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Articolo
20 maggio 2024 - Attualità - Italia - Il Giornale |
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Il premio Almerigo Grilz alla memoria di Di Mare |
Fausto Biloslavo “Mi sporgo fuori per filmarli: non è facile, occorre stare appiattiti a terra perché le pallottole fischiano dappertutto… alzare troppo la testa può essere fatale” scriveva Almerigo Grilz in Mozambico, nel 1986, durante un avventuroso reportage con i guerriglieri della Renamo in piena guerra civile. Un anno dopo, sempre in Mozambico, il 19 maggio, veniva colpito da un cecchino governativo mentre filmava gli stessi ribelli in rotta nella battaglia di Caia. Il primo giornalista italiano ucciso su un fronte di guerra, in tempo di pace, dalla fine del secondo conflitto mondiale. Il proiettile con il suo nome lo ha stroncato a soli 34 anni. Oggi a Milano, al Teatro dell’Arte della Triennale, alle 19, ingresso libero, si terrà la cerimonia in onore dei cinque giovani giornalisti che hanno vinto la prima edizione del premio dedicato a Grilz. Tutti al di sotto dei 40 anni per valorizzare la generazione di reporter, che sta raccogliendo il testimone del giornalismo di guerra non solo italiano. Una scelta netta dell’Associazione amici di Almerigo, che ha fortemente voluto il premio. La giuria di grande professionalità e trasversalità, presieduta da Toni Capuozzo, ha assegnato il premio speciale alla memoria, all’unanimità, a Franco Di Mare, inviato di guerra e conduttore scomparso il 17 maggio dopo la battaglia con una malattia senza scampo legata ai suoi reportage sulla sanguinosa disgregazione della Jugoslavia. Il video di un toccante monologo in teatro del giornalista Rai, sul lato oscuro dell’umanità, sarà proiettato alla premiazione. Alla conferenza stampa alle 12, presso la regione Lombardia, verrà presentato un altro video con i lavori dei finalisti sul conflitto fra israeliani e palestinesi, la guerra in Ucraina fino a inchieste e reportage su temi d’attualità, anche illustrati. Una trentina di candidati con nove donne e la più giovane ha 23 anni. In Regione verrà inaugurata la mostra fotografica e multimediale “Gli occhi della guerra” alla presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Il messaggio più forte ai giovani che hanno la passione del giornalismo in prima linea l’ha lanciato pochi giorni prima della sua scomparsa proprio Di Mare: “A chi desidera fare l’inviato raccomando questo: raccontate sì la guerra ma cercate la vita. Cercatela e, come è successo a me, la troverete nei sorrisi delle ragazze che si truccano per sfidare i loro assassini, nell’abito curato dell’anziano che non cede un centimetro della sua dignità alle atrocità che lo circondano o nelle note di libertà suonate da quel musicista tra i palazzi diroccati e le macerie ancora fumanti di Sarajevo”. |
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05 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
Islam, matrimoni forzati e padri assassini
Nosheen, la ragazza pachistana, in coma dopo le sprangate del fratello, non voleva sposarsi con un cugino in Pakistan.
Il matrimonio forzato era stato imposto dal padre, che ha ucciso a colpi di mattone la madre della giovane di 20 anni schierata a fianco della figlia. Se Nosheen avesse chinato la testa il marito, scelto nella cerchia familiare, avrebbe ottenuto il via libera per emigrare legalmente in Italia.
La piaga dei matrimoni combinati nasconde anche questo. E altro: tranelli per rimandare nella patria d’origine le adolescenti dove le nozze sono già pronte a loro insaputa; e il business della dote con spose che vengono quantificate in oro o migliaia di euro.
Non capita solo nelle comunità musulmane come quelle pachistana, marocchina o egiziana, ma pure per gli indiani e i rom, che sono un mondo a parte.
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23 aprile 2012 | Premio Lago | reportage
Il premio Giorgio Lago: Arte, impresa, giornalismo, volontariato del Nord Est
Motivazione della Giuria: Giornalista di razza. Sempre sulla notizia, esposto in prima persona nei vari teatri di guerra del mondo. Penna sottile, attenta, con un grande amore per la verità raccontata a narrare le diverse vicende dell’uomo.
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05 febbraio 2015 | Porta a Porta | reportage
IN RICORDO DELLE FOIBE E L'ESODO LA PUNTATA DI PORTA A PORTA
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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento |
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale
Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio
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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento |
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento |
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra
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