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06 marzo 2024 - Prima - Mondo - Il Giornale
Mar Rosso, Gaza, Ucraina: i nostri militari in campo
Quest’anno l’Italia avrà il comando di tre missioni internazionali Aspides, Atalanta e Combined task force 153 nei mari più a rischio del mondo dal canale di Suez allo stretto di Hormuz. Ieri il Parlamento ha approvato le nuove operazioni per il 2024 dallo “scudo” europeo per proteggere il traffico commerciale nel Mar Rosso alla missione Levante per gli aiuti a Gaza e l’intervento dell’Unione europea in Ucraina con personale civile. In tutto le nuove missioni impiegheranno 834 uomini, tre navi e cinque mezzi aerei per un totale di 45.863.901 euro oltre ai 66.543 per il magistrato distaccato a Kiev.
L’Italia vuole fare arrivare nella striscia di Gaza «tutti gli aiuti necessari» ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L’ Operazione Levante con 192 militari, 10 mezzi terrestri, una nave e supporto aereo avrà il compito di «trasportare beni di prima necessità a favore dei civili». E pure «di schierare un ospedale da campo e una unità navale con capacità sanitaria, in supporto alla popolazione». Il ministro ha parlato in aula «dell’iniziativa Pane per Gaza» che verrà organizzata in collaborazione con il Programma alimentare mondiale che ha sede a Roma. La missione avrà anche il compito «di predisporre misure precauzionali per l’eventuale evacuazione di connazionali o l’estrazione delle forze italiane dalla regione». Il riferimento è ai nostri militari in Libano a cominciare dai caschi blu. L’obiettivo è «fornire contributi per fronteggiare una potenziale escalation nel conflitto Israele-Hamas». E viene sottolineata «la necessità di un’immediata pausa umanitaria che possa condurre a un cessate il fuoco sostenibile e al rilascio incondizionato degli ostaggi» israeliani.
Il fiore all’occhiello delle missioni approvate ieri è Aspides, “scudo” in greco, l’operazione navale europea decisa il 19 febbraio dal Consiglio Ue. Il cacciatorpediniere multiruolo, Caio Duilio, che ha già abbattuto un drone lanciato dai ribelli Houti, è l’ammiraglia con a bordo il comandante tattico, Stefano Costantino. La Grecia ha la guida strategica con il commodoro Vasilios Griparis nella base di Larissa. L’obiettivo è la «salvaguardia della libera navigazione e la protezione del naviglio mercantile in transito in un’area di operazioni che include Mar Rosso, Golfo di Aden e Golfo Persico». Le regole di ingaggio sono difensive per contrastare la minaccia degli Houti che dallo Yemen bersagliano il traffico marittimo nel Mar Rosso. La flotta europea dovrà «neutralizzare i diversi tipi di minaccia che possono venire da droni e missili, senza escludere gli attacchi marittimi o aerei».
Gli 8 milioni di euro di “spese comuni” della missione saranno a carico dello «Strumento europeo per la pace», un fondo che già rimborsa gli aiuti militari all’Ucraina. Tajani ha confermato l’allarme per le infrastrutture critiche che garantiscono la trasmissione dati del traffico internet globale. «Attraverso il Mar Rosso passano 16 sistemi di cavi sottomarini che collegano l'Europa all’Asia - ha dichiarato il ministro -. Quattro sono stati recentemente danneggiati». In pratica un quarto del traffico dati è compromesso.
Dal 10 febbraio la Marina militare è a capo della missione anti pirateria Atalanta, davanti alla Somalia, con la fregata Martinengo. E in aprile l’Italia assumerà il comando di una terza flotta internazionale, la Combined Task Force CTF-153, che opera nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, schierando un’ulteriore nave militare. Fra le missioni varate ieri è prevista anche l’«attività di presenza e sorveglianza navale nelle acque internazionali del Canale del Mozambico di interesse strategico nazionale» dove abbiamo impianti dell’Eni. In Ucraina manderemo un magistrato con la missione Euam per «lo sviluppo di servizi di sicurezza sostenibili» puntando ai «diritti umani e di genere, al buon governo e alla lotta alla corruzione».
[continua]

