|
Reportage
23 giugno 2016 - Controstorie - Iraq - Il Giornale |
|
In volo sul nord Irak con i nostri soldati che affrontano l’Isis |
da Erbil Gli elicotteri italiani decollano in coppia, uno dopo l'altro rullando sulla lama d'asfalto dell'aeroporto militare di Erbil nel nord dell'Irak. Dagli sportelloni laterali i mitraglieri, che sembrano soldati del futuro con caschi fantascientifici e visiera abbassata, scrutano il terreno brandendo le mitragliatrici rotanti. Pronti a sputare una valanga di fuoco in caso di minaccia. Tutto ha inizio con l'ordine di «allertamento per missione di recupero. Due militari rimasti isolati e non addestrati alla sopravvivenza». Sotto il tendone mimetico l'ufficiale della Brigata aeromobile Friuli fornisce i dettagli dell'operazione cominciando dalle coordinate per il recupero dei soldati tagliati fuori. I fucilieri del 66° Reggimento Trieste, in assetto da combattimento, prendono appunti. Sul computer scorrono le mappe digitali e, se necessario, le immagini in tempo reale del drone, che sta sorvolando la zona del recupero. L'ufficiale consegna le foto dei militari in pericolo da portare in salvo. Una simulazione assolutamente reale per mantenere la capacità operativa della nuova missione dell'aviazione dell'esercito nel Kurdistan iracheno. Quattro elicotteri NH-90 con 130 uomini fra piloti e fucilieri dell'aria, che formano le squadre di recupero. A fornire la copertura di fuoco, in caso di guai, ci pensano 4 Mangusta, gli elicotteri d'attacco, che facevano scappare a gambe levate i talebani in Afghanistan. Per la prima volta è possibile seguire da vicino la preparazione della missione. Da fine maggio i soldati italiani sostituiscono gli americani nel personal recovery, le operazioni di recupero del personale rimasto isolato. Un nuovo impegno militare sul fronte della guerra al Califfo, che dallo scorso anno vede impegnati oltre 200 uomini della missione Prima Parthica di addestramento dei combattenti curdi. La squadra di fucilieri dell'aria si imbarca nell'afa soffocante dell'aeroporto militare alla periferia di Erbil. Gli elicotteri NH-90 volteggiano come falchi d'acciaio. I due militari tagliati fuori sono nascosti e accovacciati a terra in mezzo al nulla. Gli elicotteri arrivano a bassa quota. E fanno un primo giro a distanza di sicurezza per evitare possibili imboscate. I droni italiani Predator, che partono dal Kuwait, sono i silenziosi occhi elettronici che dal cielo individuano i militari da esfiltrare. E controllano il terreno in diretta trasmettendo le immagini al comando. I miliziani delle bandiere nere potrebbero aver disseminato la zona di trappole esplosive. O qualche jihadista potrebbe nascondersi per abbattere gli elicotteri con un lanciarazzi a spalla. L'atterraggio è fulmineo e solleva una nuvola di polvere, da dove spunta di corsa la squadra dei fucilieri sbarcati dal portellone posteriore. I militari da salvare alzano le mani e rimangono in ginocchio, come da procedura e devono fornire una parola d'ordine per farsi riconoscere. Dopo averli velocemente perquisiti, vengono recuperati e portati verso uno degli elicotteri. In un battibaleno l'operazione è conclusa, se tutto fila liscio. «Siamo addestrati a recuperare piloti, corpi speciali, addestratori rimasti isolati, ma pure chi ha avuto un guasto al mezzo», spiega il capitano M.G. Niente nomi e facce per evitare ritorsioni dei terroristi. Il colonnello Andrea Ascani ha comandato la missione di addestramento Prima Parthica fino ai primi di giugno. Gli italiani hanno già formato oltre 4mila Peshmerga. Il pilota di Mangusta spiega che la nuova missione degli elicotteri è in grado «di recuperare del personale senza uno scontro a fuoco, ma pure nella peggiore delle situazioni che potrebbe capitare sul terreno». Sui mille chilometri della linea del fronte nel nord dell'Irak tenuta dai curdi si continua a combattere contro lo Stato islamico. L'area di operazioni si estende per 100 miglia. «L'unica zona off limits è la Siria», spiega il colonnello. Sulla pista sono allineati gli elicotteri italiani pronti a decollare per una missione, che a ogni recupero potrebbe diventare combat. Fausto Biloslavo |
|
|
video
|
|
12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.
|
|
|
|
28 settembre 2015 | Terra! | reportage
Il fronte del parto
In onda su Rete 4 la puntata "Avanti c'è posto" del settimanale tv di Toni Capuozzo sull'immigrazione e le sue cause. Uno dei servizi è il mio reportage di dieci minuti sul fronte nel nord dell'Iraq fra battaglie contro le bandiere nere, tendopoli dove i profughi vogliono partire per l'Europa, paracadutisti della Folgore che addestrano i curdi ed i monuments men italiani, che proteggono il patrimonio archeologico dell'umanità.
|
|
|
|
22 novembre 2014 | | reportage
Premio Cutuli
Da Erbil collegamento per ricordare Maria Grazia uccisa dai talebani il 19 novembre 2011 a Surobi sulla strada per Kabul
|
|
|
|
radio
|
26 agosto 2010 | Radio Anch'io - Radio Uno | intervento |
Iraq
Missione compiuta?
Il ritiro del grosso dei soldati americani lascia un paese ancora instabile, ma la missione è in parte compiuta.
|
|
06 ottobre 2015 | Zapping Rai Radio 1 | intervento |
Iraq
Raid italiani in Iraq?
Raid italiani le ipotesi:Paolo Magri dir.Ispi,Fausto Biloslavo corrispondente Il Giornale.
|
|
31 ottobre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento |
Iraq
Wikileaks dice quello che si sa già. Per tutti è un grande scoop
I rapporti Usa che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti ad An Nassiryah e la morte accidentale di un paracadutista in Iraq sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Baghdad. E altro ancora.
|
|
14 giugno 2014 | Radio24 | intervento |
Iraq
L'avanzata del Califfato
Il califfato con Baghdad capitale, Corano e moschetto, mani amputate ai ladri, nemici crocefissi, tasse islamiche, donne chiuse in casa ed Occidente nel mirino con l’obiettivo di governare il mondo in nome di Allah. Questo è lo “Stato islamico dell’Iraq e della Siria” (Isis), che sta conquistando città dopo città rischiando di far esplodere il Medio Oriente.
|
|
|
|
|