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Commento
11 marzo 2024 - Attualità - Ucraina - Il Giornale
L’Ucraina non è sconfitta
lla Segreteria di Stato, il ministero degli Esteri del Vaticano, non sanno a che Santo votarsi dopo le parole del Papa sull’Ucraina. Giusto negoziare, ma da una posizione di forza, non certo sventolando bandiera bianca, altrimenti si rischia la capitolazione. Papa Francesco è riuscito a deludere terribilmente i greco cattolici, che hanno tanti cappellani militari al fronte e la fiorente comunità dei cristiani ucraini in Italia rimasti «sgomenti». L’unico a gongolare sarà il patriarca della chiesa ortodossa russa, paladino della linea guerrafondaia del Cremlino.
Ed è almeno curioso che il Santo Padre indichi nel neo sultano Erdogan il dominus per la pace in Ucraina.
Forse ha ragione, ma proprio il Vaticano si era proposto come negoziatore.
Purtroppo si sono perse le tracce del tentativo portato avanti dal cardinale Zuppi.
L’Ucraina non è (ancora) sconfitta come pensa il Papa, ma per evitare il peggio bisogna continuare ad aiutare la resistenza di Kiev senza centellinare di fronte ad un invasore all’attacco, che ha un rapporto di fuoco della solo artiglieria di 5 a 1. Il mondo libero deve convincere e aiutare l’Ucraina a negoziare, ma partendo da una linea del Piave difensiva invalicabile per l’armata russa e non con una pistola puntata alla testa dettata da munizioni e truppe che scarseggiano, posizione perdute e stanchezza occidentale. Il fattore tempo è cruciale con l’avvicinarsi delle elezioni negli Usa. Se Donald Trump tornasse alla Casa Banca gli ucraini rischiano di venire abbandonati a loro stessi.
Un motivo in più per un negoziato giusto tutto da costruire, che forse comporterà una pace mutilata per Kiev, ma una vittoria verso il futuro europeo del Paese. E a Putin resterà in pugno solo una vittoria di Pirro e la condanna della storia.
Altrimenti, e su questo il Papa ha ragione quando parla di terza guerra mondiale a pezzi, paesi Nato come Polonia, Francia, Inghilterra, i baltici potrebbero inviare truppe in Ucraina. Ma siamo pronti a morire per Kiev?
[continua]

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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radio

26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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