image
Reportage
31 agosto 2017 - Copertina - Libia - Panorama
Per l’intelligence italiana una fitta rete di contatti e accordi “informali”

L’incontro sulla costa del Mediterraneo, il protettore dei trafficanti che cambia registro e blocca i migranti, l’arresto del boss non in linea e i soldi del governo libico spalleggiato da Roma. Le mosse segrete dell’Italia per fermare le partenze dei barconi dalla Tripolitania sono ardite, ma per il momento efficaci anche grazie all’Aise, la nostra intelligence. Verso fine luglio «emissari italiani e rappresentanti dei miliziani che controllano Sabrata si sono incontrati nel vicino hotel Dar Tallil che si affaccia sul Mediterraneo» rivela una fonte libica di Panorama. città dalle antiche vestigia romane, 70 chilometri a ovest di Tripoli, è uno dei principali punti di partenza dei barconi verso l’Italia. Un’altra fonte locale conferma l’incontro, che sarebbe avvenuto sempre di fronte al mare, però a Sabrata. dettagli non trapelano, ma la proposta è chiara: In cambio di aiuti e denaro italiani che arriveranno dal governo di Tripoli, fermate il flusso migranti. Il «garante» dell’accordo è Al Ammu, che significa «zio», al secolo Ahmed Al Dabbashi, protettore degli scafisti a Sabrata in cambio del pizzo su ogni barcone. Non a caso il gestore dell’hotel Dar Tallil è amico fraterno compagno d’armi dello «zio» ai tempi della rivolta contro il colonello Gheddafi. Gli stessi miliziani di Sabrata hanno rapporti consolidati con gli italiani tenendo conto che garantiscono la sicurezza esterna dell’impianto libico e dell’Eni di Mellita vicino al confine tunisino, da dove arriva il gas a Gela. 

«zio» non è un capo bastone qualunque. Un rapporto di giugno commissionato dal ministero degli Esteri olandese definisce Al Dabbashi «il trafficante di migranti più potente della Libia». Ad agosto inversione a U: la Brigata 48 dei miliziani di Sabrata, formalmente integrata dal ministero della Difesa di Tripoli, ma che fa riferimento allo «zio», comincia a pattugliare strade e spiagge fermando i migranti e bloccando le partenze dei gommoni. La svolta a 180 gradi è uno dei fattori chiave della riduzione degli arrivi in Italia di oltre il 70 per cento nell’ultimo mese. 

Un sistema simile era già stato adottato per Zawya, altro punto di partenze dalla Tripolitania ora ridotte a quasi zero. Il governo di Tripoli ha girato soldi e mezzi al discusso capo della guardia costiera Abd al Rahman Milad, veterano della rivolta anti Gheddafi accusato di maltrattare i migranti. Nome di battaglia «Bija», era legato a una banda di trafficanti di uomini e petrolio dello stesso clan.   

E che l’accordo tenga lo dimostra il fatto che chi non si allinea con il nuovo ordine voluto dagli italiani finisce male. Il 23 agosto un commando di sette uomini delle «forze di deterrenza» Rada, la milizia islamista diventata unità speciale del ministero dell’Interno di Tripoli, sbarca da un elicottero a Zuwara sempre sulla costa occidentale. Ad attenderli dei reparti locali che guidano verso l’obiettivo gli uomini di Abdul Rauf Kara, il salafita schierato con il governo di Fayez al Serraj riconosciuto dall’Onu. Il commando irrompe nella villa in stile Dubai di Fahmi Salim Mousa Bin Khalifa (foto). Il noto trafficante di uomini e contrabbandiere di petrolio finisce in manette e viene trasferito nella capitale. Salim aveva spostato le sue attività criminali a Sabrata e avrebbe potuto riattivare i barconi da Zuwara. Un ostacolo alle mosse italiane per tamponare le partenze dei migranti dalla Tripolitania. (F.B.)


video
27 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
19 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
20 marzo 2011 | TGCOM | reportage
A Tripolo sotto le bombe
A Tripolo sotto le bombe

play
[altri video]
radio

06 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

play

22 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

10 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]