image
Reportage
12 febbraio 2019 - Sito - Siria - Il giornale.it
“Sopravvissuto a un razzo Rpg”: le prime parole di Micalizzi

Fausto Biloslavo

“Sopravvissuto a un razzo Rpg. Incredibile” sono le prime parole di  Gabriele Micalizzi raggiunto via telefono all’ospedale militare americano di Baghdad, Role 3, dove è stato operato durante la notte di lunedì. Il giubbotto antiproiettile gli ha salvato la vita. E l’elmetto insanguinato, che ha resistito all’esplosione del razzo Rpg è ammaccato, ma intatto. Così gli ha evitato gravi ferite alla testa. Il giubbotto sfasciato dall’esplosione, forse non dei migliori, è servito, però, a fermare le schegge. Gabriele, evacuato dagli americani nella notte di lunedì dalla Siria alla capitale irachena, non ha ferite serie al torace. I danni sono al volto e ad un braccio. 

Su Gli Occhi della Guerra pubblichiamo le foto dell’elmetto e del giubbotto di Gabriele, d’accordo con i suoi amici del collettivo fotografico Cesura, proprio per dimostrare quanto sia importante per i giornalisti avere l’attrezzatura adeguata nelle zone di guerra. Gabriele non ce l’avrebbe fatta senza la pesante corazza, che diventa la seconda pelle di ogni reporter in prima linea.

Tante volte abbiamo visto giornalisti, soprattutto italiani, che in zone pericolose, dove sparavano o lanciavano razzi, sembravano Alice nel paese delle meraviglie. E passeggiavano senza alcuna protezione fra i botti, come se fosse una serata di fuochi d’artificio in qualsiasi città italiana.  

Gabriele ha provato sulla sua pelle l’impatto di un razzo Rpg lanciato dagli ultimi seguaci del Califfo. La voce è un po’ impastata dai farmaci e non si ricorda bene dell’attacco. “Ci sono stati altri feriti o morti?” ci chiede al telefono. Il combattente curdo ucciso e il suo comandante ferito gravemente hanno assorbito la forza maggiore dell’esplosione. L’onda d’urto e le schegge hanno investito Gabriele, che si è salvato grazie al giubbotto anti proiettile. Nel giro di 48 ore verrà valutata l’evacuazione verso l’Italia. Sempre cosciente  sta “bene”, tenendo conto che è un sopravvissuto.

[continua]

video
10 settembre 2013 | Tg5 | reportage
L'inferno di Jobar alle porte di Damasco
Alle porte della capitale siriana il nostro inviato racconta il sobborgo ridotto a un cumulo di macerie, nella zona dove sono state usate le armi chimiche.

play
23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

play
14 febbraio 2019 | Porta a Porta | reportage
Parla il miliziano italiano che ha combattuto nell'Isis


play
[altri video]
radio

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

play

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

play

23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


play

[altri collegamenti radio]