image
Articolo
16 ottobre 2020 - Interni - Libia - Il Giornale
La battaglia per la Libia? Così l’Italia rischia di perderla a Bruxelles
Fausto Biloslavo
“Non è questo governo\" che ha bombardato la Libia creando il caos ha tuonato in Senato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Peccato che proprio il Pd, alleato dei grillini, nel 2011 si era nettamente schierato per l’intervento militare contro Gheddafi. E proprio un suo collega di governo, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, allora capogruppo del Partito democratico alla Camera rilasciava bellicose dichiarazioni e presentava mozioni per bombardare la Libia.
Non solo: l’inesperienza e impreparazione del titolare della Farnesina ci sta facendo perdere colpi a Bruxelles in nomine strategiche che riguardano anche la Libia.
Ieri Di Maio rispondeva alle interrogazioni dei senatori sul caso dei 18 pescatori sequestrati dal primo settembre a Bengasi, poche ore dopo la visita in Libia del ministro degli Esteri, che  aveva snobbato il generale Khalifa Haftar, uomo ancora forte della Cirenaica. La senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu, lo punzecchiava accusandolo di non combinare nulla. E Di Maio ha replicato: “Se sono l\'ennesimo ministro degli Esteri che si sta occupando della Libia è perché qualche governo l\'ha bombardata e non è questo governo”. Il riferimento è all’esecutivo Berlusconi pressato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano per attaccare il colonnello Gheddafi. Di Maio forse dimentica che proprio il ministro delle Cultura Franceschini, come capogruppo Pd alla Camera nel 2011, era in prima linea per intervenire in Libia. E dichiarava: “Sono inaccettabili le esitazioni e le incertezze del governo” Berlusconi nella crisi libica. L’Italia, spiegava Franceschini, deve “schierarsi” con il “popolo che chiede democrazia”, ovvero i ribelli anti Gheddafi infiltrati da forze jihadiste. Il Pd era schierato per le bombe e un mese dopo l’inizio dei raid presentava alla Camera una mozione per “continuare nell’adottare ogni iniziativa necessaria ad assicurare una concreta protezione dei civili” ovvero colpire le truppe di Gheddafi. Il primo firmatario era l’attuale ministro Dario Franceschini.
In Senato il titolare della Farnesina ha dichiarato di avere ricevuto assicurazioni di Emirati arabi e Russia per il rilascio dei pescatori dal loro protetto Haftar. Di Maio è andato con il capello in mano a Mosca a chiedere al ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, vecchio volpone della diplomazia di intervenire, subito dopo le sanzioni della Ue alla Russia per il caso dell’oppositore avvelenato Navalny. Peccato che l’Italia abbia votato a favore delle nuove sanzioni che colpiscono fedelissimi del presidente Vladimir Putin, che può convincere Haftar a liberare i pescatori.
Di Maio perde colpi anche a Bruxelles, nonostante l’incontro di martedì con l’Alto rappresentante della politica estera della Ue, lo spagnolo Josep Borrell, che poche ore dopo si è messo in quarantena per il contagio di un suo collaboratore. Il 30 settembre è scaduto il mandato al vertice di Eubam Libia di Vincenzo Tagliaferri. Una missione sul controllo dei confini libici, che ci interessa per il problema dei migranti. Al suo posto doveva essere nominata un’altra italiana, Natalina Cea, ma la selezione è stata annullata e si rifarà il 2 novembre. Dietro si intravede lo zampino dei francesi, ma altrettanto grave è l’incertezza sulla nomina che spetta direttamente a Borrell del nuovo capo del Centro di intelligence della Ue. Nella terna c’è l’italiano, Ferruccio Migani, ma pure un croato che non ha neanche i titoli. L’entourage di Borrell ha fatto sapere alla nostra rappresentanza guidata dall’ambasciatore Maurizio Massari: “Vi eravate abituati male con la Mogherini, che aveva italianizzato il servizio esteri della Ue”.
Di Maio sarebbe pronto a sacrificare le caselle minori pur di ottenere per l’ex ministro dell’Interno Pd, Marco Minniti, il posto di inviato europeo per la Libia, ma il rischio è che l’Italia perda tutto.
[continua]

video
04 agosto 2011 | Studio Aperto | reportage
Le truppe del colonnnello smentiscono il lancio del missile
Il lancio del missile o razzo che ha sfiorato ieri la nave italiana Bersagliere, al largo delle coste libiche, è stato seccamente smentito dal portavoce di Tripoli Moussa Ibrahim. “I militari mi hanno garantito di non aver lanciato alcun missile contro la nave da guerra italiana. Ribadisco, però, che è nostro diritto difenderci e colpire le unità della Nato che penetrano nelle acque territoriali libiche” ha sostenuto il portavoce. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha escluso che la nostra unità schierata con la flotta della Nato, fosse l’obiettivo dei libici. Sul primo momento il portavoce di Tripoli aveva detto che le forze del colonenllo Gheddafi potevano contare ancora su un vasto arsenale, compresi missili e razzi. Il vero dato certo, confermato dal comandante di Nave Bersagliere, è la partenza del razzo dalla zona di Zlitan, 160 chilomteri ad est di Tripoli, dove si combatte duramente fra ribelli e truppe fedeli al colonnello.

play
03 aprile 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
26 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
[altri video]
radio

26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


play

09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

10 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

play

26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento
Libia
Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]