image
Articolo
11 gennaio 2021 - Il fatto - Italia - Il Giornale
Dall’Arci a Legambiente al sindaco Orlando La sinistra si vendica e assalta il leghista
Fausto Biloslavo
Un variegato «circo» pro migranti ha trovato le porte aperte al tribunale di Palermo per chiedere risarcimenti danni miliardari e dare addosso il più possibile all\'ex ministro dell\'Interno, Matteo Salvini. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto tutte le 18 richieste di costituzione di parte civile dei nemici giurati del leader leghista. I migranti veri e propri, teoriche vittime del caso Open arms sono in minoranza, 7 compreso un minorenne, rispetto al «circo» dei talebani dell\'accoglienza, che vorrebbero vedere Salvini politicamente appeso a testa in giù.
L\'aspetto paradossale è che si tratta di un\'armata Brancaleone di sinistra, anche estrema, camuffata dietro sigle di difensori dei diritti dell\'uomo con i soldi di Soros, Ong che continuano a sbarcare migranti in Italia e addirittura ecologisti, che in tv si presentano come i bravi ragazzi di Goletta verde sulla qualità delle acque.
La spagnola Open arms, con la sua nave bloccata da Salvini quando era al Viminale, ha dato il via al processo di Palermo. Il fondatore, Oscar Camps si è costituito parte civile. Un personaggio che da anni spara a zero contro il leader leghista. Al suo fianco c\'è Ana Isabel Montes Mier, la pasionaria dell\'Ong spagnola. La capo missione di Open arms è stata recentemente «graziata» in un processo a Ragusa per favoreggiamento dell\'immigrazione clandestina, nonostante la Procura l\'accusasse non «di salvare i migranti, ma (...) di portarli ad ogni costo in Italia in spregio alle regole». Le inchieste sulle Ong del mare vanno sempre a finire in bolle di sapone, ma adesso gli ex imputati diventano «vittime» come parte civile.
Ancora più assurdo che sia stata ammessa Mediterranea, la piattaforma nostrana dei talebani dell\'accoglienza fondata da personaggi come il no global pluriprocessato no global Luca Casarini. Non solo: la parte civile contro Salvini sta allestendo in gran segreto, in un cantiere tedesco, la Mare Jonio 2, ammiraglia della flotta 2021 che potrà imbarcare fino a 1000 migranti in arrivo dalla Libia.
Altra parte civile è la Cooperazione Internazionale Sud-Sud (Ciss), che sul suo sito proclama «la lotta agli sprechi, le spese militari, i tentativi di fermare le migrazioni con i confini e le ribellioni con la repressione». Per non parlare di Arci l\'organizzazione delle case del popolo e dei circoli ricreativi di sinistra, che si definisce «sempre attiva e resistente» evidentemente contro Salvini. Senza disdegnare l\'aiuto economico del discusso filantropo George Soros a favore di progetti sulle porte aperte ai migranti.
Il logo di Open society, la fondazione del miliardario americano, campeggia anche sul sito di Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull\'immigrazione, ammessa come parte civile. Assieme ai Giuristi democratici e Cittadinanza attiva, che per Salvini non vorrebbero il processo di Palermo, ma quello di Norimberga. Altra parte civile è Legambiente, che la gente comune pensa si occupi solo di ecologia e clima. Gianfranco Zanna, presidente della costola siciliana aveva dato il via con un esposto al processo contro Salvini a Catania sempre per migranti bloccati. Il suo curriculum politico non lascia dubbi: «Cresciuto tra i giovani comunisti (...) è stato dirigente del Pci e poi del Pds, facendo, tra l\'altro, anche il parlamentare regionale dal 1996 al 2001».
Al «circo» delle parti civili anti Salvini vuole aggiungersi il Comune di Palermo, non si capisce bene per quali danni subiti. L\'annuncio è del sindaco, Leoluca Orlando, testimonial della prima ora nelle raccolte fondi per nuove navi delle Ong da schierare nel Mediterraneo.
[continua]

video
10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.

play
05 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
Islam, matrimoni forzati e padri assassini
Nosheen, la ragazza pachi­stana, in coma dopo le spranga­te del fratello, non voleva spo­sarsi con un cugino in Pakistan. Il matrimonio forzato era stato imposto dal padre, che ha ucci­so a colpi di mattone la madre della giovane di 20 anni schiera­ta a fianco della figlia. Se Noshe­e­n avesse chinato la testa il mari­to, scelto nella cerchia familia­re, avrebbe ottenuto il via libera per emigrare legalmente in Ita­lia. La piaga dei matrimoni com­binati nasconde anche questo. E altro: tranelli per rimandare nella patria d’origine le adole­scenti dove le nozze sono già pronte a loro insaputa; e il busi­ness della dote con spose che vengono quantificate in oro o migliaia di euro. Non capita solo nelle comuni­tà musulmane come quelle pa­chistana, marocchina o egizia­na, ma pure per gli indiani e i rom, che sono un mondo a par­te.

play
26 settembre 2012 | Uno Mattina | reportage
I lati oscuri (e assurdi) delle adozioni
Con mia moglie, prima di affrontare l’odissea dell’adozione, ci chiedevamo come mai gran parte delle coppie che sentono questa spinta d’amore andavano a cercare bambini all’estero e non in Italia. Dopo quattro anni di esperienza sulla nostra pelle siamo arrivati ad una prima, parziale e triste risposta. La burocratica e farraginosa gestione delle adozioni nazionali, grazie a leggi e cavilli da azzeccagarbugli, non aiutano le coppie che vogliono accogliere un bimbo abbandonato in casa propria, ma le ostacolano.

play
[altri video]
radio

03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

play

03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


play

20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

play

15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

play

25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]