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Articolo
24 gennaio 2021 - Prima - Italia - Il Giornale |
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La Caporetto sui vaccini Resa di Conte: penalizzati |
Fausto Biloslavo L\\\'Italia rischia di ricevere 4,6 milioni di vaccini in meno nei prossimi mesi, ma il problema vero è che potrebbero mancare all\\\'appello, nei tempi previsti, la metà dei 202 milioni ordinati dall\\\'Italia. La Caporetto vaccini che si sta profilando all\\\'orizzonte è stata confermata dallo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti Covid sono preoccupanti. Dapprima Pfizer-BioNTech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi europei penalizzando proprio i Paesi come l\\\'Italia». E questo è nulla in confronto alla diminuzione delle consegne di AstraZeneca, che Palazzo Chigi vuole portare in tribunale. «Se fosse confermata la riduzione del 60 per cento delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni», spiega Conte. In pratica 4,6 milioni in meno, ma solo per AstraZeneca e per il primo trimestre. In realtà il piano del governo prevedeva 16,1 milioni fino a marzo. E in totale Astrazeneca dovrebbe consegnare all\\\'Italia nei primi sei mesi 40,38 milioni di dosi. Obiettivo lontanissimo in questo momento. Anche Pfizer (26,92 milioni in totale) ha promesso oltre 8 milioni di dosi a trimestre, ma stanno arrivando a singhiozzo. Il super commissario Domenico Arcuri annuncia che «abbiamo ricevuto il 29 per cento di fiale in meno nella settimana corrente, e ci è stato comunicato che riceveremo il 20 per cento di fiale in meno la prossima settimana». Pfizer replica che gli accordi riguardano la «consegna di dosi e non di fiale». In pratica ogni fiala contiene 6 dosi, ma noi ne utilizziamo quasi sempre solo 5. Perché? Alcune Regioni spiegano che mancano le siringhe di precisione che permettono di estrarre anche la sesta dose da ogni fiala. E questo tipo di siringhe doveva distribuirle Arcuri. Il commissario sbotta: «È falso che siano state mandate ai centri vaccinali meno siringhe di precisione». Le poche siringhe sarebbero dettate dalla riduzione delle dosi consegnate da Pfizer. Sardegna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e provincie autonome di Trento e Bolzano riceveranno tra il 50 e il 60 per cento di dosi in meno. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia, ha detto chiaramente che «se non c\\\'è un riequilibrio non avremo le dosi per i richiami mettendo in pericolo la campagna vaccinale». Le premesse non potevano essere peggiori per il vertice fra i presidenti di Regione, il ministro della Sanità Roberto Speranza e Arcuri di ieri sera. E nessuno ancora si preoccupa di altri gravi ritardi: Johnson&Johnson, che dovrebbe fornire 53,8 milioni di fiale, ha concluso i test clinici di fase tre solo il 2 gennaio e sta seguendo l\\\'iter dell\\\'approvazione. Però da aprile dovrebbe consegnarci 14,8 milioni dosi. La Sanofi ha già annunciato lo slittamento del vaccino (40,38 milioni per l\\\'Italia) al 2022. E non si hanno notizie certe di quello Curevac (30,28 milioni di dosi), che doveva venire consegnato da gennaio. In pratica un centinaio di milioni di dosi sono avvolte nell\\\'incertezza. Per questo gli esperti stanno caldeggiando l\\\'utilizzo dello Sputnik russo, se sarà approvato in Ue e anche dei vaccini cinesi. Il governo canta vittoria sulle vaccinazioni, ma siamo comunque indietro seppure secondi in Europa dopo la Germania. Fino a ieri erano state somministrate 1.312.000 vaccinazioni. In media 57mila al giorno dall\\\'inizio di gennaio. Per arrivare all\\\'immunità di gregge entro il 2021 bisognerebbe somministrare ogni giorno, compresi i festivi, almeno 151.098 dosi. Non solo: Arcuri aveva dichiarato che «se immunizzeremo meno di 65mila persone al giorno sarà un fallimento». |
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21 settembre 2012 | La Vita in Diretta | reportage
Islam in Italia e non solo. Preconcetti, paure e pericoli
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10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.
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04 luglio 2012 | Telefriuli | reportage
Conosciamoci
Giornalismo di guerra e altro.
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento |
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo
I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti.
“Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale.
I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria.
Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa.
In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo.
“In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani.
Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.
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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento |
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea.
Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento |
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra
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