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17 ottobre 2016 - Attualità - Siria - Il Giornale
Il Califfo perde Dabiq, la città siriana simbolo dei tagliagole
Le bandiere nere hanno perso Dabiq, la cittadina simbolo siriana dove avete dovuto svolgersi la battaglia della fine del mondo. Da una parte i musulmani duri e puri e dall\'altra gli infedeli, secondo la profezia di Maometto fatta propria dal Califfato. Ovviamente l\'Islam ne uscirebbe vittorioso conquistando il mondo.
Per ora le truppe dello Stato islamico si sono ritirate in gran fretta da Dabiq, 15 km dal confine turco, per timore di venire annientate. La cittadina, conquistata dalle bandiere nere nel 2014, è stata ripresa dai ribelli siriani appoggiati dall\'artiglieria e dall\'aviazione turca. Le fazioni turcomanne hanno guidato l\'attacco durato 24 ore. La vittoria è stata annunciata dall\'Esercito siriano libero, i ribelli «moderati» che combattono contro il governo di Damasco. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha confermato la disfatta delle bandiere nere.
La conquista di Dabiq e altri villaggi dell\'area fa parte di un\'operazione più ampia, nome in codice «Scudo dell\'Eufrate», iniziata il 24 agosto. La vittoria di ieri è uno degli obiettivi finali dell\'offensiva. Il fondamentale appoggio turco è servito a conquistare 2mila kmq nell\'area di Aleppo, dove si sta preparando una tremenda battaglia. I soldati governativi, le milizie sciite come gli Hezbollah libanesi e l\'appoggio aereo russo stanno preparando il terreno per la spallata, che dovrebbe spazzare via i ribelli dalla parte occidentale di Aleppo. I turchi hanno giocato d\'anticipo consolidando le posizioni nell\'area delle fazioni ribelli filo Ankara e ripulendo la zona di confine.
Dabiq non era solo un simbolo dello Stato islamico. Per anni i volontari della guerra santa giunti dall\'Europa e da mezzo mondo per unirsi alle bandiere nere sono passati dalla porosa frontiera turca arrivando in Siria in cittadine come Dabiq. Non a caso proprio nei dintorni del luogo simbolo è stato girato uno dei primi video shock di Jihadi John, il boia britannico della Stato islamico, che decapita con un coltellaccio Peter Kassig, l\'ex ranger dell\'esercito Usa che portava soccorsi e aiuti in Siria, e mescola l\'orrore alle minacce: «Qui seppelliamo il primo crociato e aspettiamo gli altri per lo scontro finale». Non a caso la rivista online del Califfato è stata intitolata proprio Dabiq, in onore alla profezia di Maometto sulla battaglia della fine del mondo. Una delle copertine era dedicata a Roma con il fotomontaggio di una bandiera nera che sventola su piazza San Pietro.
I turchi non solo sono sempre più coinvolti nel conflitto siriano, ma hanno spedito carri armati e truppe anche nel nord dell\'Iraq, in vista dell\'imminente attacco su Mosul, la «capitale» irachena del Califfo. Il governo di Baghdad ha intimato ad Ankara di ritirare i suoi soldati da Bashiqa, una base dei miliziani curdi. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito ieri che le truppe resteranno nel nord dell\'Iraq: «È anche una garanzia per impedire gli attacchi terroristici in Turchia».
[continua]

video
19 marzo 2019 | Rai 1 Storie italiane | reportage
Ricordo di Lorenzo volontario con i curdi ucciso dall'Isis


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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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09 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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radio

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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