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10 maggio 2008 - Album - Mostra fotografica - il Giornale
Una mostra per guardare negli occhi la guerra
Fausto Biloslavo
Le orbite rossastre di un bimbo soldato che ha già visto troppo, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito. Sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage in prima linea. Ma gli occhi della guerra siamo anche noi, giornalisti, fotografi, cineoperatori fatalmente attratti da conflitti esotici, dimenticati o alle porte di case. Talvolta non sappiamo starne lontani, perché reportage e guerre non sono più un mestiere, ma la nostra vita e la nostra dannata, maledetta passione.
Dal libro Gli occhi della guerra, che racconta per immagini 25 anni di reportage dai fronti più caldi del mondo, è stata realizzata una mostra fotografica. Oggi alle 17.30 sarà inaugurata nella sala della Provincia di Pordenone in Corso Garibaldi, dove rimarrà esposta fino al 25 maggio. L’abbiamo voluta Gian Micalessin e chi vi scrive per ricordare Almerigo Grilz. Ci abbiamo messo il cuore, i nostri migliori scatti di guerra e gli stralci più toccanti dei reportage in prima linea. Grilz era un giornalista triestino ucciso a 34 anni, il 19 maggio 1987 in Mozambico mentre filmava uno scontro a fuoco fra ribelli e governativi. Per noi è stato un fratello e compagno d’avventure. Un giornalista ancora oggi “dimenticato”, almeno nella sua città. La “colpa” è di avere spavaldamente militato negli anni settanta nel Fronte della Gioventù , diventando allora il vice di Gianfranco Fini. Pochi giorni fa, appena eletto presidente della Camera, Fini, parlando di Trieste, ha ricordato “la grande amicizia con Grilz”. Nel capoluogo giuliano, però, sono ancora in molti a considerarlo l’uomo nero, che non va ricordato come giornalista. Ma solo per le sprangate che volavano, da una parte e dall’altra, nel periodo buio degli anni di piombo.
La mostra porta la firma di Almerigo, perché ospita anche le sue foto scattate prima di morire. Il circolo Eureka, che l’ha organizzata, ha voluto esporre pure i suoi ricordi. La cinepresa super 8, che stringeva in pugno quando un cecchino l’ha colpito, i suoi avvincenti disegni delle battaglie e soprattutto i passaggi dei minuziosi diari che teneva per ogni reportage. Come la frase scritta in Mozambico un anno prima di trovarvi la morte: “Mi sporgo fuori per filmarli: non è facile, occorre stare appiattiti a terra perché le pallottole fischiano dappertutto….alzare troppo la testa può essere fatale”.
La mostra è composta da un’ottantina di fotografie, che raccontano le guerre di oggi e di ieri. L'Africa rosso sangue degli anni ottanta ha le tinte forti dell'Uganda, dell'Angola, del genocidio in Ruanda. La storia del Medio Oriente senza pace inizia con il primo reportage durante l'invasione israeliana del Libano nel 1982 e si conclude con l'odierna tragedia dell'Iraq. Per certi paesi, come l'Afghanistan, le fotografie percorrono tutta la storia della loro crisi dall'invasione sovietica ad oggi. Alcune immagini riflettono guerre dimenticate, sopite o concluse, ma sono state inserite per il loro valore e drammaticità, come nel caso della Birmania o del Nicaragua. Le fotografie dei massacri in Uganda e Ruanda non sono adatte ai bambini, ma la guerra è crudele e non guardarla negli occhi non basta ad eliminarla.
La mostra è stata realizzata con l'aiuto del Mo.D.A.V.I., una Onlus impegnata nella solidarietà in Italia e all'estero. Con i fondi raccolti dall’iniziativa si costruirà un dispensario in Congo intitolato ad Almerigo Grilz. “Il primo giornalista italiano ad essere caduto in guerra dalla fine del secondo conflitto mondiale” ha ricordato Alessandro Ciriani, presidente della Provincia di Pordenone, sponsor della mostra. I burocrati del giornalismo del Friuli-Venezia Giulia, però, si sono sempre rifiutati di mettere una targa che ricordi Grilz sulla facciata del palazzo triestino dove ha sede l’Ordine e le altre associazioni di categoria. Peccato, che da anni sulla stessa facciata campeggiano giustamente le targhe dedicate ad altri colleghi uccisi in prima linea. Per Luchetta, Ota, D’angelo e Hrovatin morti in Bosnia e Somalia non manca il riconoscimento, ma Almerigo rimane un tabù.
www.gliocchidellaguerra.net/mostra/



