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26 ottobre 2017 - Attualità - Italia - Il Giornale
“I clandestini in aumento”. Bufera sul sussidiario
Se racconti la verità sui migranti nelle pagine di un libro scolastico sollevi una bufera dei talebani dell\'accoglienza, che chiedono draconiani interventi censori del ministro alla Pubblica istruzione. Il tutto in una melassa buonista pro migranti, che trasuda da quasi tutti i testi per le scuole.
Le dieci righe nel mirino degli oltranzisti sono contenute nel sussidiario «Diventa protagonista» edito dal gruppo editoriale il Capitello per la quinta elementare. Nel nostro paese «è aumentata la presenza di stranieri, provenienti soprattutto dai paesi asiatici e del Nord Africa - scrivono gli autori Berardi, Giorgi e Rubaudo -. Molti vengono accolti in centri di assistenza per i profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge». Un passo incontestabile tenendo conto che quasi tutti i migranti sono «richiedenti asilo», ma per oltre il 60 per cento dei casi le domande vengono respinte. In pratica non avevano diritto di rimanere in Italia e sono migranti illegali, soprattutto per motivi economici, ovvero clandestini.
Il paragrafo incriminato continua spiegando che «nelle nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile: per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti».
Sembra la scoperta dell\'acqua calda sotto gli occhi di tutti, ma per Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa e membro della direzione nazionale Pd, scatta l\'allarme rosso. «Speravamo che fosse tutto finto, invece è vero - scrive in un tweet -. Questo è quello che si racconta su un sussidiario di quinta elementare. Qualcuno deve rispondere». E poi chiede l\'intervento censorio del ministro della Pubblica istruzione, Valeria Fedeli. Che sembra rispondere a stretto giro: «L\'educazione si fa con dati verificati, con contenuti oggettivi, con un linguaggio rispettoso».
Nessuno, però, si scandalizza per l\'impostazione partigiana della propaganda buonista di altri testi scolastici. Se non diversi genitori delle scuole medie venete dove si studia sul testo «Zoom. Geografia da vicino» edito da Loescher. Gli autori Luca Brandi, Guido Corradi e Monica Morazzoni hanno pensato bene di pubblicare la fotona di un barcone zeppo di migranti diretti in Sicilia con un titolo che non lascia dubbi: «Una presenza indispensabile».
Il testo sembra copiato da un intervento di Laura Boldrini, che nel finale denuncia come «i figli di stranieri nati in Italia continuano a non aver diritto alla cittadinanza italiana, anche se vivono nel nostro paese da sempre». Il riferimento allo Ius soli è pacchiano.
Bazzecole rispetto all\'ardito tentativo di riabilitare Attila come migrante. Su un libro di testo per le scuole non si parla più di invasioni barbariche, ma di «grandi migrazioni» degli Unni nell\'ottica dell\'integrazione, anche se un po\' violenta.

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14 marzo 2015 | Tgr Friuli-Venezia Giulia | reportage
Buongiorno regione
THE WAR AS I SAW IT - L'evento organizzato dal Club Atlantico giovanile del Friuli-Venezia Giulia e da Sconfinare si svolgerà nell’arco dell’intera giornata del 10 marzo 2015 e si articolerà in due fasi distinte: MATTINA (3 ore circa) ore 9.30 Conferenza sul tema del giornalismo di guerra Il panel affronterà il tema del giornalismo di guerra, raccontato e analizzato da chi l’ha vissuto in prima persona. Per questo motivo sono stati invitati come relatori professionisti del settore con ampia esperienza in conflitti e situazioni di crisi, come Gianandrea Gaiani (Direttore responsabile di Analisi Difesa, collaboratore di diverse testate nazionali), Fausto Biloslavo (inviato per Il Giornale in numerosi conflitti, in particolare in Medio Oriente), Elisabetta Burba (firma di Panorama), Gabriella Simoni (inviata Mediaset in numerosi teatri di conflitto, specialmente in Medio Oriente), Giampaolo Cadalanu (giornalista affermato, si occupa di politica estera per La Repubblica). Le relazioni saranno moderate dal professor Georg Meyr, coordinatore del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Trieste. POMERIGGIO (3 ore circa) ore 14.30 Due workshop sul tema del giornalismo di guerra: 1. “Il reporter sul campo vs l’analista da casa: strumenti utili e accorgimenti pratici” - G. Gaiani, G. Cadalanu, E. Burba, F. Biloslavo 2. “Il freelance, l'inviato e l'addetto stampa in aree di crisi: tre figure a confronto” G. Simoni, G. Cuscunà, cap. B. Liotti

