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22 ottobre 2019 - Attualità - Siria - Il Giornale
L’ira curda sugli Usa in fuga Erdogan da Putin per la pace
Fausto Biloslavo
Le colonne di blindati americani che si ritirano dalla Siria vengono accolti dai civili sui bordi delle strade con il lancio di patate e urla: «State scappando come topi. Vergognatevi!». E ieri il presidente Usa, Donald Trump, dopo aver dato ordine ai suoi soldati di abbandonare i curdi davanti all\'attacco turco ha confermato che circa 200 uomini dei corpi speciali resteranno in Siria. In una base al confine con la Giordania e in difesa dei pozzi petroliferi nel NordEst del paese, non certo dei civili.
Oggi alle 21 scade la tregua con l\'esercito turco deciso a riprendere l\'offensiva se le forze curde non si saranno completamente ritirate su tutta la fascia di confine per una profondità di almeno 32 chilometri. A Qamishli, una delle città più importanti a ridosso della frontiera, si stanno scavando trincee e gallerie per resistere ai nuovi, probabili, attacchi. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato con forza che l\'offensiva riprenderà se i «terroristi» non se ne andranno oltre la linea cuscinetto. Al momento i miliziani filo turchi appoggiati da artiglieria, droni, caccia bombardieri e corpi speciali di Ankara, avrebbero conquistato quasi la metà dell\'area per 120 chilometri fra le città di Tel Abyad e Ras al Ayn. Ventimila civili sono fuggiti da Ras al Ayn e gli ultimi a scappare, come Shiyar e suo padre Abdulqader Omar Nabi hanno detto al New York Times che i miliziani filo turchi «non fanno alcuna differenza tra i combattenti e i civili. Se sei un curdo, ti uccidono».
Il pallino militare e diplomatico è ormai in mano ai russi, che appoggiando le forze governative siriane si sono spostati verso le città di Manbji e Kobane e altre aree per prendere il posto degli americani. Le truppe a stelle a strisce in ritirata hanno addirittura fatto saltare in aria le loro basi, come il campo di Tel Amir, per non lasciarlo nelle mani dell\'esercito di Damasco o dei miliziani jihadisti appoggiati dai turchi. La Difesa russa ha messo in guardia su «12 prigioni non più controllate» che tenevano sotto chiave i terroristi dell\'Isis ora «sparpagliati».
Mustafa Bali, portavoce delle Forze democratiche siriane a guida curda, che hanno perso 10mila uomini combattendo lo Stato islamico, ha risposto alle dichiarazioni di Trump: «Con tutto il rispetto, signor Presidente, cosa le fa pensare di avere il diritto di cacciare milioni di curdi dalle loro case e di ricollocarli altrove? Non è forse questa una pulizia etnica?». I curdi hanno chiesto aiuto a Israle contro «il terrore turco» dell\'operazione Fonte di pace. Bali ha twittato denunciando il pericolo di «un genocidio».
Oggi a Sochi si incontreranno il presidente turco Erdogan e Vladimir Putin. Si discuterà di linee rosse, ovvero dei limiti dell\'operazione turca in Siria, della cooperazione con le forze di Assad e con la polizia militare russa presenti sul campo e dell\'eventuale estensione del cessate il fuoco. I russi puntano alla pacificazione, che potrebbe forse coinvolgere una forza di interposizione europea. Roderich Kiesewetter, deputato tedesco dell\'Unione cristiano-democratica ha parlato di istituire nel Nord della Siria «una zona di protezione umanitaria garantita da 30-40mila militari di Stati membri dell\'Ue».
Il sultano Erdogan non ha mancato, ieri, di lanciare pesanti accuse: «Tutto l\'Occidente è stato al fianco dei terroristi (i combattenti curdi dello Ypg, nda) e tutti insieme ci hanno attaccato. Tutti loro, compresi i Paesi della Nato e quelli dell\'Unione europea». Un\'inchiesta del sito specializzato gospanews.net ha dimostrato che delle 28 milizie filo turche, comprese forze jihadiste che stanno dando la caccia ai curdi, almeno 21 erano appoggiate dagli Stati Uniti. La metà hanno ricevuto addirittura i moderno missili anti carro americani Tow.
[continua]

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23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

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18 febbraio 2016 | Terra! | reportage
La guerra dei russi in Siria
Chi l’avrebbe mai pensato di ritrovarmi faccia a faccia con i russi in Siria. Negli anni ottanta, durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan, il faccia a faccia con l’Armata rossa mi costò sette mesi di galera a Kabul. Gli inviati Fausto Biloslavo, Sandra Magliani, Lorena Bari e Anna Migotto documentano la guerra in Siria, l’immigrazione, i profughi, i morti ed i bombardamenti L’immigrazione, la guerra in Siria, i morti, i profughi che premono alle frontiere della Turchia cercando un varco per l’Europa, i bombardamenti.

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08 settembre 2013 | Tg5 | reportage
La battaglia di Maalula perla cristiana
Fausto Biloslavo, appena arrivato in Siria si trova al centro degli scontri tra governanti e ribelli. Il video terribile ed il racconto della battaglia

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[altri video]
radio

23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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[altri collegamenti radio]