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12 luglio 2025 - Interni - Libia - Il Giornale
I veri dati sugli “sbarchi raddoppiati”: appena il 10% in più
Gli sbarchi sono raddoppiati da gennaio? Una balla colossale che politici, talebani delle Ong e giornaloni stanno cercando di accreditare interpretando i dati come vogliono loro per attaccare il governo. I numeri veri della Guardia costiera e del Viminale non lasciano dubbi: dal primo gennaio a ieri sono arrivati in Italia via mare 32.115 migranti. Nello stesso periodo dello scorso anno erano 28.880. In pratica un aumento di 3.315 migranti, poco più del 10%, spalmato su sei mesi a distanza siderale dall'annunciato raddoppio. Non solo: nel 2024 i numeri erano già drasticamente scesi, oltre la metà, rispetto all'anno prima.
I dati, anche dell'Onu, se letti in maniera corretta dimostrano un altro problema: il flusso si è quasi del tutto spostato dalla Tunisia alla Libia o meglio la parte Ovest della Tripolitania.
«È in atto un fisiologico aumento, non elevato, dovuto al persistere delle condizioni meteo favorevoli. Rispetto all'instabilità a Tripoli per la lotta fra milizie ci si aspettava un aumento considerevole delle partenze e una minore attività di contrasto
in mare da parte dei libici. Non è stato così» spiega una fonte del Giornale, in prima linea sul mare.
Dalle coste tunisine sono arrivati in Italia, fino al 15 giugno, appena 1564 migranti. Dalla Tripolitania, al contrario, è partito il grosso, 23.898 fino allo scorso mese. Gran parte delle partenze sono da Zwuara (292) e 145 fra Sabrata e Zawhuia. Un'area solo in parte sotto controllo del governo di Tripoli di Abdul Hamid Dbeibeh. Solo 607 sono partiti verso l'Italia dalla parte orientale del paese, la Cirenaica, in mano al generale Khalifa Haftar ed i suoi figli. Anche Frontex conferma sostanzialmente i dati veri di 29.300 arrivi, il 12% in più rispetto al 2024. Il governo Meloni, però, non deve dormire sugli allori. L'estate è sempre un periodo di aumento degli sbarchi e la complicata situazione in Libia potrebbe riservare impennate nelle partenze. Ne sa qualcosa la Grecia: fino al 15 giugno gli arrivi erano 11.844, in gran parte dalla Cirenaica con grossi e vetusti pescherecci. Uno degli ultimi barconi, diretto verso Creta, è stato intercettato l'8 luglio con oltre 500 migranti a bordo. I centri dell'isola sono al collasso e il primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, ha schierato la flotta davanti alla Cirenaica. Il Parlamento di Atene ha votato la sospensione delle domande di asilo per chi arriva illegalmente dal Nord Africa ed in particolare dalla Libia. «La Grecia non è un passaggio aperto verso l'Europa» ha sottolineato Mitsotakis.
Italia, Malta e Germania invieranno una nuova missione Ue in Libia, compresa la Cirenaica, dopo l' «incidente» di Bengasi che ha coinvolto pure il nostro ministro, Matteo Piantedosi, rimandato indietro per il troppo zelo dell'ambasciatore europeo in Libia.
Nel frattempo le Ong del mare hanno sì raddoppiato, in termini percentuali, 20,42%, il recupero di migranti sbarcati in Italia (5515 fino a metà giugno). E adottato nuove tattiche per aggirare il decreto Piantedosi. I talebani dell'accoglienza utilizzano le imbarcazioni più piccole trovando scuse, come lo scarso carburante, per ottenere l'approdo più vicino, a Lampedusa, e non in altri porti lontani. E le navi più grosse, come Life support di Emergency, svolgono un ruolo di comando e controllo in ausilio ad Alarm phone, il centralino dei migranti, per intercettare i barconi. Non è un caso che in questi giorni le ammiraglie Humanity 1 e proprio Life support sono piazzate fra le 30 e 50 miglia a sud di Malta.
[continua]

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31 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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06 maggio 2019 | Quarta Repubblica Rete 4 | reportage
Libia, scenario siriano
La battaglia di Tripoli infuria fra i governativi e le truppe del generale Haftar. Nonostante gli aspri combattimenti la situazione è di stallo. Le brigate di Misurata, la Sparta libica, hanno salvato dal tracollo il premier Serraj. La guerra civile libica è sempre più simile allo scenario siriano, ma alle porte dell’Italia. Fra i combattenti, da una parte e dall’altra, molti sono stati formati da noi, come il capitano Rafat. La battaglia di Tripoli ha già provocato 400 morti, duemila feriti, 50mila sfollati e una pesante ingerenza straniera, che può trasformare la Libia in una nuova Siria. Queste sono le immagini del bombardamento mirato di un drone, probabilmente di un paese arabo alleato di Haftar, che colpisce obiettivi governativi. E la Turchia ha promesso di usare qualsiasi mezzo per difendere Tripoli. Il giorno dopo i risultati dei raid notturni sono evidenti Nella capitale si perdono e riconquistano posizioni, ma le linee si muovono di poco. E a pochi chilometri di distanza la vita scorre con il caotico traffico del centro come se non ci fosse la guerra … L’impressione è che la battaglia per la capitale stia diventando cronica e rischi di trascinarsi ancora a lungo senza né vincitori, né vinti I difensori di Tripoli considerano gli italiani, che appoggiano il governo riconosciuto dall’Onu, degli alleati e i francesi, accusati di sostenere Haftar, dei nemici. Nelle manifestazioni filo governative il presidente francese Emmanuel Macron è nel mirino. E pure le donne velate indossano i gilet gialli, simbolo della rivolta in Francia contro Macron Sul fronte del mare, dall’inizio del conflitto, la Guardia costiera libica, grazie alle motovedette donate dall’Italia come questa, ha intercettato solo 3 gommoni per un totale di 270 migranti…..che nonostante la guerra si incontrano agli angoli delle strade della capitale alla ricerca di un lavoretto giornaliero. L’intelligence americana stima che ci siano almeno 100mila migranti in Libia, ma per assurdo le ostilità hanno congelato le partenze. Leonel del Camerun che ha lavorato con una ditta italiana fino all’inizio della battaglia di Tripoli conferma che i gommoni partono sempre meno non solo a causa della guerra.I migranti conoscono molto bene la politica del ministro dell’Interno italiano. Almeno 3mila migranti detenuti nei centri governativi sono vicini alla prima linea e rischiano di venire colpiti come si vede in queste drammatiche immagini Il portavoce della Guardia costiera libica conferma che la linea del fronte blocca l’arrivo di nuovi migranti dal confine meridionale e i traffican ti sono troppo impegnati nel conflitto per far partire i gommoni ……almeno per ora. Ma cosa succederà con l’estate e il mare calmo? La Guardia costiera ha l’ordine di concentrarsi sulla guerra civile. E per questo, come si vede nelle foto, almeno una delle motovedette donate dall’Italia senza sistemi offensivi è stata riarmata.

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06 aprile 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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08 marzo 2011 | Panorama | intervento
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Diario dalla Libia
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29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
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Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

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10 marzo 2011 | Panorama | intervento
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22 marzo 2011 | Panorama | intervento
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26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
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I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


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