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Articolo
12 gennaio 2017 - Il Fatto - Mondo - Il Giornale |
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Dagli Usa alla Russia: la guerra 3.0 che agita il pianeta |
Fausto Biloslavo L\'ombra degli hacker russi sulle elezioni americane, l\'allarme dei servizi segreti per il voto in Francia e Germania nel 2017 e la Ue che chiede aiuto alla Nato sono tutti esempi della nuova «guerra», la 3.0, che si combatte con attacchi cibernetici sempre più sofisticati. In Italia, dove è appena stato scoperto a Roma la punta dell\'iceberg dello spionaggio digitale, i crimini informatici nel 2016 hanno raggiunto il picco più elevato degli ultimi tre anni. Ieri, per la prima volta, il nuovo presidente americano, Donald Trump, ha ammesso che «forse gli attacchi informatici sono stati compiuti dalla Russia, ma credo anche da altri Paesi» riferendosi al rapporto dell\'intelligence sulle intrusioni digitali durante le elezioni. Trump ha sempre sostenuto che gli hacker non hanno influenzato il risultato, ma la Cia è convinta che il gruppo di pirati russi «Orsi fantasiosi» abbia preso di mira soprattutto i democratici. E Wikileaks ha reso pubblici 19mila messaggi di posta elettronica di Hillary Clinton e altri big del partito. L\'8 dicembre l\'allarme è rimbalzato in Europa con un inusuale comunicato dei servizi segreti tedeschi, che hanno denunciato l\'impennata di attacchi «aggressivi di cyber spionaggio» contro i politici tedeschi. Il vero timore, come ha lasciato capire la stessa cancelliera Angela Merkel, è che le cruciali elezioni politiche di settembre possano diventare il campo di battaglia della nuova «guerra» 3.0. Anche per le presidenziali francesi di aprile si teme un\'offensiva cyber. Il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, lo ha ammesso pubblicamente. «Sarebbe ingenuo - ha avvertito - pensare che la Francia, dove gli attacchi informatici l\'anno scorso sono raddoppiati, possa restare immune da questo rischio». L\'obiettivo non è solo il mero spionaggio informatico, ma la manipolazione delle informazioni collegata ad un evoluto modello di disinformazia di sovietica memoria. La tattica, come nel caso scoperto a Roma, è infilarsi nei computer o nei cellulari di politici e autorità grazie ad un cavallo di Troia digitale, che copia tutti i dati senza che le vittime se ne accorgono. Poi si stabilisce se e come divulgarle. L\'evoluzione della minaccia è la manipolazione delle informazioni piratate, che vengono trasformate in notizie false, parzialmente vere o divulgate ad arte per poi venire ingigantite dalla cassa di risonanza dei social. Nella campagna per la Casa Bianca è stato calcolato che le 20 notizie false più forti sono state riprese su Facebook 8,7 milioni di volte. La campagna cyber in vista delle elezioni in Europa nel 2017, comprese quelle olandesi e forse italiane, è già iniziata. Lo scorso anno i server della Commissione nel quartier generale Ue di Bruxelles hanno subito 110 attacchi di pirateria informatica, il 20% in più rispetto al 2015. Ed in novembre c\'è stato il culmine con un\'offensiva cyber su larga scala. Bruxelles conserva i dati sensibili dei 28 stati membri. I funzionari europei hanno ricevuto l\'ordine di usare messaggi di posta elettronica criptati. La Commissione ha chiesto aiuto alla Nato per rafforzare le misure anti hacker, ma è curioso che i più insidiosi sistemi di intrusione dello spionaggio cibernetico, come Sauron, si sospetta siano stati sviluppati dai governi. |
[continua] |
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12 ottobre 2017 | Tele Capodistria | reportage
Gli occhi della guerra
"Gli occhi della guerra" sarà questo il tema della prossima puntata di Shaker, in onda venerdì 13 ottobre alle ore 20.