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07 aprile 2020 | Tg5 | reportage
Parla il sopravvissuto al virus
Fausto Biloslavo TRIESTE - Il sopravvissuto sta sbucciando un’arancia seduto sul letto di ospedale, come se non fosse rispuntato da poco dall’anticamera dell’inferno. Maglietta grigia, speranza dipinta negli occhi, Giovanni Ziliani è stato dimesso mercoledì, per tornare a casa. Quarantadue anni, atleta e istruttore di arti marziali ai bambini, il 10 marzo ha iniziato a stare male nella sua città, Cremona. Cinque giorni dopo è finito in terapia intensiva. Dalla Lombardia l’hanno trasferito a Trieste, dove un tubo in gola gli pompava aria nei polmoni devastati dall’infezione. Dopo 17 giorni di calvario è tornato a vivere, non più contagioso. Cosa ricorda di questa discesa all’inferno? “Non volevo dormire perchè avevo paura di smettere di respirare. Ricordo il tubo in gola, come dovevo convivere con il dolore, gli sforzi di vomito ogni volta che cercavo di deglutire. E gli occhi arrossati che bruciavano. Quando mi sono svegliato, ancora intubato, ero spaventato, disorientato. La sensazione è di impotenza sul proprio corpo. Ti rendi conto che dipendi da fili, tubi, macchine. E che la cosa più naturale del mondo, respirare, non lo è più”. Dove ha trovato la forza? “Mi sono aggrappato alla famiglia, ai valori veri. Al ricordo di mia moglie, in cinta da otto mesi e di nostra figlia di 7 anni. Ti aggrappi a quello che conta nella vita. E poi c’erano gli angeli in tuta bianca che mi hanno fatto rinascere”. Gli operatori sanitari dell’ospedale? “Sì, medici ed infermieri che ti aiutano e confortano in ogni modo. Volevo comunicare, ma non ci riuscivo perchè avevo un tubo in gola. Hanno provato a farmi scrivere, ma ero talmente debole che non ero in grado. Allora mi hanno portato un foglio plastificato con l’alfabeto e digitavo le lettere per comporre le parole”. Il momento che non dimenticherà mai? “Quando mi hanno estubato. E’ stata una festa. E quando ero in grado di parlare la prima cosa che hanno fatto è una chiamata in viva voce con mia moglie. Dopo tanti giorni fra la vita e la morte è stato un momento bellissimo”. Come ha recuperato le forze? “Sono stato svezzato come si fa con i vitellini. Dopo tanto tempo con il sondino per l’alimentazione mi hanno somministrato in bocca del tè caldo con una piccola siringa. Non ero solo un paziente che dovevano curare. Mi sono sentito accudito”. Come è stato infettato? “Abbiamo preso il virus da papà, che purtroppo non ce l’ha fatta. Mio fratello è intubato a Varese non ancora fuori pericolo”. E la sua famiglia? “Moglie e figlia di 7 anni per fortuna sono negative. La mia signora è in attesa di Gabriele che nascerà fra un mese. Ed io sono rinato a Trieste”. Ha pensato di non farcela? “Ero stanco di stare male con la febbre sempre a 39,6. Speravo di addormentarmi in terapia intensiva e di risvegliarmi guarito. Non è andata proprio in questo modo, ma è finita così: una vittoria per tutti”.

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04 luglio 2012 | Telefriuli | reportage
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Giornalismo di guerra e altro.

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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