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08 novembre 2024 - Attualità - Usa - Il Giornale
Dal procuratore nemico fino al capo dell’Fbi Donald pronto al repulisti
Circa duemila nomine, dai vertici dell’esecutivo ai gangli dell’amministrazione federale, saranno pronte per la svolta che Donald Trump vuole imprimere con il suo secondo mandato alla Casa Bianca. Diverse teste eccellenti sono destinate a cadere: la prima è quella di Jack Smith, procuratore speciale che indaga sul coinvolgimento del presidente nell’assalto a Capitol Hill e i documenti segreti che avrebbe portato via dalla Casa Bianca. Per i trumpiani è la longa manus dei democratici che volevano fermare The Donald per via giudiziaria. E potrebbe cadere anche la testa del capo dell’Fbi, Christopher A. Wray. «Molti nel mondo Maga di Trump vorrebbero addirittura sciogliere il bureau federale» spiega Lucio Martino, esperto di Stati Uniti.
Questa volta il presidente non vuole ripetere l’errore del primo mandato, quando non conosceva Washington ed era totalmente impreparato al parziale spoils system, che tutti gli inquilini della Casa Bianca sfruttano a loro favore. Non a caso Trump ha messo in piedi una vera e propria squadra per le 4mila nomine possibili, che sta stilando i nomi dei burocrati fedeli alla linea del presidente. Sicuramente nelle strategia di scelta è stata coinvolta la schiva Susie Wiles, co-presidente della sua campagna elettorale, che potrebbe venire nominata capo dello staff alla Casa Bianca. Anche Linda McMahon, alla guida del settore politico del team di transizione, ha forte voce in capitolo, come probabilmente Lara Trump, nuora del presidente, ex produttrice tv.
Le nomine cruciali, che veramente contano, sono 1054 e hanno bisogno dell’approvazione del Senato a maggioranza repubblicana. Non solo i vertici politici (Segretari di Stato e vice), ma anche amministrativi (i capi dei 15 Dipartimenti, in pratica i ministeri, delle 18 Agenzie dell’intelligence e delle Commissioni indipendenti che spaziano dalle elezioni alle comunicazioni) e giudiziari (il Presidente può nominare i posti vacanti dei circa mille giudici federali).
A livello più basso contano anche le 525 nomine, solo presidenziali, che riguardano soprattutto lo staff della Casa Bianca. I 2mila posti rimanenti, di carattere politico, coinvolgono livelli impiegatizi ordinari, senza concorso. Fra le 4mila nomine di fiducia hanno una certa importanza pure i 680 dirigenti non di carriera, che rappresentano il 10% dell’intera amministrazione federale.
A mettere in riga il grosso della macchina amministrativa Usa, composta da quasi 3 milioni di dipendenti, ci penserà Elon Musk, che ricoprirà la carica di Doge. Da super tecnico dovrà migliorare l’efficienza del sistema burocratico e soprattutto sfoltirlo rendendolo più operativo e vicino alle strategie di Trump
[continua]

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29 maggio 2015 | Radio sportiva | intervento
Usa
La corruzione del calcio internazionale
Un dossier del 2013 già svelava il marcio dell’inchiesta che sta sconvolgendo il calcio internazionale. Da alloggi di lusso alle Bahamas e Miami al buco nero di un centro di eccellenza a Trinidad, fino a tangenti e addirittura soldi spariti per il terremoto di Haiti. Il gatto era Chuck Blazer l’ex segretario generale della Federazione calcistica del Nord, Centro America e Caraibi. Nel 2013 ha accettato “segretamente” una prima condanna e restituito 1,9 milioni di dollari. L’Fbi l’ha usato come “pentito” per scoperchiare il pentolone. La volpe è ancora oggi Jack Warner ex presidente della stessa Federazione e vice della Fifa, uno dei pezzi grossi finito nell’inchiesta. Per oltre un decennio il gatto e la volpe si coprivano a vicenda accumulando fortune milionarie grazie ai maneggi.

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