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Fondo
28 settembre 2020 - Prima - Italia - Il Giornale |
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Il militare eroe che risveglia la coscienza |
Le onde alte sette metri sono un muro d\'acqua, che fa paura solo a vederlo nel frastuono del mare in tempesta. Aurelio Visalli, sottufficiale della Guardia Costiera, si è tuffato con sprezzo del pericolo spinto dal dovere di ogni marinaio come lui: salvare le vite in mare. Davanti al pericolo, quando devi decidere se mettere o meno la tua pelle in gioco, hai poco tempo per pensare, analizzando con freddezza i pro e i contro. Il coraggio, l\'altruismo, la dedizione ti fanno scattare come una molla se sei un uomo con la U maiuscola. Non ci sono dubbi se la posta in gioco è la vita di un paio di ragazzini, che stanno per venire travolti dalla onde e indossi con orgoglio la divisa della Guardia Costiera. Non ti ferma neppure la stupida incoscienza degli adolescenti che hanno volutamente sfidato il pericolo pensando che affrontare il mare in tempesta fosse «figo». Dalla spiaggia hanno lanciato un salvagente verso i ragazzi travolti dalla onde, ma è stato inutile. Non restava che tuffarsi sfidando il muro d\'acqua. Visalli non indossava il giubbotto salvagente, ma sarà l\'inchiesta a stabilire i dettagli ed eventuali mancanze. Qualcuno dirà che era troppo pericoloso e non doveva farlo, ma l\'ha fatto, sacrificando la sua vita per quella di due giovani sconosciuti e incoscienti. I politici di tutti gli schieramenti hanno subito lanciato la gara per ricordarlo come un eroe ed invocare una medaglia al valore. «Scomparso mentre stava compiendo la missione più nobile assegnata alla Guardia Costiera: salvare vite umane», ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che ha la responsabilità politica del corpo. Peccato che oramai da tempo la Guardia Costiera venga additata dai talebani dell\'accoglienza come il braccio «armato» dello Stato, «colpevole» di bloccare i barconi delle Ong, che portano carrettate di migranti illegali in Italia. Ed esponenti politici degli stessi partiti che oggi piangono il sacrificio di Visalli sono la grancassa delle Ong per fare entrare le loro navi nei nostri porti, stigmatizzando il comportamento della Guardia costiera. In realtà il corpo fondato 155 anni fa, pur nei recinti dettati dai ministri di turno, ha cercato di agire con equilibrio e serietà nella crisi migratoria. La scomparsa del sottufficiale Visalli, che lascia la moglie e due figli, deve ricordare a tutti il valore della Guardia Costiera e dei suoi uomini. La patrona del corpo non a caso è Santa Barbara, che simboleggia il sacrificio di fronte ad un pericolo inevitabile, come il mare in tempesta. |
[continua] |
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12 maggio 2020 | Tg5 | reportage
L'infermiera sopravvissuta al virus
L’infermiera ha contratto il virus da un paziente anziano nell’ospedale Maggiore di Trieste
A casa non riusciva più a respirare ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale
Il figlio, soldato della Nato, era rimasto bloccato sul fronte baltico dall’emergenza virus con l’appartamento pieno di medicine l’incubo del contagio non l’abbandonerà mai
Due mesi dopo il contagio Svetlana è negativa al virus ma ancora debole e chiusa in casa
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16 febbraio 2007 | Otto e Mezzo | reportage
Foibe, conflitto sulla storia
Foibe, conflitto sulla storia
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03 febbraio 2012 | UnoMattina | reportage
Il naufragio di nave Concordia e l'allarme del tracciato satellitare
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27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento |
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo
I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti.
“Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale.
I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria.
Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa.
In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo.
“In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani.
Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.
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