image
Articolo
09 agosto 2019 - Attualità - Italia - Il Giornale
Mattarella affonda il decreto sicurezza bis e fa scudo alle Ong
Fausto Biloslavo
Il presidente della Repubblica, fa da scudo alle Ong demolendo, di fatto, il decreto sicurezza bis fortemente voluto dal ministro dell\'Interno, Matteo Salvini. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha furbescamente promulgato il decreto facendolo diventare legge, ma sottolineando con forza tutto quello che non va e dovrebbe essere cambiato. In pratica ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e ai presidenti di Camera e Senato esprimendo le sue «rilevanti perplessità». E invitando governo e Parlamento all\'«individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina in questione». Ovvero una nuova legge che affossi il decreto sicurezza bis, che fa tremare le Ong.
Non è un caso che la prima «perplessità» di Mattarella riguardi proprio l\'impennata delle multe alle Organizzazioni non governative. «Nel caso di violazione del divieto di ingresso nelle acque territoriali - scrive il capo dello Stato - la sanzione amministrativa pecuniaria applicabile è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 volte nel massimo, determinato in un milione di euro, mentre la sanzione amministrativa della confisca obbligatoria della nave non risulta più subordinata alla reiterazione della condotta». Forse nessuno lo ha informato che la democratica Spagna ha stabilito una multa che arriva fino a 901.000 euro proprio per Open Arms che ciondola con 121 migranti al largo di Lampedusa. E che i capitani delle navi delle Ong più estremiste cambiano ad ogni missione proprio per evitare la reiterazione del reato.
La seconda mazzata presidenziale riguarda l\'obbligo del salvataggio dei naufraghi. Per Mattarella «come correttamente indicato all\'articolo 1 del decreto convertito, la limitazione o il divieto di ingresso può essere disposto «nel rispetto degli obblighi internazionali dell\'Italia», così come ai sensi dell\'articolo 2 «il comandante della nave è tenuto ad osservare la normativa internazionale». E cita la Convenzione di Montego Bay, che obbliga al soccorso in mare, ma non al favoreggiamento dell\'immigrazione clandestina. Le navi delle Ong spesso recuperano migranti su gommoni che non stanno affondando e soprattutto si sostituiscono agli Stati operando come vogliono in acque di ricerca e soccorso libiche e intralciando la Guardia costiera di Tripoli. Nelle ultime ore la nave Alan Kurdi, della Ong tedesca Sea-Eye, ha fatto una corsa in mare per recuperare un gommone di migranti, ma sul posto è arrivata prima una motovedetta libica.
Alla fine il Quirinale nell\'unico punto che forse coglie nel segno contesta la norma sull\'oltraggio a pubblico ufficiale: «Non riguarda soltanto gli appartenenti alle Forze dell\'ordine ma include un ampio numero di funzionari pubblici» compresi «i controllori dei biglietti di Trenitalia, () i direttori di uffi
[continua]

video
16 marzo 2012 | Terra! | reportage
Feriti d'Italia
Fausto Biloslavo racconta le storie di alcuni soldati italiani feriti nel corso delle guerre in Afghanistan e Iraq. Realizzato per il programma "Terra" (Canale 5).

play
12 maggio 2020 | Tg5 | reportage
L'infermiera sopravvissuta al virus
L’infermiera ha contratto il virus da un paziente anziano nell’ospedale Maggiore di Trieste A casa non riusciva più a respirare ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale Il figlio, soldato della Nato, era rimasto bloccato sul fronte baltico dall’emergenza virus con l’appartamento pieno di medicine l’incubo del contagio non l’abbandonerà mai Due mesi dopo il contagio Svetlana è negativa al virus ma ancora debole e chiusa in casa

play
10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.

play
[altri video]
radio

03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]