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18 maggio 2017 - Esteri - Libia - Panorama
La filosofia delle Ong: “Vanno tutti accolti non respinti”

C’è il caso dei volontari tedeschi convinti che si debbano far sbarcare in Italia tutti, sia profughi in fuga dalla guerra sia clandestini economici. E non vogliono la polizia sulle loro navi o denunciare gli scafisti. Panorama ha messo in fila le dichiarazioni ufficiali, che dimostrano il lato ideologico di molte organizzazioni che lavorano con i migranti. L’ong tedesca Sea Eye si scaglia contro l’accordo del ministro dell’Interno Marco Minniti con la Libia: sarebbero «criminali e mercenari» gli agenti della guardia costiera libica che l’Italia addestra contro il traffico di uomini. Medici senza frontiere e altri associazioni pro accoglienza vogliono canali sicuri per arrivare in Italia o, addirittura, traghetti di linea. Ci si scaglia indistintamente contro la «Fortezza Europa» in nome di un flusso umano da non fermare. E la discussa Moas, Ong con sede a La Valletta, ammette che delle 25 mila persone soccorse non ne ha portata una a Malta. 

 IN UNA LETTERA 

ai donatori, la Ong tedesca Sea Eye si scaglia contro il piano dell’Italia di addestrare la Guardia costiera libica per fermare i migranti: «Cooperare 

e appoggiare un tale organizzazione di criminali e mercenari è inaccettabile». Il 10 maggio alla commissione Difesa del Senato, il capitano Markus Neumann ribadisce che rispetta «gli obblighi derivanti dalla convezione di Amburgo, che non distingue tra rifugiati e migranti economici. Poiché le persone che si mettono in fuga non hanno alternativa a partire».

LO SCORSO 10 MAGGIO 

Axel Grafmanns dichiara ai senatori della commissione Difesa che sulla nave dell’Ong tedesca Sea Watch «non accetterebbero la presenza a bordo di un ufficiale di polizia giudiziaria». E aggiunge: «Noi siamo neutrali mentre la polizia è di parte». Il 13 aprile sul sito di Sea Watch, Lion Kircheis, spiega che nelle polemiche sui migranti «si può solo contrastare il radicalismo dell’estrema destra con il radicalismo umanitario».

LA ONG TEDESCA 

Jugend Rettet si scaglia sul suo sito contro «la Fortezza Europa» che tiene lontani i migranti «con nuovi muri e ne limita la mobilità. 

Ci opponiamo a queste misure». Non a caso il vicepresidente dell’organizzazione, Lena Waldhoff, nell’audizione alla commissione difesa del Senato del 9 maggio dice che «la collaborazione con la Guardia costiera (italiana ndr) non comporta, però, anche l’identificazione degli scafisti (…). Jugend Rettet non sarebbe disponibile ad accogliere sul proprio natante la Polizia giudiziaria».

Stefano Spinelli 

di Rainbow for Africa, che collabora con la ong tedesca Jugend Rettet è ancora più netto: «La presenza a bordo di ufficiali di polizia giudiziaria è assolutamente incompatibile con il mandato umanitario di una organizzazione non governativa e pertanto non configurabile».

SUL SITO 

della Ong maltese Moas, si scopre che, dal 2014, «sono oltre 25 mila le persone che a cui abbiamo dato assistenza». Tutte portate in Italia. Nell’audizione alla commissione Difesa del Senato, Ian Ruggier «risponde negativamente» alla domanda «se abbiano mai portato a Malta i barconi dei migranti».

Il 24 aprile Loris de Filippi, presidente di Medici senza frontiere, replica sul sito dell’organizzazione alle critiche sul ruolo delle Ong: «Se ci fossero canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa, le persone in fuga non prenderebbero il mare 

WATCH THE MED 

è il portale europeo per le telefonate provenienti dai barconi dei migranti che chiedono di venire soccorsi e portati in Italia si legge: «Sono necessarie vie sicure e legali. C’è bisogno di aprire linee di traghetti per tutti».

e si ridurrebbe drasticamente il business dei trafficanti».


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