Nostro ospite FAUSTO BILOSLAVO, giornalista di guerra che, in oltre 35 anni, ha vissuto e raccontato in prima persona la situazione su tutti i fronti più caldi: Libano, Afghanistan, Iran, Iraq, ex Jugoslavia... e ultimamente Ucraina, Libia, Siria...
Cosa vuol dire fare il reporter di guerra? Com'è cambiato questo "mestiere"? Perchè è ancora così importante? Come mai tanti giovani vogliono farlo? Quali consigli dargli?
Tante le domande cui cercheremo di dare risposta.
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18 ottobre 2019 | Sna | reportage
100 anni degli agenti di assicurazione
Il palco del Centenario Sna ha accolto anche Fausto Biloslavo, oggi certamente il più famoso e tenace reporter di guerra. Attraverso fotografie e filmati tratti dai suoi reportage nelle zone dei conflitti, Biloslavo ha raccontato la sua vicenda professionale, vissuta fra pericoli e situazioni al limite del disumano, testimonianfo anche l’orrore patito dalle popolazioni colpite dalla guerra. Affrontando il tema del coraggio, ha parlato del suo, che nonostante la quotidiana esposizione della sua vita a rischi estremi gli permette di non rinunciare a testimoniare la guerra e le sue tragiche e crudeli conseguenze. Ma il coraggio è anche di chi la guerra la subisce, diventando strumento per l’affermazione violenta delle ragioni di parte, ma non vuole rinunciare alla vita, alla speranza. E lottare per sopravvivere richiede grande coraggio.
Sebbene possa sembrare un parallelo azzardato, lo stesso Biloslavo, spiega che il coraggio è sostenuto dalla passione, elemento necessario in ogni attività, in quella del reporter di guerra come in quella dell’agente di assicurazione.
Il coraggio serve per cominciare da zero, ma anche per rialzarsi quando si è colpiti dalle difficoltà o per adattarsi ai cambiamenti, è il messaggio di Biloslavo alla platea del Centenario.
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16 giugno 2016 | Tgcom24 | reportage
Gli occhi della guerra, l’arte imperitura del reportage
Presentazione Gli occhi della guerra e del documentario "Profughi dimenticati" dal nord dell'iraq
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20 ottobre 2009 | Radio Uno | intervento |
Mondo
Rassegna stampa - Ultime da Babele
Cmmento ai giornali fra il mito del posto fisso ed i problemi del Medio Oriente.
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17 dicembre 2018 | Tracce Radio Rai FVG | intervento |
Mondo
Guerra guerra guerra
35 anni di reportage in prima linea
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06 luglio 2015 | Radio Capodistria | intervento |
Mondo
Non solo Califfato
Una panoramica della situazione internazionale e il ricordo di Franco Paticchio, grande Direttore ed Editore dimenticato
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22 ottobre 2009 | Radio24 | intervento |
Mondo
Libertà di stampa
In Italia la libertà di stampa è
sempre più in pericolo per colpa del
solito Cavalierenero,mentregli Stati
Uniti fanno unbalzo in avanti graziealnuovomessiademocraticoBarack
Obama. Lo stabilisce l’annuale
rapportodiReporterssansfrontières,
i giornalisticonil nasino all’insùche
considerano l’Italia alla stregua di
Bielorussia e Zimbabwe. Politicamentecorretti,
hannoelevatogliStati
Uniti dal 40˚ posto al 20˚, solo perché
non c’è più George W. Bush. E
declassato l’Italia al 49˚. Obama ha
incassato un Nobel per la pace preventivoeconquistatol’aureola
della
libertà di stampa.Nonche negli Usa
mancasse, ma è curioso che il 15
maggio proprio i Reporter senza
frontiere (Rsf) lanciavano strali contro
il nuovo inquilino della Casa
Bianca. «L’organizzazione è delusa
dalladecisionedelpresidente(Obama)
diporreilvetosullapubblicazione
delle 44 fotografie che ritraggono
l’esercitoamericanomentreabusae
torturai prigionieriafghanieiracheni
», si legge inuncomunicato di Rsf.
