsk nella penisola di Kola. Oltre il circolo polare Artico aggirano i paesi scandinavi per poi fare rotta verso l'Islanda. I caccia della Raf li hanno intercettati al largo dell'Inghilterra, ma i Tupolev proseguono la missione e sorpassano lo stretto di Gibilterra. Sopra il Mediterraneo lanciano i loro missili di crociera sugli obiettivi in Siria e continuano dritti sorvolando i bersagli per registrare gli effetti del bombardamento. Alla fine chiudono il cerchio tornando a casa attraverso l'Irak, l'Iran e il mar Caspio. Questa è solo una delle missioni, che possono essere anche cinque al giorno, compiute dai bombardieri strategici russi dal 17 novembre. Per portarla a termine devono volare per quasi dieci ore coprendo una distanza di 6.556 chilometri.Mosca mostra i muscoli anche con una flotta di una dozzina di navi da guerra, in gran parte schierate nel Mediterraneo al largo del porto di Tartus, storica base d'appoggio fin dai tempi dell'Unione Sovietica. Dello schieramento navale fanno parte pure quattro corvette del 250° squadrone nel mar Caspio. Per la prima volta, il 7 ottobre, hanno lanciato una pioggia di missili da crociera Kalibr su bersagli in Siria attraversando lo spazio aereo iraniano e iracheno.La costola logistica più importante è quella navale, la cosiddetta Syrian Express, sorta nel 2012 per rifornire regolarmente di armi e munizioni i governativi siriani. La Marina russa ho dovuto comprare con discrezione una decina di navi da carico sul mercato internazionale per poi integrarle come mezzi d'appoggio.Le forze terrestri in Siria vengono stimate attorno ai 2.400 uomini. I russi stanno impiegando unità dei fanti di Marina, un battaglione di corpi speciali, squadre di cecchini, reparti di guerra elettronica e assetti di artiglieria. Secondo indiscrezioni occidentali i cannoni russi garantirebbero il supporto di fuoco all'esercito siriano nell'area di Aleppo, Homs e Hama.
[continua]

video
19 marzo 2019 | Rai 1 Storie italiane | reportage
Ricordo di Lorenzo volontario con i curdi ucciso dall'Isis


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09 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

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radio

23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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