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Articolo
18 febbraio 2021 - Sito - Italia - Il Giornale
Il folle silenzio dei giornaloni sull’ultimo attacco anti Meloni
Se sei donna non puoi (giustamente) essere offesa. Se sei donna e di sinistra non si può nemmeno fare satira su di te.  Ma se sei donna e pure di destra allora puoi beccarti della \\\"zoccola\\\" senza che nessuno dica niente. Ma andiamo con ordine. L\\\'altro giorno, su Internet, è spuntato un vecchio commento Facebook di Eric Gobetti - autore di un libro che minimizza la tragedia delle foibe - in cui dava della poco di buono a Giorgia Meloni. ilGiornale, prima con un articolo sul sito e poi con uno sulla carta, è stato tra i pochi a parlarne. Nessuno degli altri quotidiani - dal Corriere a Repubblica, passando per La Stampa - ne ha parlato. Nemmeno una breve o una fotonotizia per denunciare le offese sessiste rivolte a uno dei più importanti leader politici in Italia. Perché? Forse perché le redazioni erano impegnate a seguire l\\\'insediamento del governo Draghi. O forse perché quelle stesse redazioni, nei giorni precedenti la commemorazione dei martiri delle foibe, erano impegnate a diffondere il verbo di Gobetti. Del resto, la stessa Meloni ha commentato così la \\\"performance\\\" dello storico: \\\"Questo sarebbe l\\\'imparziale storico che la sinistra tanto osanna e che porta in giro per l\\\'Italia per spiegare - e sminuire - il dramma delle foibe? Un fine intellettuale assolutamente non di parte, non c\\\'è che dire”. Un autore per nulla di parte, come testimoniano le sue foto con il pugno chiuso e la bandiera titina, e che nel suo ultimo libro scrive: \\\"Le uccisioni commesse sul confine orientale nell\\\'autunno del 1943 e nella primavera del 1945 non possono essere in alcun modo considerate un tentivo di genocidio e le vittime non sono individuate in quanto appartententi ad uno specifico popolo\\\". Peccato che questa tesi sia stata smentita dalle parole del presidente della Repubblica (ed ex comunista) Giorgio Napolitano: \\\"Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una \\\'pulizia etnica\\\'\\\". Si dirà: ma un presidente della Repubblica non è uno storico. Vero. Allora uno storico dovrebbe far parlare i protagonisti e i documenti. Come Giovanni Battista Padoan, nome di battaglia \\\"Vanni\\\", partigiano della divisione Garibaldi-Natisone, il quale ammette che le foibe \\\"furono un sistema di pulizia politica perpetrata dai partigiani di Tito contro chiunque, compresi convinti democratici e antifascisti, si opponesse all\\\'annessione alla futura Jugoslavia”. Ma questo Gobetti non lo dice. Minimizza godendo dell\\\'ampio spazio dei giornali bene e, soprattutto, dei loro silenzi. Perché a sinistra si può far tutto. Perfino insultare.
[continua]

video
03 febbraio 2012 | UnoMattina | reportage
Il naufragio di nave Concordia e l'allarme del tracciato satellitare


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04 luglio 2012 | Telefriuli | reportage
Conosciamoci
Giornalismo di guerra e altro.

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12 maggio 2020 | Tg5 | reportage
L'infermiera sopravvissuta al virus
L’infermiera ha contratto il virus da un paziente anziano nell’ospedale Maggiore di Trieste A casa non riusciva più a respirare ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale Il figlio, soldato della Nato, era rimasto bloccato sul fronte baltico dall’emergenza virus con l’appartamento pieno di medicine l’incubo del contagio non l’abbandonerà mai Due mesi dopo il contagio Svetlana è negativa al virus ma ancora debole e chiusa in casa

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radio

24 maggio 2010 | Radio Padania Libera | intervento
Italia
Proselitismo islamico dietro le sbarre
“Penso che sia giusto se alcuni musulmani combattono la guerra santa contro gli americani in paesi che non sono la loro terra”. Dopo un lungo girarci attorno Kamel Adid sorprende un po’ tutti, quando sputa il rospo. La domanda riguardava i mujaheddin, i musulmani pronti a morire per Allah, contro l’invasore infedele. Tre soldati della guerra santa, arrivati un paio di mesi fa da Guantanamo, sono rinchiusi poco più in là, nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera, alle porte di Milano.
Adid è un giovane marocchino di 31 anni con barbetta islamica d’ordinanza e tunica color noce. Nel carcere modello di Opera fa l’imam dei 44 musulmani detenuti, che frequentano una grande sala adibita a moschea. Un predicatore fai da te, che di solito parla un linguaggio moderato e ti guarda con occhioni apparentemente timidi.
Deve scontare ancora due mesi di pena per un reato legato alla droga e da pochi giorni è stato trasferito in un altro istituto. “Quelli che si fanno saltare in aria subiscono il lavaggio del cervello – si affretta a spiegare l’autonominato imam – Noi abbiamo riscoperto la fede in carcere. Pregare ci da conforto, ci aiuta ad avere speranza”.

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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