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Articolo
26 ottobre 2010 - Esteri - Iraq - Il Giornale
Wikileaks dice quello che si sa già Per tutti è un grande scoop
I rapporti americani che smonterebbero la versione ita­li­ana di un episodio della batta­glia dei ponti a Nassirya e la morte accidentale di un para­cadutista in Irak sono la classi­ca tempesta in un bicchier d’acqua.Le rivelazioni di Wiki­l­eaks sugli italiani della missio­ne Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivava­no fino al quartier generale americano a Bagdad. Ci sono incongruenze fra la versione italiana e americana, come ca­pita spesso nei passaggi dai va­ri comandi, in seguito chiarite da inchieste o processi della magistratura militare.
Ieri è rispuntata la tragica vi­cenda di un’ambulanza colpi­ta dai nostri soldati nella notte fra il 5 e 6 agosto 2004. I milizia­ni sciiti stavano dando batta­glia sui tre ponti sull’Eufrate a Nassirya. Il rapporto «segreto» americano reso noto da Wikile­aks sostiene che «alle ore 03.25 un automezzo che transitava sul ponte orientale di Nassirya non si è fermato al check point italiano e veniva conseguente­mente ingaggiato (colpito) con armi leggere. Quindi si è prodotta una grande esplosio­ne, seguita da una seconda da cui si è valutato che il veicolo avesse dell’esplosivo».
Secondo fonti militari che hanno operato in Irak, il docu­mento deriva dal primo rap­p­orto inviato dagli italiani subi­to dopo il fatto. Ogni sera i mili­tari compilavano il cosiddetto Sitrep (Situation report) sui fat­ti della giornata, che era invia­to in versione inglese al coman­do di divisione a Bassora. Poi proseguiva fino al quartier ge­nerale americano di Bagdad.
Tre giorni dopo il tragico in­cidente il colonnello Emilio Motolese, comandante della task force Serenissima, compi­lava una relazione sulla batta­glia durata due giorni: «Alle ore 3.25 il Complesso minore su base 2ª Compagnia, dispo­sto in prossimità del ponte Charlie, veniva attivato da col­pi provenienti da un mezzo ci­vi­le che transitava lungo il pon­te
verso le sue posizioni. All’alt intimato dai militari, accompa­gnato da colpi di avvertimen­to, il mezzo non si fermava e il dispositivo rispondeva pronta­mente alla minaccia aprendo il fuoco con armi di Reparto causando l’esplosione del mezzo, il quale verosimilmen­te conteneva esplosivo». Qua­si uguale al rapporto america­no aggiunge il particolare dei colpi che sarebbero arrivati dal mezzo sospetto. In realtà era un’ambulanza e gliallarmi di quelle ore parlavano di vei­coli di soccorso minati che i mi­liziani volevano lanciare con­tro le postazioni italiane. Pur­troppo dentro quell’ambulan­za c’erano solo civili. Quattro rimasero uccisi, compresa una donna incinta. I due lagu­nari coinvolti sono stati proces­sati e assolti perché «hanno agito in stato di necessità mili­tare ».
La seconda rivelazione di
Wikileaks riguarda la fine acci­dentale del sergente dei para­cadutisti Salvatore Marracino.
Il 15 marzo 2005 «alle ore 13, un (militare italiano) stava prendendo parte a un’esercita­zione di tiro a Nassiriya. È sta­to accidentalmente colpito (...) trasferito all’ospedale in Camp (Mittica) e classificato come incidente. (...)». Anche questo assomiglia da vicino ai Sitrep italiani e pur sostenen­do che il parà era «stato colpi­to » si chiude con la classifica­zione di incidente e non di fuo­co amico. I suoi commilitoni nel185˚ Reggimentoracconta­no al Giornale che «l’arma di reparto si era inceppata e ha usato la pianta del piede per sbloccare l’otturatore. La mi­tragliatrice si è girata ed è parti­to il colpo che l’ha preso in te­sta ». Il procuratore capo del tri­bunale militare di Roma, Mar­co De Paolis, «non vede la pos­sibilità di riaprire nuove inda­gini ».
[continua]

video
12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.

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06 marzo 2010 | Rai News 24 | reportage
I morti di Nassiriya
Sei anni dopo la strage non si fermano le polemiche sulla mancata sicurezza della base e sulle responsabilità dei comandanti.

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21 giugno 2016 | Caffè di Rai 1 | reportage
Profughi dimenticati
Sulle macerie della guerra in Iraq, grazie al Rotary, abbiamo raccontato il dramma dei profughi dimenticati. Siamo stati gli occhi della guerra lungo il fronte dove scappano i rifugiati dall'offensiva su Mosul, la capitale del Califfato. Siamo andati nei campi dove i cristiani in fuga vivono in condizioni miserevoli. Siamo stati sotto le tende dei siriani attirati dai trafficanti per partire verso l’Europa. Abbiamo raccolto le testimonianze dei rifugiati yazidi massacrati dalle bandiere nere. Con le loro donne schiave come Lamja saltata su una mina per fuggire allo Stato islamico. Drammi veri provocati dalla tragedia della guerra.Storie terribili, che non possiamo dimenticare e che abbimo presentato 7 giugno a Cremona.

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26 agosto 2010 | Radio Anch'io - Radio Uno | intervento
Iraq
Missione compiuta?
Il ritiro del grosso dei soldati americani lascia un paese ancora instabile, ma la missione è in parte compiuta.

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31 ottobre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Iraq
Wikileaks dice quello che si sa già. Per tutti è un grande scoop
I rapporti Usa che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti ad An Nassiryah e la morte accidentale di un paracadutista in Iraq sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Baghdad. E altro ancora.

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