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06 dicembre 2010 - Esteri - Iraq - Il Giornale
"I cristiani restino in Irak, o prevarranno i terroristi"
I cristiani in Irak saranno protetti da una speciale unità di polizia e concentrati in al­cune zone sicure. Tarek Aziz, invece, l'unico cristiano del regime di Saddam Hussein condannato a morte non ver­rà graziato così facilmente. La minoranza religiosa e i rap­porti e­conomici sono stati i te­mi nevralgici della visita a Ba­gdad del ministro degli Este­ri, Franco Frattini. «Se i cristia­ni lasciassero l'Irak sarebbe la vittoria dei terroristi», ha detto il rappresentante del go­verno italiano. In contempo­ranea, da Roma, il Papa ha lanciato un forte appello «contro le violenze in Irak, Egitto ed Eritrea' subite dai fe­deli di Cristo. Ieri mattina Frattini ha incon­trato il primo ministro irache­no Nouri al Maliki. Il premier ha confermato che in difesa delle minoranze cristiane ver­rà costituita una commissio­ne parlamentare ed una spe­ciale task force di polizia. Il 31 ottobre sono stati massacrati una cinquantina di fedeli nel­la cattedrale siro-caldea della capitale per mano dei terrori­sti di Al Qaida. Il 10 novembre sei persone sono rimaste ucci­se nel quartiere cristiano di Bagdad. Ieri, durante la visita di Frattini, la stessa sorte è toc­cata ad una coppia di cristia­ni. L'Esercito islamico irache­no, costola di Al Qaida in Iraq, ha annunciato che «tutte le istituzioni, le organizzazioni, i centri, i leader e i seguaci del cristianesimo sono obiettivi legittimi».
Il Parlamento di Bagdad, elet­to la scorsa primavera, sta la­vorando all'individuazione di alcune aree del Paese dove concentrare la minoranza re­ligiosa. La sicurezza sarà ga­rantita da uno speciale corpo di polizia, come ha assicurato il premier Maliki a Frattini. Il presidente del Parlamento, Osama al-Najafi, ha incarica­to
il capogruppo dei deputati cristiani, Younadim Kana, di formare una commissione che indichi le zone più sicure. Frattini ha incontrato anche il ministro degli Esteri irache­no, Hoshyar Zebari. Il rappre­sentante del governo ha spie­gato che il suo Paese «vuole in­viare segnali positivi al resto del mondo costruendo nuo­ve chiese. Non sosteniamo gli incoraggiamenti rivolti ai cri­stiani di lasciare l'Iraq per l'Europa».
Nel 2003, prima dell'invasio­ne alleata dell'Irak, i cristiani erano il 5% delle popolazio­ne, attorno al milione di ani­me. Rapimenti, uccisioni mi­rate e stragi li hanno quasi di­mezzati: dei 400mila cristiani di Bagdad i tre quarti sono fug­giti, prima in Giordania e poi
in Europa o negli Stati Uniti.
Più arduo per Frattini convin­cere gli iracheni a risparmia­re la vita ad Aziz, l'ex vicepre­mier cristiano di Saddam, condannato a morte. Zebari ha risposto alla richiesta di clemenza ribadendo che «bi­sogna rispettare le sentenze della giustizia irachena. Ad Aziz sono stati garantiti tutti i diritti previsti dalla legge».
Frattini ha osservato che l'ese­cuzione di Aziz invierebbe «un segnale negativo» alla mi­noranza cristiana dell'Irak.
In difesa dei cristiani ha leva­to la sua voce Benedetto XVI: «Il rispetto dei diritti di tutti è presupposto per la civile con­vivenza ». Ieri mattina il Papa ha invitato i fedeli presenti in piazza San Pietro a pregare, in vista del Natale. «Penso ­ha aggiunto - alle tante situa­zioni difficili, come i continui attentati che si verificano in Irak contro cristiani e musul­mani, agli scontri in Egitto in cui vi sono stati morti e feriti, alle vittime di trafficanti e di criminali, come il dramma de­gli ostaggi eritrei e di altre na­zionalità, nel deserto del Si­nai ». Anche i cristiani copti in
Egitto continuano a denun­ciare vessazioni. Pochi giorni fa sono scoppiati duri scontri con la polizia al Cairo. I cristia­ni protestavano accusando le autorità di non concedere i permessi per la costruzione di una chiesa.
Il Papa ha fatto riferimento an­che al dramma degli ostaggi nelle mani di una banda di ta­gliagole in Sinai. Un'ottanti­na di eritrei cristiani voleva­no raggiungere l'Italia, ma la Libia li ha bloccati. Allora han­no cambiato strada dirigen­dosi verso Israele. Nella peni­sola egiziana del Sinai sono stati catturati da una banda di trafficanti di uomini. Per rila­sciarli vogliono ottomila dol­lari a testa, altrimenti li am­mazzeranno.

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[continua]

video
21 giugno 2016 | Caffè di Rai 1 | reportage
Profughi dimenticati
Sulle macerie della guerra in Iraq, grazie al Rotary, abbiamo raccontato il dramma dei profughi dimenticati. Siamo stati gli occhi della guerra lungo il fronte dove scappano i rifugiati dall'offensiva su Mosul, la capitale del Califfato. Siamo andati nei campi dove i cristiani in fuga vivono in condizioni miserevoli. Siamo stati sotto le tende dei siriani attirati dai trafficanti per partire verso l’Europa. Abbiamo raccolto le testimonianze dei rifugiati yazidi massacrati dalle bandiere nere. Con le loro donne schiave come Lamja saltata su una mina per fuggire allo Stato islamico. Drammi veri provocati dalla tragedia della guerra.Storie terribili, che non possiamo dimenticare e che abbimo presentato 7 giugno a Cremona.

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I morti di Nassiriya
Sei anni dopo la strage non si fermano le polemiche sulla mancata sicurezza della base e sulle responsabilità dei comandanti.

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28 novembre 2014 | SKY TG 24 | reportage
Cristiani perseguitati
La storia dimenticata dei profughi cristiani in Iraq.

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Missione compiuta?
Il ritiro del grosso dei soldati americani lascia un paese ancora instabile, ma la missione è in parte compiuta.

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31 ottobre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Iraq
Wikileaks dice quello che si sa già. Per tutti è un grande scoop
I rapporti Usa che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti ad An Nassiryah e la morte accidentale di un paracadutista in Iraq sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Baghdad. E altro ancora.

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