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Commento
22 febbraio 2019 - Attualità - Siria - Il Giornale
La fine è vicina per l’Isis in Siria Resta il pericolo dell’ideologia
di Fausto Biloslavo
Gli irriducibili dello Stato islamico si ostinano a usare i civili come scudi umani nell\'ultima sacca del Califfato in Siria. I camion che ieri dovevano evacuare le famiglie dell\'Isis nell\'ultimo chilometro quadrato ancora in mano delle bandiere nere sono tornati indietro vuoti dal grande villaggio di Baghuz ridotto ad un cumulo di macerie da settimane di aspri combattimenti con i curdi delle Forze democratiche siriane. La fine dell\'Isis nella Siria sud orientale è solo rimandata di ore o giorni, ma i seguaci del Califfo hanno oramai perso in battaglia il territorio che controllavano cinque anni fa da Raqqa alle porte di Baghdad. 
Nell\'ultima ridotta sono asserragliati i combattenti stranieri duri e puri, come i ceceni, ma anche europei e potrebbero esserci pure jihadisti giunti dall\'Italia. Non hanno più nulla da perdere e potrebbero combattere fino alla morte facendosi saltare in aria con la cintura esplosiva una volta finite le munizioni. In centinaia, però, nei giorni scorsi sono riusciti a rompere l\'assedio scappando nel vicino Iraq. Anche se il Califfato non esiste più come Stato, la minaccia non è morta. Cellule clandestine scampate all\'annientamento continuano a compiere attentati mordi e fuggi usando una tattica di puro terrorismo.
I migliaia di combattenti dell\'Isis catturati dai curdi con le loro famiglie sono pure un enorme problema. I paesi di origine dei combattenti stranieri, compresa l\'Italia, non li vogliono. I prigionieri rischiano di diventare un spina nel fianco. Se, come è probabile, verranno consegnati ai governativi di Assad faranno una brutta fine, che alimenterà la propaganda jihadista e il desiderio di vendetta. E a nord di Damasco, nell\'enclave di Idlib, sotto protezione turca si sono ritirati i resti delle armate jihadiste sconfitte nella guerra in Siria. Nonostante la tregua sancita dai russi i bombardamenti sull\'enclave continuano e il bubbone prima o poi esploderà. Ma la minaccia più insidiosa da estirpare è l\'ideologia delle bandiere nere, che ha attratto 40mila volontari della guerra santa dal mondo intero, la più grande legione straniera dell\'Islam dai tempi dell\'invasione sovietica dell\'Afghanistan. Se in Siria e Iraq non saranno capaci, dopo avere vinto la guerra contro il Califfo, di conquistare la pace garantendo ricostruzione e sicurezza a tutti, l\'ideologia dello Stato islamico continuerà a reclutare seguaci.
[continua]

video
10 settembre 2013 | Tg5 | reportage
L'inferno di Jobar alle porte di Damasco
Alle porte della capitale siriana il nostro inviato racconta il sobborgo ridotto a un cumulo di macerie, nella zona dove sono state usate le armi chimiche.

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09 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo. Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco. In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese. Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”. Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss. I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno. Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.

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radio

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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