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14 agosto 2015 - Prima - Italia - Il Giornale
Il prete eritreo e l’attivista ribelle. Ecco chi organizza gli sbarchi
Fra gli amici dell' «invasione» di profughi e clandestini dal mare spiccano don Mussie Zerai, un prete che si crede Mosè e Nawal Soufi, attivista che appoggia i ribelli siriani. Tutti e due sono delle star, incontrastate, dell'accoglienza e del buonismo pro migranti ufficialmente senza scopi di lucro. Dall'Italia si sono trasformati in centralino delle chiamate dai barconi attraverso i satellitari forniti agli scafisti dai trafficanti di uomini per chiedere aiuto. E nessuno dice niente. Anzi, padre Zerai, è stato candidato all'inizio dell'anno al premio Nobel da un centro per la pace di Oslo e Nawal, l'angelo dei profughi è addirittura il titolo di un libro delle edizioni Paoline dedicato a Lady Sos.
Il sistema è semplice: dai barconi che partono dalla Libia o dalla Turchia arriva la telefonata al moderno Mosè o a Lady Sos, che chiamano direttamente i soccorsi italiani. Oppure avvisano Watch the med, un portale europeo, nato grazie alla campagna internazionale «Boat4people», che ha come aderenti l'Arci, l'associazione della sinistra italiana. Dal portale si può addirittura scaricare un'app per i diversi tipi di cellulare e lanciare l'«alarm phone», una telefonata d'emergenza così ti vengono a prendere in mezzo al mare.
Lady Sos, ventisette anni, di origine marocchina, vive a Catania. «È iniziato tutto attraverso il passaparola su Facebook – racconta la giovane – dove è stato scritto il mio numero di telefono. Io rispondo alle chiamate di Sos dal mare e da terra e faccio un servizio di seconda accoglienza per chi continua il viaggio verso il Nord Europa». Lady Sos è il riferimento soprattutto dei siriani essendo un'attivista che appoggia i ribelli contro il regime di Damasco e si fa fotografare mentre fa il segno di vittoria con una mitragliatrice antiaerea. In Italia ha conosciuto alle manifestazioni contro Assad, Vanessa Marzullo, una delle due vispe Terese rapite in Siria e poi rilasciate con i soldi dello Stato. E proprio Vanessa rilanciava gli appelli al soccorso in mare di Lady Sos.
Adesso «l'angelo» dei barconi è ben più organizzata. L'11 luglio sul sito salva migranti Watch the Med si legge che «il team dell'Alarm phone è stato informato dall'attivista Nawal Soufi di aver ricevuto una chiamata di emergenza dalla Turchia la notte prima». Il telefono satellitare a bordo del barcone salpato verso l'Italia poi risulta spento. Alla fine la stessa Lady Sos informa che è stato contattato il Centro nazionale del soccorso marittimo a Roma «che ha confermato di aver trovato il battello» sbarcando tutti i migranti a casa nostra.
Il 30 luglio il centralino pro barconi viene attivato da «padre Mussie Zerai (...) che informa di un battello in difficoltà nel Mediterraneo centrale e passa il numero di telefono satellitare». Dal sito avvisano il Centro dei soccorsi a Roma, che «conferma di lavorare sul caso». Il risultato è che 885 profughi e clandestini vengono portati in Italia.
Lo stesso Padre Zerai racconta come funziona: «Appena arriva una telefonata ci assicuriamo che il telefono satellitare da cui chiamano abbia sufficiente credito per poter continuare ad avere un contatto diretto con il barcone. Poi segnaliamo la presenza dell'imbarcazione in difficoltà alle guardie costiere italiana e maltese, a cui forniamo le informazioni raccolte».
Il prete eritreo giunto in Italia nel 1992, a soli 17 anni, ha ottenuto asilo politico e studiato prima a Piacenza e poi all'università Pontificia. Sul sito della Camera è immortalato mentre incontra la presidente, Laura Boldrini, ma è stato ricevuto anche dall'allora segretario di Stato americano Hillary Clinton a Washington e più volte dall'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati. Da Roma fa spola con la Svizzera dove si occupa della comunità dei cristiani eritrei. La sua agenzia per la cooperazione, Habeisha, appoggia Watch the Med, un colpo di genio, che ha reso europeo l'allarme telefonico via barconi. L'8 agosto è arrivata una chiamata da una tinozza partita dal Marocco e sono stati subito mobilitati gli attivisti spagnoli di Salvamento Maritimo. Alla fine è intervenuta una motovedetta marocchina.
Dietro alla mobilitazione buonista, delle star dell'accoglienza italiane, ufficialmente a fin di bene e senza scopi di lucro, si nasconde un disegno chiaro spiegato sul sito pro «invasione». In relazione all'ultima segnalazione del 5 agosto di sospetti respingimenti della guardia costiera greca denunciati via centralino d'allarme per i barconi si legge: «Possiamo solo ripeterlo: Sono necessarie vie sicure e legali per viaggiare verso l'Europa. Abbiamo bisogno di aprire linee di traghetti per tutti» i migranti.
[continua]

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05 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
Islam, matrimoni forzati e padri assassini
Nosheen, la ragazza pachi­stana, in coma dopo le spranga­te del fratello, non voleva spo­sarsi con un cugino in Pakistan. Il matrimonio forzato era stato imposto dal padre, che ha ucci­so a colpi di mattone la madre della giovane di 20 anni schiera­ta a fianco della figlia. Se Noshe­e­n avesse chinato la testa il mari­to, scelto nella cerchia familia­re, avrebbe ottenuto il via libera per emigrare legalmente in Ita­lia. La piaga dei matrimoni com­binati nasconde anche questo. E altro: tranelli per rimandare nella patria d’origine le adole­scenti dove le nozze sono già pronte a loro insaputa; e il busi­ness della dote con spose che vengono quantificate in oro o migliaia di euro. Non capita solo nelle comuni­tà musulmane come quelle pa­chistana, marocchina o egizia­na, ma pure per gli indiani e i rom, che sono un mondo a par­te.

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05 febbraio 2015 | Porta a Porta | reportage
IN RICORDO DELLE FOIBE E L'ESODO LA PUNTATA DI PORTA A PORTA


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Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
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Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

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27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti. “Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale. I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria. Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa. In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo. “In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani. Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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