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Articolo
17 febbraio 2016 - Attualità - Siria - Il Giornale
In Siria ora è guerra di accuse per le bombe indiscriminate
Turchia, Francia, Inghilterra e l'Onu puntano il dito, in maniera più o meno esplicita, contro i russi accusandoli di crimini di guerra per i bombardamenti in Siria. Mosca «respinge categoricamente» le accuse di aver colpito ospedali e scuole. I turchi prendono la palla al balzo e oltre a continuare a colpire con l'artiglieria i ribelli curdi anti Assad spingono con gli alleati, a cominciare dagli americani, per un intervento terrestre in Siria.«Quei vili, crudeli e barbari aerei» russi «hanno compiuto quasi 8mila raid dal 30 settembre», quando è iniziata la campagna militare di Mosca in Siria, «senza alcuna discriminazione tra civili e soldati o bambini e anziani». Parole durissime quelle pronunciate ieri dal premier turco, Ahmet Davutoglu. I suoi cannoni, però, martellano per il quarto giorno consecutivo la zona di Azaz, nel nord della Siria, per fermare l'avanzata delle milizie curde, che stanno dando del filo da torcere ai gruppi jihadisti. Almeno due bambini e una donna sarebbero stati uccisi e altri quattro civili feriti nelle ultime 24 ore dall'artiglieria turca, ma evidentemente sono morti che non hanno lo stesso peso di altri.Medici senza frontiere ha aggiornato ad 11 vittime accertate il bilancio del bombardamento di lunedì del loro ospedale a Maarat al-Numan nella provincia settentrionale siriana di Idlib. Tra le vittime ci sono cinque pazienti compreso un minore. Nei primi video si vedono anche miliziani barbuti in borghese, che recuperano fra le macerie un corpo, probabilmente un loro commilitone, trasportandolo coperto su una barella. Anche se dei ribelli feriti fossero stati ricoverati nell'ospedale, ciò non giustifica il bombardamento. L'Onu ha ricordato che l'attacco deliberato contro i centri sanitari costituisce un crimine di guerra.La Russia «respinge categoricamente» le accuse. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che «coloro che fanno tali affermazioni non sono in grado di sostenerle con delle prove». E Mosca replica con durezza ad Ankara. «Alcuni partner ci hanno letteralmente implorato di non toccare un corridoio un po' più corto di 100 chilometri sul confine siriano-turco intorno ad Azaz» ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Ovviamente - ha proseguito - questo mira a garantire il proseguimento dei rifornimenti quotidiani allo Stato islamico, Jabhat al-Nusra e altri gruppi terroristici con armi, munizioni e viveri dalla Turchia».L'offensiva aera russa (444 raid dal 10 febbraio su 1539 obiettivi) ha permesso alla forze governative di riconquistare nell'ultimo mese 800 chilometri quadrati di territorio con 73 villaggi. La vera battaglia, però, si sta preparando attorno ad Aleppo dove le forze di Damasco spalleggiate dai miliziani libanesi Hezbollah ed ufficiali iraniani hanno conquistato la centrale elettrica.Per evitare la caduta di Aleppo, che doveva diventare la «capitale» del governo ribelle, la Turchia ha chiesto agli alleati occidentali di «partecipare ad un'operazione terrestre in Siria. È impossibile ormai porre fine al conflitto senza l'invio di truppe di terra». L'indiscrezione arriva da una fonte anonima del governo turco.Nel caos siriano è arrivato a Damasco l'inviato dell'Onu Staffan De Mistura, che punta da oggi a rifornire 7 città

video
12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Maaalula: i tank governativi che martellano i ribelli
Il nostro inviato in Siria, Fausto Biloslavo, torna nel mezzo dei combattimenti fra le cannonate dei carri armati

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25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo. Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco. In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese. Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”. Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss. I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno. Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.

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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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[altri video]
radio

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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[altri collegamenti radio]