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13 settembre 2019 - Interni - Ong - Il Giornale
Il governo riapre i porti e bluffa sui migranti: resteranno qui per mesi
I l governo giallo rosso si prepara ad aprire i porti alla nave Ocean Viking con 82 migranti a bordo grazie al solito copione del ricollocamento volontario in alcuni paesi Ue. Un sistema lungo, farraginoso, che va deciso di volta in volta e ha già dimostrato tutti i suoi limiti con il precedente esecutivo. Non solo: la nave delle Ong francesi Msf ed Sos Mediterranee, come le altre già sequestrate, non è abilitata al salvataggio sistematico come ha fatto e annunciato nelle ultime operazioni davanti alla Libia. Ocean Viking risulta solo una nave di rifornimento, che poi è stata potenziata con a bordo un centro di primo soccorso e altre strutture che dimostrano la non casualità del salvataggio dei migranti. Da Sos Mediterranee confermano: «Vero che non siamo registrati per ricerca e soccorso, ma non è legalmente necessario. Salvare le vite in mare è un obbligo». La Guardia costiera italiana non la pensa così e ha già contestato il problema a tutte le altre navi delle Ong sequestrate o sottoposte a fermo amministrativo.
«Ocean Viking ha ribadito la richiesta di porto sicuro a Italia e Malta per 82 naufraghi, tra cui 18 minori e una donna incinta. Speriamo in una decisione rapida, di responsabilità e umanità» ha scritto su Twitter Medici senza frontiere. L\'Ong nemmeno si è sognata di portarli in Tunisia, il porto sicuro più vicino.
Ieri a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha riunito il ministro dell\'Interno, Luciana Lamorgese, quello degli Esteri, Luigi Di Maio, della Difesa, Lorenzo Guerin, delle Infrastrutture Paola De Micheli. E c\'era pure Dario Franceschini a nome del Pd. Il summit è servito a partorire il classico topolino cercando di mascherare l\'inversione di rotta rispetto ai porti chiusi. Sulla «vicenda della Ocean Viking si è registrata una forte adesione europea al meccanismo di redistribuzione attivato nelle scorse ore dall\'Italia, che consentirà un\'adeguata e sollecita soluzione» si legge in una nota di Palazzo Chigi dopo il vertice.
Peccato che prima le navi delle Ong non venivano fatte entrare e che la soluzione europea sia un mezzo bidone. Nessun migrante parte subito per un altro paese, ma resta da noi. Gli 82 sbarcheranno in Italia e verranno trasferiti in un hotspot dove ci vorranno mesi per distribuire le quote. Prima devono arrivare da Malta i funzionari dell\'Easo, l\'agenzia europea che si occupa di ricollocamenti, per intervistare tutti i migranti. Poi arrivano le delegazioni dei singoli paesi come Germania, Francia, Spagna che si sono già resi disponibili in passato per ascoltare a loro volta i migranti e scegliere le proprie quote. Il Lussemburgo, piccolo e moderno, organizza le teleconferenze. Per dare un\'idea i 67 sbarcati il 31 luglio da nave Gregoretti hanno cominciato i trasferimenti negli ultimi giorni. In altri casi c\'è voluto più tempo e comunque il sistema va attivato di volta in volta.
La senatrice pentastellata Paola Taverna ha rivelato ieri l\'arduo obiettivo del Conte bis: «Il Paese di approdo non sarà più quello del porto sicuro di prima accoglienza (l\'Italia, nda) ma la nazione dove i migranti verranno ricollocati, tassativamente entro un mese dallo scalo iniziale, e secondo quote predefinite». Una chimera che non tiene conto del probabile aumento delle partenze dalla Libia dopo l\'inversione a U sui porti chiusi.
E come se non bastasse ieri la chiesa evangelica tedesca ha deciso di mandare una propria nave nel Mediterraneo dopo avere già finanziato i talebani dell\'accoglienza tedesca Sea watch e Sea eye. I migranti recuperati dalla Libia andranno direttamente in Germania o sbarcheranno tutti in Italia?
[continua]