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Artcolo
29 marzo 2020 - Il Fatto - Mondo - Il Giornale
Bielorussia, Brasile e l’Isis gli ultimi negazionisti
Fausto Biloslavo
Il presidente bielorusso che invita a lavorare nei campi perché «il trattore guarisce tutti», quello messicano che va al ristorante invitando la popolazione a uscire a cena e il leader brasiliano che parla di «influenzina» e «raffreddorino». La lista di chi si sente immune dal virus cinese è lunga e comprende anche i terroristi dell\\\\\\\'Isis convinti che colpisce solo «gli stati idolatri».
In Bielorussia il campionato di calcio continua come se nulla fosse accaduto con gli spalti pieni di tifosi. Il padre-padrone del paese dal 1994, Alexander Lukashenko, ha bollato le misure anti contagio come «una psicosi di un mondo civilizzato impazzito». Non a caso invita la popolazione ad andare al lavoro come sempre. E soprattutto nei campi perché «il trattore guarisce tutti», ma secondo il presidente a vita pure vodka e sauna fanno bene contro il virus.
Dall\\\\\\\'altra parte del mondo Jair Bolsonaro ha addirittura lanciato la campagna #OBrasilNaoPodePara, il Brasile non può fermarsi. «Non si chiude una fabbrica di automobili perché ci sono morti negli incidenti stradali», ha sentenziato il presidente. E durante un\\\\\\\'intervista è riuscito a dire che «per il 90 per cento della popolazione sarà una influenzetta».
Anche il capo di stato messicano, Andres Manuel Lopez Obrador, era un campione di sottovalutazione del pericolo fino a ieri, quando il governo ha imposto lo stop a tutte le attività non essenziali. In realtà sono aperti ancora molti ristoranti, dopo che Obrador si è fatto riprendere a cena, la scorsa settimana, in un ritrovo popolare. E postando il filmato su Facebook aveva annunciato: «Se avete la possibilità economica continuate a portare la famiglia a mangiare, ai ristoranti, alle aziende agricole. Fatelo perché significa rafforzare l\\\\\\\'economia familiare e popolare». Amlo, come viene chiamato in Messico, ha pure continuato a tenere raduni in tutto il paese dove ha abbracciato i fan e stretto la mano ai sostenitori fregandosene delle raccomandazioni di evitare contatti ravvicinati.
Pure i terroristi pensano di essere immuni dal virus. «L\\\\\\\'annuncio», bollettino in rete dello Stato islamico ha dedicato la copertina al contagio pubblicando una foto dei nostri soldati in mimetica e mascherine che cinturano una zona rossa. Secondo i redattori jihadisti l\\\\\\\'epidemia «ha colpito soprattutto le nazioni idolatre (sia lodato Allah)». Non solo i paesi occidentali come l\\\\\\\'Italia o la Cina comunista, ma pure l\\\\\\\'odiato Iran dove governano gli ayatollah sciiti considerati apostati. «Possa Allah aumentare la sofferenza degli infedeli e tenere al sicuro i credenti», rimarcano i terroristi, convinti che sia «un tormento divino».
Gli svedesi, che sorridevano di fronte all\\\\\\\'emergenza italiana, nelle ultime ore hanno inasprito le misure di distanziamento sociale abbassando da 500 a 50 il numero massimo di persone permesso negli assembramenti. Però, rispetto a gran parte dell\\\\\\\'Europa, hanno tenuto aperte scuole, ristoranti e bar.
Il più incredibile è il monarca thailandese, Maha Vajiralongkorn, alias Rama decimo, che non ha rinunciato alle vacanze a Garmisch-Partenkirchen, rinomata località sciistica in Baviera. E fregandosene del rischio virus ha affittato un intero hotel per il vasto seguito. Non solo: il re con 20 concubine alloggiava nella sua villa in zona, ma si sospetta senza tener conto della distanza di un metro. In patria, nel frattempo, veniva decretato lo stato di emergenza per il Covid-19. La vacanza reale ha provocato un\\\\\\\'ondata di indignazione.
[continua]

