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Scenari Mondo
13 aprile 2016 - Esteri - Libia - Panorama
Tutti gli amici del governo di Tripoli

Chi sono gli amici del nuovo governo dell’Onu, fortemente voluto dall’Italia e sbarcato a Tripoli con un colpo di mano spalleggiato dai servizi segreti inglesi? Ex jihadisti, la tribù fedele a Gheddafi, milizie ed una quindicina di città. Tutti interessati a una spartizione del potere e agli aiuti Ue, che ha già pronto un primo assegno di 100 milioni di euro. Ma all’esecutivo di riconciliazione nazionale guidato da Fayez al Serraj non mancano neppure i nemici.

Il 30 marzo il nuovo premier e un pugno di ministri sono sbarcati dalla Tunisia, con l’appoggio di quanto resta della Marina libica. «Grazie a soldi e calcoli politici è stata comprata la lealtà di milizie chiave per il controllo di Tripoli» rivela una fonte di Panorama nella capitale. Prima fra tutte, una sorta di polizia guidata dall’islamista Abdel Aruf Qara. Veterano della guerra in Afghanistan, a Tripoli ha combattuto l’Isis, che reputa troppo estremista. Abdelhakim Belhadj, ex alleato di Al Qaeda, a capo di una potente milizia, ha deciso la «non belligeranza». Altre milizie, come le brigate di Abu Slim, Shuk al Juma e Tajura, trattano o stanno a guardare. Dal primo aprile una quindicina di città della costa occidentale hanno giurato fedeltà al neo-premier. La vasta tribù libica dei Warshafana, che storicamente ha appoggiato Gheddafi, si è subito schierata con il governo dell’Onu. L’ultimo alleato doveva essere Ibrahim al Jathran, che veste Armani e combatte contro l’avanzata delle bandiere nere verso i pozzi nella Sirte, ma ha cambiato idea.   

L’Ue ha imposto sanzioni ai nemici del neo-premier come Khalifa Ghweil, premier islamista di Tripoli scalzato da Serraj e fuggito a Misurata. Gran parte delle milizie della città-stato appoggiano il nuovo governo, ma Salah Badi, capo di una delle più forti, s’è opposto armi in pugno. Il gran mufti di Tripoli, Ali Ghariani, ha lanciato la jihad «per non vendere la patria agli stranieri». Il presidente del parlamento di Tripoli, influenzato dai Fratelli musulmani, Nuri Abu Sahmain, è stato sanzionato dalla Ue. Divieto al rilascio di visti europei e congelamento di fondi pure per Agila Saleh, presidente del parlamento di Tobruk (in teoria nostro alleato), che però ostacola il neo-premier. Ma il detrattore più temibile è il generale Khalifa Haftar, che guida una buona parte dell’esercito libico contro gli estremisti islamici. Grazie all’appoggio del Cairo, per ora non riconosce la legittimità del nuovo esecutivo. (Fausto Biloslavo)


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