Jean-Francois Julliard, segretario
generalediRsf,ammettechenelbalzoinavantidegliUsahacontato
«l’effetto
Obama». Peccato che la Casa
Biancastiasparandocannonateverbalicontrola
tvFoxNewsreadicriticare
il presidente. «Non è più un organo
di informazione», «li tratteremocome
un partito d’opposizione»
hanno tuonato i portavoce. La Fox è
da tempo esclusa dalle interviste ad
Obama, limitata nell’accesso alle
fonti governative e ai suoi giornalisti
vengononegate ledomandedurantegliincontriconlastampaallaCasa
Bianca. L’editore dell’agguerrita tv è
RupertMurdoch.Rsfnonsimobilita
moltoper lasuaFoxnegli Usa,main
Italialodifende,considerandolominacciato
da Silvio Berlusconi.
Sui 175 Paesi nella classifica sulla
libertà di stampa siamo scivolati dal
35˚postodel 2007,quandoc’eraRomanoProdi,
al44˚delloscorsoanno
e al 49˚ odierno.Unabocciatura che
nonsi capisce benecomesalti fuori.
Nella classifica l’Italia si è beccata
12,4 voti negativi. I voti si basano su
un questionario, che è stato consegnato
a diverse decine di giornalisti,
professoriuniversitari,attivistideidirittiumanieavvocatidelnostroPaese.
Nonostante le richieste del Giornale
la lista dei «giurati» è segreta.
Peroraanchele12,4bacchettatesulla
libertà di stampa non sono state
ufficializzate. Sfogliando il facsimile
delquestionarioèovviocheinItaliai
giornalistinonvengonoammazzati,
torturatiosbattutiincarcerebuttandovia
la chiave.Comeaccadein Eritrea,
inTurkmenistaneinIran,gliultimi
tre Paesi della classifica di Rsf.
Nonèmaicapitatocheleforzearmateoilgoverno
abbianochiusoconla
forza giornali o televisioni, come si
chiede nel questionario.
SecondoRsf«lepressionidelCavaliere
sui media, le crescenti ingerenze
», ma pure «le violenze di mafia
controi giornalisticherivelano le attività
di quest’ultima eundisegno di
legge che ridurrebbe drasticamente
lapossibilitàperimediadipubblicareleintercettazionitelefoniche,
spiegano
perché l’Italia perda posizioni
per il secondo anno consecutivo».
Julliard, capoccia dell’organizzazione,
avevagiàannunciatoildeclassamento
in occasione della manifestazione
sulla libertà di stampa del 3
ottobre scorso a Roma. Al fianco di
SabinaGuzzanti,lacomicaantiCav,
minacciò:«Troppepressionisuimedia,
SilvioBerlusconirischiadi finire
nella lista dei predatori della libertà
di stampa» come la mafia. «L’Italia
nonguadagneràcertoposizioni»,avvertì.
Il preveggente francese ha però
sbagliato qualche calcolo. Il nostro
Paeseèstato retrocessoancheper le
querele miliardarie di Berlusconi a
Repubblica e altri giornali. ScorrendolaclassificadiRsfsiscoprechesiamo
stati battuti pure dal Sud Africa,
piazzato al 33˚ posto. Peccato che il
discutibile presidente sudafricano,
JacobZuma,abbia querelato perun
milione di dollari il vignettista JonathanShapiro.
Nonsolo:unprogrammasulla
satira è stato censuratodue
volte in tv,maZuma,si sa, èpiù simpatico
del Cav.
www.faustobiloslavo.eu
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14 gennaio 2019 | Peter Pan Radio Rai FVG | intervento |
Mondo
I bambini e la guerra
In 35 anni di reportage i drammi dei bambini, le vittime innocenti dei conflitti
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