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16 giugno 2016 | Tgcom24 | reportage
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Presentazione Gli occhi della guerra e del documentario "Profughi dimenticati" dal nord dell'iraq

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18 ottobre 2019 | Sna | reportage
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Il palco del Centenario Sna ha accolto anche Fausto Biloslavo, oggi certamente il più famoso e tenace reporter di guerra. Attraverso fotografie e filmati tratti dai suoi reportage nelle zone dei conflitti, Biloslavo ha raccontato la sua vicenda professionale, vissuta fra pericoli e situazioni al limite del disumano, testimonianfo anche l’orrore patito dalle popolazioni colpite dalla guerra. Affrontando il tema del coraggio, ha parlato del suo, che nonostante la quotidiana esposizione della sua vita a rischi estremi gli permette di non rinunciare a testimoniare la guerra e le sue tragiche e crudeli conseguenze. Ma il coraggio è anche di chi la guerra la subisce, diventando strumento per l’affermazione violenta delle ragioni di parte, ma non vuole rinunciare alla vita, alla speranza. E lottare per sopravvivere richiede grande coraggio. Sebbene possa sembrare un parallelo azzardato, lo stesso Biloslavo, spiega che il coraggio è sostenuto dalla passione, elemento necessario in ogni attività, in quella del reporter di guerra come in quella dell’agente di assicurazione. Il coraggio serve per cominciare da zero, ma anche per rialzarsi quando si è colpiti dalle difficoltà o per adattarsi ai cambiamenti, è il messaggio di Biloslavo alla platea del Centenario.

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12 ottobre 2017 | Tele Capodistria | reportage
Gli occhi della guerra
"Gli occhi della guerra" sarà questo il tema della prossima puntata di Shaker, in onda venerdì 13 ottobre alle ore 20. Nostro ospite FAUSTO BILOSLAVO, giornalista di guerra che, in oltre 35 anni, ha vissuto e raccontato in prima persona la situazione su tutti i fronti più caldi: Libano, Afghanistan, Iran, Iraq, ex Jugoslavia... e ultimamente Ucraina, Libia, Siria... Cosa vuol dire fare il reporter di guerra? Com'è cambiato questo "mestiere"? Perchè è ancora così importante? Come mai tanti giovani vogliono farlo? Quali consigli dargli? Tante le domande cui cercheremo di dare risposta. If you LIKE it, please SHARE it!!!

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06 luglio 2015 | Radio Capodistria | intervento
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Non solo Califfato
Una panoramica della situazione internazionale e il ricordo di Franco Paticchio, grande Direttore ed Editore dimenticato

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14 gennaio 2019 | Peter Pan Radio Rai FVG | intervento
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I bambini e la guerra
In 35 anni di reportage i drammi dei bambini, le vittime innocenti dei conflitti

