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09 gennaio 2019 - Album - Italia - Il Giornale
Quelli che le foibe sono una montatura
Fausto Biloslavo
da Trieste
Le foibe sono una mezza invenzione, i boia di Tito erano dei bravi ragazzi, che vanno riabilitati e il film dedicato a Norma Cossetto «è pura propaganda fascista». Claudia Cernigoi e Alessandra Kersevan, Cip e Ciop del «riduzionismo» che sminuisce a bazzecole il dramma delle foibe e dell\\\'esodo sono state ospitate ieri al Circolo della stampa di Trieste.
A un mese dal Giorno del ricordo, che rende omaggio alle vittime dei crimini di guerra con la stella rossa di Tito, nella «capitale» morale degli esuli istriani, fiumani e dalmati trovano spazio tesi e libri che fanno accapponare la pelle. Ovviamente senza contraddittorio, ma con una sala stracolma.
L\\\'annuncio con tanto di logo del Circolo della stampa è stato fatto girare via posta elettronica dall\\\'indirizzo Assostampa del Friuli-Venezia Giulia, il sindacato unico con la schiena dritta, che pende sempre da una parte. Nel palazzo dell\\\'Inpgi, che ospita pure l\\\'Ordine dei giornalisti pronto a battersi contro la disinformazione, Claudia Cernigoi ha presentato il suo ultimo, discutibile, libro Operazione Plutone dal sottotitolo «Inchieste sulle foibe triestine», come se fosse oro colato (L\\\'abisso Plutone è una foiba più piccola e meno conosciuta sull\\\'altopiano triestino, rispetto a quella di Basovizza, monumento nazionale). A fare gli onori di casa Pierluigi Sabatti, presidente del Circolo della stampa che definisce l\\\'autrice «detective della storia, che con coraggio propone un altro punto di vista».
Il libro punta a smontare gli infoibamenti attorno a Trieste giocando su numeri, dettagli, rapporti che dimostrerebbero l\\\'esistenza «di una grande montatura». A introdurre l\\\'autrice, l\\\'avvocato Alessandro Giadrossi, presidente della Camera penale di Trieste, che almeno ammette «la caccia all\\\'uomo e alcuni eccidi» durante i 40 giorni di occupazione di Trieste da parte delle truppe di Tito. Il bello è che l\\\'autrice sostiene di «aver reso giustizia» riabilitandolo a Nerino Gobbo, uno dei capetti filo jugoslavi a Trieste nel maggio-giugno 1945 poi fuggito oltre confine. La Corte di assise di Trieste lo ha condannato a 26 anni di galera in contumacia, ma Cernigoi è convinta che «la vera colpa fu di infiltrati» forse dei fascisti «che Gobbo ha fatto arrestare e processare a Lubiana». Al Circolo della stampa non poteva mancare Alessandra Kersevan, che ha ribadito «l\\\'esistenza di un piano» che dai tempi del maresciallo Graziani fino a oggi crea il «mito» delle foibe. L\\\'alfiere principale del «riduzionismo», più che una storica, è un\\\'attivista politica orfana di Tito. L\\\'ultima sua uscita sul sito di Rifondazione comunista riguarda Rosso Istria, il film dedicato alla martire istriana Norma Cossetto bollato come «pura propaganda fascista».
[continua]

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05 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
Islam, matrimoni forzati e padri assassini
Nosheen, la ragazza pachi­stana, in coma dopo le spranga­te del fratello, non voleva spo­sarsi con un cugino in Pakistan. Il matrimonio forzato era stato imposto dal padre, che ha ucci­so a colpi di mattone la madre della giovane di 20 anni schiera­ta a fianco della figlia. Se Noshe­e­n avesse chinato la testa il mari­to, scelto nella cerchia familia­re, avrebbe ottenuto il via libera per emigrare legalmente in Ita­lia. La piaga dei matrimoni com­binati nasconde anche questo. E altro: tranelli per rimandare nella patria d’origine le adole­scenti dove le nozze sono già pronte a loro insaputa; e il busi­ness della dote con spose che vengono quantificate in oro o migliaia di euro. Non capita solo nelle comuni­tà musulmane come quelle pa­chistana, marocchina o egizia­na, ma pure per gli indiani e i rom, che sono un mondo a par­te.

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14 marzo 2015 | Tgr Friuli-Venezia Giulia | reportage
Buongiorno regione
THE WAR AS I SAW IT - L'evento organizzato dal Club Atlantico giovanile del Friuli-Venezia Giulia e da Sconfinare si svolgerà nell’arco dell’intera giornata del 10 marzo 2015 e si articolerà in due fasi distinte: MATTINA (3 ore circa) ore 9.30 Conferenza sul tema del giornalismo di guerra Il panel affronterà il tema del giornalismo di guerra, raccontato e analizzato da chi l’ha vissuto in prima persona. Per questo motivo sono stati invitati come relatori professionisti del settore con ampia esperienza in conflitti e situazioni di crisi, come Gianandrea Gaiani (Direttore responsabile di Analisi Difesa, collaboratore di diverse testate nazionali), Fausto Biloslavo (inviato per Il Giornale in numerosi conflitti, in particolare in Medio Oriente), Elisabetta Burba (firma di Panorama), Gabriella Simoni (inviata Mediaset in numerosi teatri di conflitto, specialmente in Medio Oriente), Giampaolo Cadalanu (giornalista affermato, si occupa di politica estera per La Repubblica). Le relazioni saranno moderate dal professor Georg Meyr, coordinatore del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Trieste. POMERIGGIO (3 ore circa) ore 14.30 Due workshop sul tema del giornalismo di guerra: 1. “Il reporter sul campo vs l’analista da casa: strumenti utili e accorgimenti pratici” - G. Gaiani, G. Cadalanu, E. Burba, F. Biloslavo 2. “Il freelance, l'inviato e l'addetto stampa in aree di crisi: tre figure a confronto” G. Simoni, G. Cuscunà, cap. B. Liotti

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10 giugno 2008 | TG3 regionale | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /1
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non dimentica i vecchi amici scomparsi. Il 10 giugno ha visitato a Bolzano la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” dedicata ad Almerigo Grilz. La mostra è stata organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti. Gli ho illustrato le immagini forti raccolte in 25 anni di reportage assieme ad Almerigo e Gian Micalessin. La Russa ha ricordato quando "sono andato a prendere Fausto e Almerigo al ritorno da uno dei primi reportage con la mia vecchia 500 in stazione a Milano. Poco dopo li hanno ricoverati tutti e due per qualche malattia". Era il 1983, il primo reportage in Afghanistan e avevamo beccato l'epatite mangiando la misera sbobba dei mujaheddin, che combattevano contro le truppe sovietiche.

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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