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Articolo
10 ottobre 2019 - Attualità - Siria - Il Giornale |
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| Via ai raid turchi in Siria Colpiti i curdi anti Isis Trump: “Una cattiva idea” |
Il «sultano» ha dato il via all\\\'attacco contro i curdi nel Nord Est della Siria. Raid aerei in profondità, artiglieria pesante e cento blindati oltre a carri armati pronti a passare il confine dove sono attestati 5mila soldati turchi. Per non parlare dell\\\'appoggio di 14mila miliziani dell\\\'Esercito libero siriano, dei gruppi turcomanni e di qualche frangia legata ai terroristi della guerra santa, tutti alleati di Ankara. L\\\'operazione dal nome paradossale, «Primavera di pace», è la terza del genere dal 2016, ma la più ambiziosa. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, vuole creare un corridoio di 32 chilometri dal confine per avere una specie di cuscinetto contro i combattenti curdi che bolla come «terroristi». E poi spera di riempire il corridoio con due milioni di profughi siriani, il principale problema di casa sua assieme alla crisi economica. La prima ondata di attacchi aerei dei caccia F 16 turchi hanno colpito caserme, posti di comando e arterie strategiche mietendo le prime vittime fra i civili. «È stata attaccata anche Kobane», la città simbolo della resistenza curda contro l\\\'Isis, ha denunciato Yilmaz Orkan dell\\\'Ufficio d\\\'informazione del Kurdistan in Italia. L\\\'artiglieria ha martellato le zone di confine colpendo Ras al-Ayn, al-Darbasiyah, Qamishli, Tal Abyad, dove sono detenuti centinaia di terroristi dell\\\'Isis catturati dopo la liberazione di Raqqa. «Il mondo è responsabile della nuova tragedia nel Nord Est della Siria» ha scritto su twitter, Shervan Derwish, portavoce del Consiglio militare di Manbij, uno dei principali obiettivi turchi. Derwish si chiede: «Abbiamo forse sbagliato a combattere l\\\'Isis per il resto del mondo?». I curdi hanno risposto al fuoco con tiri di mortaio e razzi sul territorio turco. Le agenzie umanitarie temono un esodo di almeno 300mila civili. Le Unità di protezione del popolo (Ypg), il braccio armato del Partito democratico curdo, è il nocciolo duro della resistenza. Le Forze democratiche siriane non solo curde avrebbero 60mila uomini, ma già si contano le prime diserzioni dei cristiani assiri. Il parziale ritiro, annunciato dalla Casa Bianca è stato il via libera all\\\'invasione. PeròDonald Trump, ha dichiarato che «gli Stati Uniti non appoggiano questo attacco e hanno chiarito alla Turchia che l\\\'operazione è una cattiva idea». Rimangono ancora un migliaio di soldati americani e sono presenti anche corpi speciali britannici e francesi. Non a caso è stata la Francia a chiedere la riunione urgente del Consiglio di sicurezza di oggi. E il presidente Macron ha ricevuto ieri uno dei leader curdi, Ilham Ahmed «per dimostrare che siamo al fianco delle Forze democratiche siriane, partner essenziale nella lotta contro l\\\'Isis». Damasco ha dato ordine alle sue unità di collaborare con i curdi per fronteggiare gli invasori turchi. L\\\'Iran ha dato il via a massicce esercitazioni militari al confine con la Turchia. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha cercato di far desistere Erdogan con una telefonata dell\\\'ultima ora invitandolo «a valutare attentamente la situazione per non far saltare gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana». Il presidente uscente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha messo le mani avanti: «Se il piano della Turchia è la creazione di una zona di sicurezza» dove piazzare i profughi siriani «non può aspettarsi finanziamenti della Ue». L\\\'offensiva che potrebbe durare un mese, fino alla visita di Erdogan a Washington il 13 novembre, rischia di provocare la fuga di migliaia di terroristi del Califfo o delle loro famiglie. Centomila uomini, donne e bambini dell\\\'Isis sono nelle prigioni o nei grandi campi sorvegliati nel Nord Est della Siria. I curdi hanno mobilitato anche gran parte delle guardie per affrontare i turchi. Molti terroristi scapperanno per imbracciare il kalashnikov o tornare in Europa, magari spacciandosi per rifugiati. |
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25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo.
Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco.
In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese.
Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”.
Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss.
I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno.
Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.
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14 febbraio 2019 | Porta a Porta | reportage
Parla il miliziano italiano che ha combattuto nell'Isis
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09 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia
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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento |
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.
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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento |
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.
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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento |
Siria
La guerra continua
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