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22 ottobre 2009 | Radio24 | intervento
Mondo
Libertà di stampa
In Italia la libertà di stampa è sempre più in pericolo per colpa del solito Cavalierenero,mentregli Stati Uniti fanno unbalzo in avanti graziealnuovomessiademocraticoBarack Obama. Lo stabilisce l’annuale rapportodiReporterssansfrontières, i giornalisticonil nasino all’insùche considerano l’Italia alla stregua di Bielorussia e Zimbabwe. Politicamentecorretti, hannoelevatogliStati Uniti dal 40˚ posto al 20˚, solo perché non c’è più George W. Bush. E declassato l’Italia al 49˚. Obama ha incassato un Nobel per la pace preventivoeconquistatol’aureola della libertà di stampa.Nonche negli Usa mancasse, ma è curioso che il 15 maggio proprio i Reporter senza frontiere (Rsf) lanciavano strali contro il nuovo inquilino della Casa Bianca. «L’organizzazione è delusa dalladecisionedelpresidente(Obama) diporreilvetosullapubblicazione delle 44 fotografie che ritraggono l’esercitoamericanomentreabusae torturai prigionieriafghanieiracheni », si legge inuncomunicato di Rsf. Jean-Francois Julliard, segretario generalediRsf,ammettechenelbalzoinavantidegliUsahacontato «l’effetto Obama». Peccato che la Casa Biancastiasparandocannonateverbalicontrola tvFoxNewsreadicriticare il presidente. «Non è più un organo di informazione», «li tratteremocome un partito d’opposizione» hanno tuonato i portavoce. La Fox è da tempo esclusa dalle interviste ad Obama, limitata nell’accesso alle fonti governative e ai suoi giornalisti vengononegate ledomandedurantegliincontriconlastampaallaCasa Bianca. L’editore dell’agguerrita tv è RupertMurdoch.Rsfnonsimobilita moltoper lasuaFoxnegli Usa,main Italialodifende,considerandolominacciato da Silvio Berlusconi. Sui 175 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa siamo scivolati dal 35˚postodel 2007,quandoc’eraRomanoProdi, al44˚delloscorsoanno e al 49˚ odierno.Unabocciatura che nonsi capisce benecomesalti fuori. Nella classifica l’Italia si è beccata 12,4 voti negativi. I voti si basano su un questionario, che è stato consegnato a diverse decine di giornalisti, professoriuniversitari,attivistideidirittiumanieavvocatidelnostroPaese. Nonostante le richieste del Giornale la lista dei «giurati» è segreta. Peroraanchele12,4bacchettatesulla libertà di stampa non sono state ufficializzate. Sfogliando il facsimile delquestionarioèovviocheinItaliai giornalistinonvengonoammazzati, torturatiosbattutiincarcerebuttandovia la chiave.Comeaccadein Eritrea, inTurkmenistaneinIran,gliultimi tre Paesi della classifica di Rsf. Nonèmaicapitatocheleforzearmateoilgoverno abbianochiusoconla forza giornali o televisioni, come si chiede nel questionario. SecondoRsf«lepressionidelCavaliere sui media, le crescenti ingerenze », ma pure «le violenze di mafia controi giornalisticherivelano le attività di quest’ultima eundisegno di legge che ridurrebbe drasticamente lapossibilitàperimediadipubblicareleintercettazionitelefoniche, spiegano perché l’Italia perda posizioni per il secondo anno consecutivo». Julliard, capoccia dell’organizzazione, avevagiàannunciatoildeclassamento in occasione della manifestazione sulla libertà di stampa del 3 ottobre scorso a Roma. Al fianco di SabinaGuzzanti,lacomicaantiCav, minacciò:«Troppepressionisuimedia, SilvioBerlusconirischiadi finire nella lista dei predatori della libertà di stampa» come la mafia. «L’Italia nonguadagneràcertoposizioni»,avvertì. Il preveggente francese ha però sbagliato qualche calcolo. Il nostro Paeseèstato retrocessoancheper le querele miliardarie di Berlusconi a Repubblica e altri giornali. ScorrendolaclassificadiRsfsiscoprechesiamo stati battuti pure dal Sud Africa, piazzato al 33˚ posto. Peccato che il discutibile presidente sudafricano, JacobZuma,abbia querelato perun milione di dollari il vignettista JonathanShapiro. Nonsolo:unprogrammasulla satira è stato censuratodue volte in tv,maZuma,si sa, èpiù simpatico del Cav. www.faustobiloslavo.eu

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20 ottobre 2009 | Radio Uno | intervento
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Rassegna stampa - Ultime da Babele
Cmmento ai giornali fra il mito del posto fisso ed i problemi del Medio Oriente.

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