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29 giugno 2017 - Esteri - Albania - Panorama
Più che il socialismo in Albania vince l’astensionismo
CHE COSA E’ SUCCESSO
Vittoria di Pirro per Edi Rama, premier in carica, nelle elezioni politiche in Albania del 25 giugno. Il suo Partito socialista ha ottenuto il 50 per cento dei voti, ma il vero vincitore è l’astensionismo. Mai così bassa l’affluenza alle urne dalla fine del comunismo nel 1991, con circa il 55 per cento degli elettori che non è andato alle urne. I socialisti hanno ottenuto 79 seggi sui 140 del Parlamento. Rama, ex sindaco di Tirana e artista (foto), è al potere dal 2013 e potrebbe riuscire a governare senza bisogno di alleati. Il suo obiettivo dichiarato è traghettare il paese nell’Unione europea. «L’Albania è la nostra patria e l’Europa il nostro avvenire» ha scandito in campagna elettorale. Un’impresa non semplice, iniziata con la candidatura di tre anni fa. Il Partito democratico di centrodestra, intanto, accusa i socialisti di corruzione sistematica e dell’occupazione di gangli vitali dello Stato. Ma il leader Lulzim Basha, ammiratore di Donald Trump, ha ottenuto solo 39 deputati.
CHE COSA HANNO SCRITTO
«Ha vinto il partito dell’astensione» titola a piena pagina il giornale Dita. Il Financial Times commenta il voto scrivendo che «una maggioranza assoluta darà a Rama (il premier socialista, nda) il mandato per sviluppare le riforme richieste per l’inizio dei negoziati sull’ingresso nell’Unione europea verso fine anno». La testata economica britannica conferma che «il ministro dell’Interno ha denunciato centinaia di casi di voti comprati». Il portale informativo Balkan Insight è pessimista: «Le cicatrici del totalitarismo sono profonde e la democrazia resta un obiettivo inafferrabile».