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23 febbraio 2024 - Il Fatto - Ucraina - Il Giornale
La medaglia per gli eroi: un tributo alla resistenza
Roma Una medaglia per i «morituri», i soldati che vicino a Bakhmut tiravano in aria la monetina per scegliere i primi cinque al cambio in trincea, sicuramente morti o feriti. Per i civili usciti dagli scantinati catacombe dei palazzi trasformati in bunker, in fila ad Avdiivka, sfidando le granate russe, per un pacco di pasta degli aiuti arrivati dall’Italia. Per i giovani di Kiev, che tiravano su barricate con i carri armati di Mosca a quattro chilometri dalla periferia armati di molotov e vecchi fucili, come il secolo prima altri giovani come loro a Praga e a Budapest invasi dall’Armata rossa. E soprattutto per la piccola Yana, 11 anni, che ha perso tutte e due le gambe e sua madre Natalia, «solo» una, nella strage degli innocenti di Kramatorsk quando un missile è piombato sulle donne in fuga dal Donbass. Madre e figlia mutilate sono presenti nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, dove viene presentata la medaglia in bronzo dell’Istituto poligrafico dello Stato, che onora due anni di resistenza del popolo ucraino. Il video di Yana, che oggi corre e gareggia su speciali protesi sportive, è toccante come la testimonianza dall’Ucriana di Andriy Shevchenko: «Ho giocato tante partite, ma la guerra è la partita più difficile della mia vita». In prima fila religiosi, parlamentari e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario a Palazzo Chigi, che ha fortemente voluto la medaglia in bronzo per non dimenticare il sacrificio degli ucraini.
«Un piccolo oggetto ma dal valore simbolico significativo. Le medaglie saranno in vendita da sabato 24 (anniversario dell’invasione nda) e verranno prodotte almeno 7.800» spiega Paolo Perrone, presidente della Zecca. Il prezzo è di 150 euro, ma 65 andranno in beneficenza al centro di riabilitazione Unbroken Kids dell’ospedale pediatrico St. Nicholas di Leopoli, che ha rimesso in piedi Yana e sua madre oltre a mille piccole e innocenti vittime di guerra. «È un intento celebrativo di un popolo per la sua forza e coraggio.
E pure di solidarietà oltre ad un richiamo a non abbassare l’attenzione sull’Ucraina» ha sottolineato, Silvia Maria Rovere. La presidente metterà a disposizione la rete di distribuzione di Poste Italiane e realizzerà una campagna di comunicazione.
L’ucraina Olga Kharlan, oro nella sciabola a squadre a Pechino, ringrazia l’Italia e si prepara per le olimpiadi di Parigi: «Il mio sogno? Conquistare una medaglia per il mio popolo e la mia famiglia». Emozionatissima, la sua connazionale Yeva Sai, giovane nuova protagonista della serie Mare fuori.
Stefania Battistini, inviata in Ucraina per il Tg1, conduce la presentazione e la consegna della medaglia ai giornalisti che hanno raccontato con passione il conflitto: Gabriella Simoni (Tg5), Elena Testi (La7), chi vi scrive per il Giornale, Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), Ilario Pignarelli (Rainews) collegati dall’Ucraina e da Israele. I testimonial come il cantautore Edoardo Bennato e l’étoile Eleonora Abbagnato suggellano la cerimonia. Fazzolari non si è tirato indietro dopo la fine della presentazione. Se il dissidente Navalny non fosse stato incarcerato «non sarebbe morto. Su questo penso che nessuno possa avere dubbi. È morto per colpa del regime di Putin». E aggiunge, rispetto alle accuse alla Lega di simpatie russe, che «a livello internazionale ci mette in imbarazzo solo una cosa: se ci fosse un governo Pd-M5S-Sinistra italiana crollerebbe il sostegno italiano all’Ucraina». Il sottosegretario conferma che Palazzo Chigi ha acquistato un buon numero di medaglie che verranno donate dalla premier, Giorgia Meloni, «ai vari capi di Stato tra cui Zelensky» probabilmente nel viaggio lampo in Ucraina dei prossimi giorni.
[continua]

video
20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.

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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
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Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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