image
Articolo
12 agosto 2016 - Il Fatto - Libia - Il Giornale
I miliziani dell’Isis provano a resistere “Ma presto Sirte sarà di nuovo libera”
«Non si arrenderanno e sono ancora annidati in alcune zone della città. Ci vorranno un paio di settimane per liberare del tutto Sirte» spiega dalla prima linea un comandante impegnato ad espugnare la roccaforte delle bandiere nere in Libia. Niente nomi, ma le fonti libiche del Giornale confermano che i 500-1000 seguaci del Califfo trincerati a Sirte «sono votati alla morte. Non c'è nessuna possibilità di trattare una resa». Il portavoce dell'assedio, generale Mohamed al Ghasri, è ottimista: «La liberazione di Sirte potrebbe essere annunciata entro pochi giorni». L'operazione, iniziata in primavera, si chiama «Bunian al Marsus», che significa «edificio dalle fondamenta solide». I media libici parlano addirittura della vittoria finale nel giro di cinque giorni.
Ieri le forze anti Isis, che hanno perso almeno dieci uomini, sono penetrate nell'hotel Mujawir, da dove le bandiere nere tenevano sotto tiro il porto di Sirte. Sacche di jihadisti hanno continuato a resistere nel palazzo.
La battaglia è già costata ai governativi, soprattutto miliziani di Misurata, 350 morti e 3mila feriti. Le unità jihadiste sono ancora asserragliate in tre quartieri residenziali del centro. Veterani tunisini, jihadisti nigeriani di Boko Haram e affiliati libici che hanno scavato chilometri di tunnel, utilizzando come schiavi i prigionieri e trincee per muoversi fra le case. Quando si ritirano minano tutto e martellano con i cecchini. Per alleggerire l'assedio lanciano attacchi suicidi con dei mezzi corazzati artigianalmente ed imbottiti di esplosivo. Ieri i caccia americani hanno centrato uno dei questi «mostri», come vengono chiamati in gergo. Negli altri sei raid sono stati distrutti due camion con artiglieria pesante, un paio di mezzi carichi di rifornimenti e dieci postazioni dello Stato islamico.
«La liberazione totale della città è molto vicina» ha annunciato Fayez Serraj, il premier del governo di consenso nazionale libico voluto dall'Italia e dalle Nazioni Unite.
Dopo la conquista del porto degli scorsi mesi, che ha tagliato la via dei rifornimenti via mare, la svolta è stata la conquista di mercoledì del centro congressi Ouagadugu, nome della capitale del Burkina Faso. Il colonnello Gheddafi lo aveva fatto costruire nella sua città natale con cemento rinforzato, che neppure i carri armati riuscivano a sfondare. Un mega palazzo, che è stato utilizzato come centro di comando e controllo dello Stato islamico. In contemporanea la perdita del complesso universitario e dell'ospedale Ibn Sina hanno segnato una cocente sconfitta per le bandiere nere, che però non sono ancora finite.
L'offensiva ha avuto successo grazie ai bombardamenti dei caccia americani dell'operazione «Odyssey Lightning» ordinata dal presidente Barack Obama il primo agosto. I raid sono ancora pochi, una media al 4 al giorno, ma le bombe colpiscono in maniera chirurgica e mirata. Lo stesso Serraj ha confermato che «gli aerei americani hanno iniziato i bombardamenti per aprire la strada a un avanzamento delle nostre forze».
A Sirte sono presenti in prima linea reparti speciali inglesi ed americani per raccogliere informazioni d'intelligence, individuare bersagli e indirizzare i caccia sugli obiettivi. Al contrario le forze speciali francesi, che operavano a Bengasi, si sono ritirate la scorsa settimana. Per mesi hanno appoggiato il discusso generale Khalifa Haftar, rivale giurato della città stato di Misurata e del governo di Tripoli, che stanno liberando Sirte.

video
20 marzo 2011 | Domenica CInque | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
23 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
05 aprile 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
[altri video]
radio

09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
Libia
Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

play

26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


play

12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

play

18 marzo 2011 | Radio Capodistria | intervento
Libia
IL vaso di pandora
IL vaso di pandora

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]