video
11 novembre 2008 | Centenario della Federazione della stampa | reportage
A Trieste una targa per Almerigo Grilz
e tutti i caduti sul fronte dell'informazione

Ci sono voluti 21 anni, epiche battaglie a colpi di articoli, proteste, un libro fotografico ed una mostra, ma alla fine anche la "casta" dei giornalisti triestini ricorda Almerigo Grilz. L'11 novembre, nella sala del Consiglio comunale del capoluogo giuliano, ha preso la parola il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Friuli-Venezia Giulia, Pietro Villotta. Con un appassionato discorso ha spiegato la scelta di affiggere all'ingresso del palazzo della stampa a Trieste una grande targa in cristallo con i nomi di tutti i giornalisti italiani caduti in guerra, per mano della mafia o del terrorismo dal 1945 a oggi. In rigoroso ordine alfabetico c'era anche quello di Almerigo Grilz, che per anni è stato volutamente dimenticato dai giornalisti triestini, che ricordavano solo i colleghi del capoluogo giuliano uccisi a Mostar e a Mogadiscio. La targa è stata scoperta in occasione della celebrazione del centenario della Federazione nazionale della stampa italiana. Il sindacato unico ha aderito all'iniziativa senza dimostrare grande entusiasmo e non menzionando mai, negli interventi ufficiali, il nome di Grilz, ma va bene lo stesso. Vale la pena dire: "Meglio tardi che mai". E da adesso speriamo veramente di aver voltato pagina sul "buco nero" che ha avvolto per anni Almerigo Grilz, l'inviato ignoto.

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10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.

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29 dicembre 2010 | | reportage
Gli occhi della guerra a Trieste
Dopo aver portato la mostra su 25 anni di reportage di guerra in tutta Italia, finalmente il 29 dicembre è stata inaugurata a Trieste, presso la sala espositiva della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, via del Collegio 6. Gli occhi della guerra sono dedicati ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 10 al 20 gennaio. L'evento è stato organizzato dal Circolo universitario Hobbit con la sponsorizzazione della Regione.

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radio

21 ottobre 2008 | RadioUno Rai - Nudo e Crudo | intervento
Resto del mondo
Gli occhi della guerra
Le guerre raccontate attraverso gli occhi di Fausto Biloslavo ed un mostra dedicata a che non c'è più. 25 anni di reportage dall'Africa al Medio Oriente, dai Balcani al Sud Est asiatico. Le guerre dal 1982 ad oggi fotografate da Almerigo Grilz, Gian Micalessin e Fausto Biloslavo. Una mostra dedicata ad Almerigo ucciso in Mozambico nel 1987, mentre filmava uno scontro a fuoco fra guerriglieri e governativi. La mostra, oraganizzata grazie all'associazione Modavi, rimarrà aperta al pubblico fino al 9 novembre presso il museo di Roma in Trastevere, Piazza Sant'Egidio. Non solo: a Radiouno si parla anche della tragedia dell'Afghanistan e della crisi in Iraq.

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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14 ottobre 2008 | Radio24 | intervento
Resto del mondo
Gli occhi della guerra....a Roma
25 anni di reportage dall'Africa al Medio Oriente, dai Balcani al Sud Est asiatico. Le guerre dal 1982 ad oggi fotografate da Almerigo Grilz, Gian Micalessin e Fausto Biloslavo. Una mostra dedicata ad Almerigo ucciso in Mozambico nel 1987, mentre filmava uno scontro a fuoco fra guerriglieri e governativi. Inaugurazione alle 17 di martedì 14 ottobre presso il museo di Roma in Trastevere, Piazza Sant'Egidio. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 9 novembre.

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