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22 gennaio 2012 - Cronache - Italia - Il Giornale
Un anno fa morirono in tre a Sharm el Sheik
Nell’ultimo decennio le crociere sono in pieno boom e quasi tutte le compagnie han­no aumentato il numero degli alberghi gal­leggianti rispetto al passato. La Costa conta­va, compresa nave Concordia, su 15 hotel sul mare. Più crociere e navi, anche solo per un calcolo di probabilità, significa maggiore possibilità di incidenti.
Costa crociere è incappata in qualche in­fortunio, che può capitare a chi va per mare, ma diventa sempre allarmante quando a bordo ci sono migliaia di passeggeri.Nell’ot­tobre 2010 si è verificata una collisione fra
Costa Classica e un'unità mercantile batten­te bandiera belga al largo di Shanghai, il gran­de porto cinese. L’incidente è avvenuto di notte, alle 4.46 locali, e ha causato tre feriti ol­tre ad alcuni contusi. La nave passeggeri ha subito danni sulla sovrastruttura a dritta. Il comandante della nave ha attivato immedia­tamente tutte le procedure di sicurezza e la Classica è entrata in porto la mattina alle 10. Però la crociera Shanghai- Giappone- Co­rea del Sud- Hong Kong è stata cancellata.
Nel febbraio dello scorso anno Costa Euro­pa, forse a causa del maltempo e del forte vento,è andata a sbattere contro il molo d’or­meggio a Sharm el Sheik, in Egitto, durante la manovra d’attracco. Tre membri del per­sonale di bordo, tutte donne inglesi, sono morti e quattro turisti feriti, compreso un ita­liano. «Sono stati uccisidalle lamiere squar­ciatesi nell’impatto mentre dormivano nel­le loro cabine» ha spiegato Pier Luigi Fo­schi, presidente e amministratore delega­to di Costa Crociere. Foschi ha espresso «commossa partecipazione all’immenso dolore dei familiari dei tre colleghi mem­bri dell’equipaggio che hanno perso la vita nel tragico incidente. Pur devastato dal do­lore, mi preme precisare che per i passeggeri e gli altri membri dell’equipaggio non vi è
mai stata alcuna situazione di pericolo».
Nel 2009, un anno prima, a bordo di Costa Romantica è scoppiato un incendio. La nave ha dovuto gettare le ancore a sette miglia da Punta del Este, al largo dell'Uruguay, a causa delle fiamme sprigionatesi in sala macchi­ne. L'incendio è stato velocemente domato, ma i generatori principali sono rimasti fuori uso. I 1429 passeggeri e 590 membri dell' equipaggio sono stati evacuati a bordo di im­barcazioni a Punta del Este. Forse era il no­me della crociera, «Terra del Fuoco», ovvia­mente sospesa, che ha portato sfortuna.
Un comandante di navi passeggeri di lun­ga esperienza parla in cambio all'anonima­to e spiega al
Giornale che «l'industria delle crociere è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. Un tempo, quando la Costa e altre com­pagnie avevano solo 3-4 navi, non era così, ma oggi la domanda è tale che per gli stessi ufficiali le carriere sono più veloci». Secon­do il lupo di mare «anche per il personale di bordo non è facile addestrare tutti a dovere ed in fretta. Oggi un giovane ufficiale di 24 an­ni, con 48 mesi di navigazione, può coman­dare la guardia in plancia. Negli anni Novan­ta prima dell'avanzamento di grado serviva molto più tempo ed esperienza».
FBil

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29 dicembre 2010 | | reportage
Gli occhi della guerra a Trieste
Dopo aver portato la mostra su 25 anni di reportage di guerra in tutta Italia, finalmente il 29 dicembre è stata inaugurata a Trieste, presso la sala espositiva della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, via del Collegio 6. Gli occhi della guerra sono dedicati ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 10 al 20 gennaio. L'evento è stato organizzato dal Circolo universitario Hobbit con la sponsorizzazione della Regione.

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16 marzo 2012 | Terra! | reportage
Feriti d'Italia
Fausto Biloslavo racconta le storie di alcuni soldati italiani feriti nel corso delle guerre in Afghanistan e Iraq. Realizzato per il programma "Terra" (Canale 5).

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10 giugno 2008 | TG3 regionale | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /1
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non dimentica i vecchi amici scomparsi. Il 10 giugno ha visitato a Bolzano la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” dedicata ad Almerigo Grilz. La mostra è stata organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti. Gli ho illustrato le immagini forti raccolte in 25 anni di reportage assieme ad Almerigo e Gian Micalessin. La Russa ha ricordato quando "sono andato a prendere Fausto e Almerigo al ritorno da uno dei primi reportage con la mia vecchia 500 in stazione a Milano. Poco dopo li hanno ricoverati tutti e due per qualche malattia". Era il 1983, il primo reportage in Afghanistan e avevamo beccato l'epatite mangiando la misera sbobba dei mujaheddin, che combattevano contro le truppe sovietiche.

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radio

15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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24 maggio 2010 | Radio Padania Libera | intervento
Italia
Proselitismo islamico dietro le sbarre
“Penso che sia giusto se alcuni musulmani combattono la guerra santa contro gli americani in paesi che non sono la loro terra”. Dopo un lungo girarci attorno Kamel Adid sorprende un po’ tutti, quando sputa il rospo. La domanda riguardava i mujaheddin, i musulmani pronti a morire per Allah, contro l’invasore infedele. Tre soldati della guerra santa, arrivati un paio di mesi fa da Guantanamo, sono rinchiusi poco più in là, nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera, alle porte di Milano.
Adid è un giovane marocchino di 31 anni con barbetta islamica d’ordinanza e tunica color noce. Nel carcere modello di Opera fa l’imam dei 44 musulmani detenuti, che frequentano una grande sala adibita a moschea. Un predicatore fai da te, che di solito parla un linguaggio moderato e ti guarda con occhioni apparentemente timidi.
Deve scontare ancora due mesi di pena per un reato legato alla droga e da pochi giorni è stato trasferito in un altro istituto. “Quelli che si fanno saltare in aria subiscono il lavaggio del cervello – si affretta a spiegare l’autonominato imam – Noi abbiamo riscoperto la fede in carcere. Pregare ci da conforto, ci aiuta ad avere speranza”.

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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.

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