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07 marzo 2024 - Attualità - Yemen - Il Giornale
Gli Houthi alzano il tiro: due morti nel Mar Rosso
I ribelli Houti, filo iraniani, alzano il tiro colpendo una nave mercantile greca e provocando, per la prima volta, morti e feriti gravi. La True Confidence, che batte bandiera della Barbados, è stata centrata da uno o più missili balistici anti nave a 90 chilometri dalle coste yemenite nel golfo di Aden. Gli Houti, che dal 2014 hanno conquistato la capitale Sana’a, sono più a nord e ancora una volta dimostrano le capacità belliche con missili balistici capaci di minacciare il traffico mercantile non solo nel Mar Rosso, ma pure oltre lo stretto di Bab al Mandeb.
Il mercantile di 183 metri, che nelle ultime due settimane aveva fatto spola fra Singapore e Jedda in Arabia Saudita, è alla deriva e sarebbe stato abbandonato dall’equipaggio. L’attacco ha provocato almeno due morti e un disperso fra i marinai oltre a 6 feriti, alcuni ustionati gravi, a causa dell’incendio divampato a bordo.
Una nave da guerra americana e un’unità indiana stanno prestando soccorso, ma la situazione è pericolosa. Gli Houti potrebbero utilizzare il primo bersaglio per attrarre le unità militari e colpirle in una specie di imboscata in mezzo al mare con droni kamikaze, altri missili o barchini minati. Il brigadiere generale Yahya Sare, portavoce militare dei miliziani sciiti, ha rivendicato l’operazione confermando che la nave è in fiamme. «Gli attacchi si fermeranno - ha annunciato - quando finirà l’aggressione e l’assedio del popolo palestinese a Gaza». Secondo l’agenzia dei ribelli, Saba, una «serie di missili navali» hanno colpito il mercantile in maniera «precisa». E «l’allerta» diramata a tutto il traffico mercantile «continuerà» in nome «dei doveri religiosi, morali e umanitari in sostegno ai palestinesi».
L’attacco è stato annunciato via radio da «militari yemeniti», che forse volevano fare abbandonare la nave per sequestrarla e usarla come trofeo. La True Confidence è probabilmente finita nel mirino per la proprietà greca. La Grecia con il commodoro Vasileios Gryparis nella base Nato di Larissa detiene il comando strategico della missione navale europea Apsides. In mare la guida delle operazioni tattiche è affidata al controammiraglio Stefano Costantino a bordo del cacciatorpediniere Caio Duilio. La flotta europea è composta dalle unità da guerra Hessen, tedesca, il Languedoc francese e Hidra battente bandiera greca. Il Duilio si trova nel Mar Rosso nei pressi della base di Gibuti e l’altra nave della Marina militare, il Martinengo era arrivata a Doha capitale del Qatar. Nel vasto tratto di mare dal Canale di Suez allo stretto di Hormuz ci sono diverse flotte, compresa una portaerei americana e nell’area sotto la minaccia degli Houti navigano contemporaneamente almeno 8 unità da combattimento. Il mini esercito sciita, però, è riuscito a colpire dallo scorso novembre oltre 40 navi commerciali. L’ultima, prima dell’attacco mortale al cargo greco, è la Msc Sky II centrata lunedì. Negli ultimi giorni è affondata la nave di proprietà inglese Rubymar, la prima colata a picco dopo un attacco Houti. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, concludendo la sua visita in Kuwait, ha dichiarato che le minacce dei miliziani sciiti «sono un atto di guerra, fisica e ibrida che incidono sulle economie di alcuni Paesi, agevolandone altri, le cui navi non vengono intenzionalmente attaccate». Il riferimento è al naviglio russo e cinese.
E ora pure la Turchia torna a farsi sentire. Il ministro degli Esteri Hakan Fidan, durante il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione islamica a Jeddah ha fatto notare: «Come mondo musulmano, dobbiamo elaborare un piano per contrastare le atrocità a Gaza».
E ancora: «Bisogna rompere l’assedio di Israele per impedire che il popolo soffra la fame» mentre, sul fronte diplomatico, Ankara ha invitato ad «aumentare la pressione su Tel Aviv con ogni mezzo possibile».
[continua]

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02 agosto 2012 | Tele Pordenone | reportage
La telefonata al carabiniere rapito
“Pronto con chi sto parlando?”. La voce di Alessandro Spadotto, il carabiniere di 29 anni, sequestrato domenica a Sana’a, arriva forte e chiara dallo Yemen. A parte un filo di comprensibile stupore per l’inaspettata telefonata dall’Italia. Attraverso una filiera di contatti pensavamo di riuscire a parlare con il capo dei sequestratori, Ali Nasir Hariqdan. Pure noi siamo rimasti sorpresi che dopo le prime domande hanno passato il telefonino all’ostaggio italiano per farci sentire che è vivo e sta bene.

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03 agosto 2012 | Tele Pordenone | reportage
I retroscena della liberazione
Ali Nasir Hariqdan voleva 2 milioni di dollari per liberare il carabiniere Alessandro Spadotto rientrato ieri in Italia sano e salvo. Lo ha detto al telefono a il Giornale martedì scorso quando aveva ancora l’ostaggio fra le mani. Non è l’unico retroscena: il giovane carabiniere è stato rapito perchè era il primo occidentale ed una preda facile che i suoi uomini hanno individuato nelle strade di Sana’a. Probabilmente neppure sapevano che fosse italiano. Davano la caccia ad uno straniero e Spadotto, da solo, che faceva acquisti in un negozio, era perfetto.

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01 agosto 2012 | Tg5 | reportage
Il carabiniere rapito nello Yemen
Il Giornale raggiunge via telefono Alessandro Spadotto ostaggio di un capo clan

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