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16 giugno 2016 | Tgcom24 | reportage
Gli occhi della guerra, l’arte imperitura del reportage
Presentazione Gli occhi della guerra e del documentario "Profughi dimenticati" dal nord dell'iraq

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18 ottobre 2019 | Sna | reportage
100 anni degli agenti di assicurazione
Il palco del Centenario Sna ha accolto anche Fausto Biloslavo, oggi certamente il più famoso e tenace reporter di guerra. Attraverso fotografie e filmati tratti dai suoi reportage nelle zone dei conflitti, Biloslavo ha raccontato la sua vicenda professionale, vissuta fra pericoli e situazioni al limite del disumano, testimonianfo anche l’orrore patito dalle popolazioni colpite dalla guerra. Affrontando il tema del coraggio, ha parlato del suo, che nonostante la quotidiana esposizione della sua vita a rischi estremi gli permette di non rinunciare a testimoniare la guerra e le sue tragiche e crudeli conseguenze. Ma il coraggio è anche di chi la guerra la subisce, diventando strumento per l’affermazione violenta delle ragioni di parte, ma non vuole rinunciare alla vita, alla speranza. E lottare per sopravvivere richiede grande coraggio. Sebbene possa sembrare un parallelo azzardato, lo stesso Biloslavo, spiega che il coraggio è sostenuto dalla passione, elemento necessario in ogni attività, in quella del reporter di guerra come in quella dell’agente di assicurazione. Il coraggio serve per cominciare da zero, ma anche per rialzarsi quando si è colpiti dalle difficoltà o per adattarsi ai cambiamenti, è il messaggio di Biloslavo alla platea del Centenario.

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12 ottobre 2017 | Tele Capodistria | reportage
Gli occhi della guerra
"Gli occhi della guerra" sarà questo il tema della prossima puntata di Shaker, in onda venerdì 13 ottobre alle ore 20. Nostro ospite FAUSTO BILOSLAVO, giornalista di guerra che, in oltre 35 anni, ha vissuto e raccontato in prima persona la situazione su tutti i fronti più caldi: Libano, Afghanistan, Iran, Iraq, ex Jugoslavia... e ultimamente Ucraina, Libia, Siria... Cosa vuol dire fare il reporter di guerra? Com'è cambiato questo "mestiere"? Perchè è ancora così importante? Come mai tanti giovani vogliono farlo? Quali consigli dargli? Tante le domande cui cercheremo di dare risposta. If you LIKE it, please SHARE it!!!

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25 agosto 2010 | Radio 24 | intervento
Mondo
Professione: Reporter di guerra
"NESSUN LUOGO E' LONTANO" è il nuovo programma di approfondimento di esteri di Radio 24. Giampaolo Musumeci parla della professione reporter. Come si racconta la guerra? Esiste un modo giusto? Come si fa il giornalista di guerra e come è cambiato il mestiere? Le testimonianze di chi lo ha fatto per anni e chi lo fa tuttora.

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17 dicembre 2018 | Tracce Radio Rai FVG | intervento
Mondo
Guerra guerra guerra
35 anni di reportage in prima linea

