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21 giugno 2024 - Attualità - Russia - Il Giornale
Il Viaggio “sovietico” dello Zar ad Hanoi Un centro nucleare e appoggio difensivo
Il presidente russo, Vladimir Putin, si è fatto fotografare con il leader vietnamita To Lam sotto il busto bronzeo di Zio Ho, il fondatore della patria. Il picchetto militare d’onore in uniforme bianca, con stivaloni neri e passo dell’oca, ha reso omaggio al gradito ospite arrivato da Mosca. Il giorno prima concludeva la pomposa visita nella Corea del Nord con coreografia da tempi sovietici, che avrebbe fatto invidia a Breznev. Il viaggio di Putin in Estremo Oriente è la riedizione di patti e strategie dei tempi dell’Urss, quando imperversava la guerra fredda. In Vietnam c’era la sanguinosa guerra contro gli americani. I Viet Cong che si ispiravano a Ho Chi Min venivano armati e addestrati da Pechino e da Mosca. La Corea del Nord medieval-stalinista godeva di un patto d’acciaio con l’Urss, che in questi giorni il presidente russo ha ritirato fuori dalla naftalina firmando a Pyongyang una riedizione in trenta punti, che prevede pure l’intervento immediato in caso di attacco.
Il «Vietnam è uno degli alleati più affidabili» della Russia ha dichiarato ieri Putin. «È un piacere essere sul suolo ospitale della Repubblica Socialista del Vietnam. Uno dei nostri amici e partner affidabili di lunga data - ha aggiunto incontrando il primo ministro Pham Minh Chinh - Le relazioni russo-vietnamite di fiducia e comprensione reciproca hanno fatto molta strada e hanno resistito alle prove della guerra».
Il Cremlino fa la corte al Vietnam anche per la sua posizione filorussa sull’invasione dell’Ucraina. Molti dei massimi dirigenti comunisti vietnamiti hanno studiato nelle università sovietiche, compreso il segretario generale del partito, Nguyen Phu Trong, che ha calorosamente incontrato il presidente russo, ex ufficiale del Kgb. Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano criticato il Vietnam per aver fornito a Putin una «piattaforma per pro.
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