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22 ottobre 2009 | Radio24 | intervento
Mondo
Libertà di stampa
In Italia la libertà di stampa è sempre più in pericolo per colpa del solito Cavalierenero,mentregli Stati Uniti fanno unbalzo in avanti graziealnuovomessiademocraticoBarack Obama. Lo stabilisce l’annuale rapportodiReporterssansfrontières, i giornalisticonil nasino all’insùche considerano l’Italia alla stregua di Bielorussia e Zimbabwe. Politicamentecorretti, hannoelevatogliStati Uniti dal 40˚ posto al 20˚, solo perché non c’è più George W. Bush. E declassato l’Italia al 49˚. Obama ha incassato un Nobel per la pace preventivoeconquistatol’aureola della libertà di stampa.Nonche negli Usa mancasse, ma è curioso che il 15 maggio proprio i Reporter senza frontiere (Rsf) lanciavano strali contro il nuovo inquilino della Casa Bianca. «L’organizzazione è delusa dalladecisionedelpresidente(Obama) diporreilvetosullapubblicazione delle 44 fotografie che ritraggono l’esercitoamericanomentreabusae torturai prigionieriafghanieiracheni », si legge inuncomunicato di Rsf. Jean-Francois Julliard, segretario generalediRsf,ammettechenelbalzoinavantidegliUsahacontato «l’effetto Obama». Peccato che la Casa Biancastiasparandocannonateverbalicontrola tvFoxNewsreadicriticare il presidente. «Non è più un organo di informazione», «li tratteremocome un partito d’opposizione» hanno tuonato i portavoce. La Fox è da tempo esclusa dalle interviste ad Obama, limitata nell’accesso alle fonti governative e ai suoi giornalisti vengononegate ledomandedurantegliincontriconlastampaallaCasa Bianca. L’editore dell’agguerrita tv è RupertMurdoch.Rsfnonsimobilita moltoper lasuaFoxnegli Usa,main Italialodifende,considerandolominacciato da Silvio Berlusconi. Sui 175 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa siamo scivolati dal 35˚postodel 2007,quandoc’eraRomanoProdi, al44˚delloscorsoanno e al 49˚ odierno.Unabocciatura che nonsi capisce benecomesalti fuori. Nella classifica l’Italia si è beccata 12,4 voti negativi. I voti si basano su un questionario, che è stato consegnato a diverse decine di giornalisti, professoriuniversitari,attivistideidirittiumanieavvocatidelnostroPaese. Nonostante le richieste del Giornale la lista dei «giurati» è segreta. Peroraanchele12,4bacchettatesulla libertà di stampa non sono state ufficializzate. Sfogliando il facsimile delquestionarioèovviocheinItaliai giornalistinonvengonoammazzati, torturatiosbattutiincarcerebuttandovia la chiave.Comeaccadein Eritrea, inTurkmenistaneinIran,gliultimi tre Paesi della classifica di Rsf. Nonèmaicapitatocheleforzearmateoilgoverno abbianochiusoconla forza giornali o televisioni, come si chiede nel questionario. SecondoRsf«lepressionidelCavaliere sui media, le crescenti ingerenze », ma pure «le violenze di mafia controi giornalisticherivelano le attività di quest’ultima eundisegno di legge che ridurrebbe drasticamente lapossibilitàperimediadipubblicareleintercettazionitelefoniche, spiegano perché l’Italia perda posizioni per il secondo anno consecutivo». Julliard, capoccia dell’organizzazione, avevagiàannunciatoildeclassamento in occasione della manifestazione sulla libertà di stampa del 3 ottobre scorso a Roma. Al fianco di SabinaGuzzanti,lacomicaantiCav, minacciò:«Troppepressionisuimedia, SilvioBerlusconirischiadi finire nella lista dei predatori della libertà di stampa» come la mafia. «L’Italia nonguadagneràcertoposizioni»,avvertì. Il preveggente francese ha però sbagliato qualche calcolo. Il nostro Paeseèstato retrocessoancheper le querele miliardarie di Berlusconi a Repubblica e altri giornali. ScorrendolaclassificadiRsfsiscoprechesiamo stati battuti pure dal Sud Africa, piazzato al 33˚ posto. Peccato che il discutibile presidente sudafricano, JacobZuma,abbia querelato perun milione di dollari il vignettista JonathanShapiro. Nonsolo:unprogrammasulla satira è stato censuratodue volte in tv,maZuma,si sa, èpiù simpatico del Cav. www.faustobiloslavo.eu

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06 luglio 2015 | Radio Capodistria | intervento
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Non solo Califfato
Una panoramica della situazione internazionale e il ricordo di Franco Paticchio, grande Direttore ed Editore dimenticato

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20 ottobre 2009 | Radio Uno | intervento
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Rassegna stampa - Ultime da Babele
Cmmento ai giornali fra il mito del posto fisso ed i problemi del Medio Oriente.

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